Il Ministro Tremonti abbaia alle banche, ma non morde
di Antonino Amato - 06/09/2009
Il Presidente Napolitano dichiara: la crisi "non è finita, peserà sul lavoro" (1). A
confermare il suo pessimismo, l'allarme dei sindacati sui licenziamenti
nell'industria privata e le rumorose proteste dei "precari della scuola" che
rischiano il posto di lavoro (2).
Il Ministro Tremonti dichiara: "Le banche non possono comandare sui governi e sulla
politica" (3).E Dario di Vico, nel commentare la "agitazione" dei politici
francesi, italiani e tedeschi che vorrebbero mettere un qualche controllo politico
sulle banche e sulle loro politiche, accenna ad un "colbertismo leggero" (4).
A me parte che tutti costoro, volendo tacitare le rispettive opinioni pubbliche,
rilascino dichiarazioni di facciata, senza minimamente incidere sui problemi veri
e reali. In parole chiare e semplici: portano il cane a passeggio. E, difatti.... E
difatti in Italia le azioni della Banca d'Italia erano in mano alle principali banche
che, ai tempi, erano di "diritto pubblico". Poi una dissennata politica di
dismissioni cedette le stesse ai privati. Senza avere l'accortezza di parcheggiare
altrove le azioni della Banca d'Italia. E' finita che la Banca d'Italia nominalmente
è "Banca d'Italia" (= del popolo italiano); ma, nella realtà, la stessa è proprietà
dei banchieri privati. Con nefaste conseguenze.
Il Ministro Tremonti vagheggia da tempo la nazionalizzazione di dette azioni,
ma.... Ma si scontra con l'opposizione interessata dei banchieri e con
l'opposizione disinteressata (?!?) di Draghi, governatore della banca d'Italia. I
quali dicono: "Si deve garantire l'indipendenza della Banca d'Italia dai Governi".
Giusto. Ma chi garantisce la Banca d'Italia e gli Italiani tutti dai banchieri? La
soluzione ci sarebbe. E risolverebbe tutti i problemi: fare del governatore della
Banca d'Italia un "magistrato della Repubblica". Eleggendolo con le stesse
modalità con le quali si elegge il Presidente della Repubblica.
Solo che una simile soluzione tornerebbe gradita agli Italiani ma sgradita ai
banchieri. I quali dicono "indipendenza" ma intendono gli "affaracci loro".
Ragione per cui il Ministro Tremonti, consapevole delle difficoltà, abbaia. Ma si
guarda bene dal mordere. Spetta a noi sollevare il problema ed indirizzare
l'opinione pubblica. Ma ne siamo consapevoli? Ne siamo capaci?
(1) "Napolitano e la crisi" in "Corriere della sera" del 6 settembre 2009, pagina 2;
(2) "Precari in costume, protesta dei prof da Milano a Palermo" in "Corriere della
Sera" del 6 settembre 2009, pagina 20;
(3) "Tremonti: no alle banche troppo grandi" in "Corriere della Sera" del 6 settembre
2009, pagina 3;
(4) "Fillon, la ripresa e i tempi del colbertismo leggero" in "Corriere della Sera"
del 6 settembre 2009, pagina 2.