Sudafrica e globalizzazione: incombono crisi economica e conflitto xenofobo
di Matteo Fagotto - 30/05/2008
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Continuano a peggiorare i numeri della crisi economica sudafricana, principale motivo delle violenze anti-immigrati delle ultime settimane. La crisi del settore elettrico e l'inflazione galoppante, arrivata al 10.4 percento nel mese di aprile (record da 5 anni a questa parte) costringono la banca centrale a valutare l'ipotesi di un aumento dei tassi di interesse. Uno scenario che metterebbe in crisi buona parte della popolazione.
Furono proprio le preoccupazioni per lo stato di salute dell'economia a scatenare la caccia agli immigrati, ritenuti responsabili degli alti tassi di criminalità del Paese e visti come i principali concorrenti per la caccia ai posti di lavoro. Secondo le agenzie umanitarie, sarebbero almeno 80.000 gli sfollati, alcuni dei quali avrebbero fatto ritorno nei loro Paesi (Zimbabwe e Mozambico tra tutti) per avere salva la vita. Mentre le agenzie dell'Onu chiedono la nascita di veri e propri campi profughi, il governo fa sapere di essere disponibile solo a creare delle strutture di primo soccorso, per evitare una ulteriore marginalizzazione degli stranieri e per il timore che i campi diventino un ricettacolo di violenza e criminalità. Come d'altronde sta già succedendo nelle strutture posticce create finora, come quelle delle province di Gauteng, dove si sono registrati scontri tra diverse comunità di stranieri. La provincia del Capo, intanto, ha chiesto lo stato di emergenza e ha fatto appello all'Onu per far fronte ai problemi causati dallo sfollamento di migliaia di persone.
A un quadro già fosco si sono aggiunte prospettive economiche non rosee. Il taglio dei tassi di interesse, annunciato ieri dalla Banca Centrale per ridurre l'inflazione, potrebbe costituire una miscela esplosiva per le famiglie se aggiunto al crescente costo di carburante e generi alimentari, oltre all'annunciato aumento delle tariffe elettriche (si parla di un loro raddoppio) per far fronte ai frequenti blackout che colpiscono la Eskom, che fornisce il 95 percento dell'energia al Paese. In pratica, i risparmi rischierebbero di venire polverizzati, mentre gli alti tassi impedirebbero alle fasce di reddito più povere di prendere a prestito denaro.
Le notizie economiche rischiano di far peggiorare la situazione, rientrata lentamente alla normalità negli ultimi giorni, con alcune comunità di immigrati invitate a far ritorno alle proprie case dopo le scuse ufficiali dei loro “cacciatori”. Molte delle vittime hanno però perso tutto, visto che le cacce all'uomo sono state accompagnate da saccheggi, incendi e violenze di tutti i tipi. Per quello migliaia di immigrati hanno preferito lasciare il Paese, impoverendolo. Perché molti degli stranieri giunti in Sudafrica negli anni scorsi sono personale qualificato, attirato dalla stabilità del Paese, dalla crescita economica e dai servizi migliori rispetto a quelli nelle rispettive madrepatrie. Le ultime settimane di follia rischiano di costare molto caro alla “nazione arcobaleno”. |