Gli analisti: «Peggior crisi in 30 anni». Usa, a rischio 200mila posti di lavoro
Non accenna a placarsi l'onda lunga della crisi dei subprime americani che ormai ha contagiato anche l'Europa. Ieri Ubs, la banca svizzera ed europea che ha risentito di più del dissesto dei mutui subprime, ha annunciato una perdita di circa 12 miliardi di franchi svizzeri (circa 7,64 miliardi di euro) nel primo trimestre 2008, con nuove svalutazioni per 19 miliardi di dollari (circa 12,1 miliardi di euro), aggiungendo che il presidente Marcel Ospel non si ripresenterà per la rielezione all'assemblea degli azionisti. L'esposizione di Ubs sul mercato immobiliare subprime residenziale statunitense è diminuita da 27,6 miliardi di dollari a circa 15 miliardi di dollari. Dalla Svizzera alla Germania, sono comunque brutte notizie.
La Deutsche Bank, principale banca tedesca, ha previsto svalutazioni per 2,5 miliardi di euro nel primo trimestre, sempre a causa del dissesto dei mutui subprime. Una svalutazione superiore a quelle che la banca ha annunciato per tutto il 2007. In seguito a questi ultimi due annunci, il totale delle svalutazioni delle banche mondiali arriva a oltre 140 miliardi di dollari. La classifica delle singole banche vede Ubs al primo posto con complessivamente 27 miliardi di svalutazioni, seguono Citigroup e Merrill Lynch, rispettivamente con 21,2 e 19,4 miliardi. Ma non si tratta solo di svalutazioni effettuate o previste. C'è, per esempio, il caso di National City, la maggiore banca dello Stato dell'Ohio e la nona banca statunitense, che ha comunicato di aver scelto Goldman Sachs come advisor alla ricerca di «alternative strategiche». Ossia, cerca un compratore. Nel corso del 2006 la banca era stata protagonista in assoluto sul versante del credito immobiliare ad alto rischio, il subprime, ma in seguito aveva venduto a Merrill Lynch la sua consociata operativa nel settore, cioè First Franklin Financial. Il tutto era avvenuto ben prima che scoppiasse la crisi, per cui la stessa Merrill Lynch ha dovuto accollarsi in seguito in bilancio le vistose perdite ereditate a seguito dell'incauto acquisto effettuato. Non succederà magari la stessa cosa alla Deutsche Bank, ma la genesi della crisi è praticamente la stessa: non a caso, nel febbraio scorso la Deutsche Bank voleva pignorare 14 case di altrettanti proprietari che non riuscivano a pagare il mutuo a Cleveland, nell'Ohio. Un giudice federale - di nome C.A. Boyko - ha dato torto alla potente banca. Da allora è iniziata quella che gli analisti di tutto il mondo adesso definiscono «la più grave da 30 anni a questa parte» e che porterà, secondo le previsioni, alla perdita, nei prossimi 12-18 mesi, di circa 200mila posti di lavoro nell'industria bancaria americana. |