Palestina: L’accordo di cessate-il-fuoco indica che è Hamas che comanda
di Zvi Bar'el - 19/06/2008
I punti principali del cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas garantiscono all’organizzazione islamica un successo politico e diplomatico che gli darà anche un vantaggio nei suoi colloqui di riconciliazione con Fatah, che dovrebbero avere inizio alla fine di questa settimana.
Secondo la proposta mediate dall’Egitto, Israele non potrà più controllare l’attraversamento di Rafah, sul confine Gaza-Egitto, una volta che sarà riaperto, e un accordo per liberare il soldato rapito Gilad Shalit sarà discusso separatamente dalla tregua, come voleva Hamas.
Israele otterrà la tranquillità nel Sud, insieme a un impegno dell’Egitto per monitorare strettamente il confine, ma Hamas sarà l’attore principale nel controllo dell’attraversamento di Rafah. I funzionari dell’Autorità palestinese (Ap) e gli osservatori europei saranno presenti, ma entrambi avranno autorità limitata.
In più, la tregua dà ad Hamas, piuttosto che al presidente dell’Ap Mahmoud Abbas, il potere di forzare un cessate-il-fuoco in Cisgiordania: Se viene mantenuta la calma nel Sud, Israele dovrà estendere la tregua alla Cisgiordania entro altri sei mesi.
In teoria, la riapertura di Rafah dipende dai progressi nell’accordo per Shalit. Ma I funzionari egiziani hanno insistito ieri nel dire che l’apertura di Rafah è indipendente dallo scambio di Shalit, e non è nemmeno condizionata dall’altro, visto che la liberazione di Shalit tira in ballo un elmento aggiuntivo: il consenso di Israele per rilasciare un ampio numero di prigionieri paletinesi. Per questo motivo, pure, Israele non sarà in grado di riportare alcun successo.
Hamas ha un interesse nel cessate-il-fuoco, e non solo allo scopo di mettere fine al blocco israeliano sulla striscia di Gaza. Al massimo questa settimana, ci si aspetta che Abbas faccia la sua prima visita a Gaza da quando Hamas ha preso il controllo della Striscia, lo scorso anno, nel tentativo di negoziare una riconciliazione tra il suo partito Fatah e Hamas. Ha annunciate questa iniziativa circa due settimane fa, è ha ottenuto il sostegno dell’Egitto, dell’Arabia saudita, del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti. Ma adesso, Abbas si troverà a fronteggiare una Hamas rafforzata politicamente, una che ha apparentemente costretto Israele a cedere.
La strada verso una riconciliazione Hamas-Fatah resta lunga, specialmente alla luce della richiesta di Abbas che Hamas ristabilisca a Gaza la situazione che vi era prima del 14 giugno 2007. ma se il processo ha successo, è probabile che finisca con nuove elezioni presidenziali e parlamentari, e ad Hamas piacerebbe partecipare a quelle contese col massimo di capitale politico. Questo capitale aumenterà se, alla fine del periodo cessate-il.fuoco di prova di sei mesi, Hamas sarà in grado di costringere Israele a dichiarare una tregua in Cisgiordania. Con ciò avrebbe dimostrato il controllo effettivo della sicurezza su entrambe le parti della Palestina.
Per fare questo, Hamas avrà bisogno di rafforzare il suo controllo sulla fazioni palestinesi più piccole, che sono che sono in grado di minacciare la sua affermazione per il controllo esclusivo sull’uso della forza. Ma finora, queste organizzazioni hanno sostenuto Hamas nel suo tentativo di cessate-il-fuoco. Perciò Hamas ha avuto successo anche nell’utilizzare la tregua per creare un fronte politico interno – e ancora più importante, per ottenere il riconoscimento del suo status da parte del mondo arabo.
Haaretz
(Traduzione a cura di Carlo M. Miele per Osservatorio Iraq)
L’articolo in lingua originale