L'anniversario garibaldino è passato quasi inosservato. Considerata l’importanza del personaggio, la risonanza che le celebrazioni per i duecento anni della nascita di Giuseppe Garibaldi hanno avuto è stata piuttosto modesta. Forse soffriamo ancora della overdose di retorica risorgimentale. Garibaldi non è stato ricordato in modo particolare neppure in Finlandia, il che sembrerebbe ovvio, dato che fu sì Eroe dei due mondi, ma non del Settentrione. In realtà, un certo rilievo Garibaldi lo ebbe anche da queste parti e fu lui indubbiamente l’italiano più popolare prima di Mussolini. Dalla Finlandia qualcuno cercò addirittura di arruolarsi nelle sue truppe. Così Herman Liikanen, bisnonno dell’ex commissario finlandese dell’Unione europea, Erkki Liikanen, partì per unirsi ai Mille, ma, a causa della lunghezza del viaggio, arrivò a destinazione nell’ottobre del 1861 a cose fatte e poté partecipare solo alla repressione che seguì la vittoria garibaldina, unendosi alla legione ungherese di Istvan Türr, congedandosi, insoddisfatto, nell’aprile del 1862.
Il busto di Liikanen si trova al Gianicolo a Roma, in compagnia degli altri garibaldini. A dire il vero il capo un brutto giorno gli è stato mozzato ed è scomparso, ma probabilmente non si è trattato dell'atto vendicatore di un filo-borbonico ma del desiderio di unturista finlandese di portarsi a casa un insolito souvenir (a poca distanza dal busto si trova l’Istituto di cultura finlandese). La testa gli è stata comunque rifatta. Lorenzo Runeberg era il secondo figlio del poeta nazionale finlandese, Johan Ludvig Runeberg; entusiasmato dalle gesta di Garibaldi avrebbe voluto unirsi a lui, ma il padre lo obbligò a frequentare prima una scuola per ufficiali in Svezia, finita la quale era finita anche l'avventura garibaldina. Più rapido fu invece uno studente finlandese che si trovava a Londra, C. A. Weurlander, il quale partecipò alla conquista di Napoli e alle battaglie del Volturno e di Caserta, nonché all’assedio di Capua. Nel febbraio del 1861 fu promosso da sergente a ufficiale.
Grazie alla popolarità conquistata all’estero, quello di Garibaldi diventò un brand molto utile al commercio. Così in Bulgaria la camicia rossa di Garibaldi rese popolare la garibaldèjka, una specie di blusa o casacca, che si vendeva anche in Francia e in Spagna. In Finlandia Giuseppe Garibaldi diventò celebre non solo per le sue imprese, ma anche per un tipo di sedia, detta appunto garibaldi. Sul maggiore quotidiano di lingua svedese del Paese, il 24 gennaio del 1897 si offriva in vendita en s. k. Garabaldistol («una cosiddetta sedia Garibaldi»). Perché mai legare il nome del dinamico eroe a una comoda sedia? L’associazione potrebbe essere derivata da una immagine del generale durante la convalescenza, dopo la ferita ricevuta al piede nel fatto d'armi di Aspromonte, un episodio che aveva destato emozione in tutta Europa. O forse si trattava della foto del vecchio condottiero afflitto dall’artrite a Caprera, oppure, e questo mi sembra più probabile, il nome garibaldi dato a questa sedia non è altro che un primo esempio di marchionimo italiano utilizzato sul mercato finlandese, senza altro legame con l’oggetto da vendere che non fosse il richiamo al celebre personaggio, che funge insomma da testimonial. Nei cataloghi delle ditte di mobili e dei negozi specializzati scandinavi, nonché negli annunci pubblicitari, troviamo infatti numerosi deonomastici italiani utilizzati per nomi di sedie.
Abbiamo del resto avuto in Finlandia la cucina Marcello (Mastroianni) e il negozio di lingerie di Helsinki Lollo (Lollobrigida). In Finlandia, la popolarità dell’Eroe dei due mondi non si fermò alla poltrona. Abbiamo così anche un cappellino Garibaldi risalente al 1860. Nel 1863 a Helsinki cominciò a circolare un omnibus battezzato Garibaldi, forse per la celerità con cui viaggiava. Nello stesso anno nella capitale finlandese si potevano acquistare immagini di Garibaldi e il nome dell’eroe italiano venne dato anche ad alcuni bambini e imbarcazioni. La poltrona Garibaldintuoli è di nuovo citata in un dizionario per casalinghe pubblicato a Helsinki nel 1896. Un rapporto tra sedia e il generale Garibaldi è però esistito anche in epoca più recente, questa volta in Italia.
Nel febbraio del 1987 sul settimanale Panorama compariva la pubblicità di una ditta di arredamento, raffigurante Giuseppe Garibaldi in piedi accanto a una sedia di sua produzione. Il testo recitava: «Tra i mille impegni che aveva, Garibaldi non era certo un sedentario. Ma, quelle rare volte che si sedeva, usava un modello originale XY, omaggio di un volontario polacco. Perché XY arreda e favorisce il risorgimento». Il tutto sovrastato dalla scritta «Garibaldi fu seduto», versione casalinga del marziale «Garibaldi fu ferito». Insomma, la poltrona di uno che, tra le altre cose, è stato anche considerato padre storico del progressismo ha giocato un ruolo non indifferente nella storia italiana. È di conseguenza comprensibile, se non giustificabile, la straordinaria affezione che per la poltrona nutrono ancora oggi gli esponenti della sinistra italiana.
Il busto di Liikanen si trova al Gianicolo a Roma, in compagnia degli altri garibaldini. A dire il vero il capo un brutto giorno gli è stato mozzato ed è scomparso, ma probabilmente non si è trattato dell'atto vendicatore di un filo-borbonico ma del desiderio di unturista finlandese di portarsi a casa un insolito souvenir (a poca distanza dal busto si trova l’Istituto di cultura finlandese). La testa gli è stata comunque rifatta. Lorenzo Runeberg era il secondo figlio del poeta nazionale finlandese, Johan Ludvig Runeberg; entusiasmato dalle gesta di Garibaldi avrebbe voluto unirsi a lui, ma il padre lo obbligò a frequentare prima una scuola per ufficiali in Svezia, finita la quale era finita anche l'avventura garibaldina. Più rapido fu invece uno studente finlandese che si trovava a Londra, C. A. Weurlander, il quale partecipò alla conquista di Napoli e alle battaglie del Volturno e di Caserta, nonché all’assedio di Capua. Nel febbraio del 1861 fu promosso da sergente a ufficiale.
Grazie alla popolarità conquistata all’estero, quello di Garibaldi diventò un brand molto utile al commercio. Così in Bulgaria la camicia rossa di Garibaldi rese popolare la garibaldèjka, una specie di blusa o casacca, che si vendeva anche in Francia e in Spagna. In Finlandia Giuseppe Garibaldi diventò celebre non solo per le sue imprese, ma anche per un tipo di sedia, detta appunto garibaldi. Sul maggiore quotidiano di lingua svedese del Paese, il 24 gennaio del 1897 si offriva in vendita en s. k. Garabaldistol («una cosiddetta sedia Garibaldi»). Perché mai legare il nome del dinamico eroe a una comoda sedia? L’associazione potrebbe essere derivata da una immagine del generale durante la convalescenza, dopo la ferita ricevuta al piede nel fatto d'armi di Aspromonte, un episodio che aveva destato emozione in tutta Europa. O forse si trattava della foto del vecchio condottiero afflitto dall’artrite a Caprera, oppure, e questo mi sembra più probabile, il nome garibaldi dato a questa sedia non è altro che un primo esempio di marchionimo italiano utilizzato sul mercato finlandese, senza altro legame con l’oggetto da vendere che non fosse il richiamo al celebre personaggio, che funge insomma da testimonial. Nei cataloghi delle ditte di mobili e dei negozi specializzati scandinavi, nonché negli annunci pubblicitari, troviamo infatti numerosi deonomastici italiani utilizzati per nomi di sedie.
Abbiamo del resto avuto in Finlandia la cucina Marcello (Mastroianni) e il negozio di lingerie di Helsinki Lollo (Lollobrigida). In Finlandia, la popolarità dell’Eroe dei due mondi non si fermò alla poltrona. Abbiamo così anche un cappellino Garibaldi risalente al 1860. Nel 1863 a Helsinki cominciò a circolare un omnibus battezzato Garibaldi, forse per la celerità con cui viaggiava. Nello stesso anno nella capitale finlandese si potevano acquistare immagini di Garibaldi e il nome dell’eroe italiano venne dato anche ad alcuni bambini e imbarcazioni. La poltrona Garibaldintuoli è di nuovo citata in un dizionario per casalinghe pubblicato a Helsinki nel 1896. Un rapporto tra sedia e il generale Garibaldi è però esistito anche in epoca più recente, questa volta in Italia.
Nel febbraio del 1987 sul settimanale Panorama compariva la pubblicità di una ditta di arredamento, raffigurante Giuseppe Garibaldi in piedi accanto a una sedia di sua produzione. Il testo recitava: «Tra i mille impegni che aveva, Garibaldi non era certo un sedentario. Ma, quelle rare volte che si sedeva, usava un modello originale XY, omaggio di un volontario polacco. Perché XY arreda e favorisce il risorgimento». Il tutto sovrastato dalla scritta «Garibaldi fu seduto», versione casalinga del marziale «Garibaldi fu ferito». Insomma, la poltrona di uno che, tra le altre cose, è stato anche considerato padre storico del progressismo ha giocato un ruolo non indifferente nella storia italiana. È di conseguenza comprensibile, se non giustificabile, la straordinaria affezione che per la poltrona nutrono ancora oggi gli esponenti della sinistra italiana.
Dal Secolo d'Italia