Le campagne d’Africa di US Army Vicenza
di Antonio Mazzeo - 18/01/2011
Un anno e mezzo fa erano circa 180 i militari e civili assegnati al Comando di US Army Africa a Vicenza. Adesso lo staff della componente terrestre di AFRICOM, l’organismo militare che sovrintende alle operazioni statunitensi nel continente africano, supera già le 400 unità. Pensare che alla sua costituzione, nel dicembre 2008, nella città più militarizzata d’Italia, il ministro Frattini ebbe l’ardire di affermare che con US Army Africa “non ci saranno truppe da combattimento americane assegnate su base permanente a Vicenza, ma solo componenti civili che opereranno nel quadro della NATO”. Di Alleanza atlantica, in verità, nelle missioni africane dei reparti USA non c’è l’ombra; tutto viene pianificato dagli alti comandi AFRICOM di Stoccarda nel rispetto delle linee guida e degli interessi strategici del Dipartimento di Stato e della Difesa. Ad US Army Africa Vicenza (ex Setaf - Southern european task force) il compito di potenziare le capacità di penetrazione delle forze terrestri nei complessi scenari africani e di accrescere la partnership USA con gli eserciti del continente, senza indagare più di tanto sulle pratiche repressive dei regimi o sui passati stragisti e criminali di capi di stato e militari.
Per accelerare la trasformazione operativa dei reparti, dal giugno 2010 US Army Africa ha un nuovo comandante dalla lunga esperienza nei teatri di guerra internazionali, il generale Hogg, già vice-comandante del Combined Security Transition Command in Afghanistan durante l’operazione “Enduring Freedom” e responsabile del maggiore centro di addestramento dell’esercito USA all’estero, il Joint Multinational Training Command di Grafenwöhr (Germania). “US Army Africa sostiene le attività di AFRICOM finalizzate al miglioramento operativo degli eserciti africani e alla promozione di forze militari professionali”, spiegano i portavoce del Comando ospitato a Vicenza. “In Ruanda, il nostro personale lavora insieme ai militari della Gran Bretagna per addestrare i soldati ruandesi e potenziare le loro tecniche d’intervento e la mobilità. Ci sono poi i programmi logistici, le esercitazioni e le missioni di formazione a favore di Algeria, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Ghana, Kenya, Liberia, Libia, Marocco, Namibia, Uganda e Tanzania. Ufficiali di US Army Africa operano congiuntamente con la African Partnership Station (APS), la missione della marina statunitense in Africa occidentale, e con la Combined Joint Task Force – Horn of Africa, la forza militare che opera in Africa orientale con sede a Gibuti”. Sempre più stretti poi i legami con il Coespu (Center of Excellence for the Stability Police Units), il “Centro d’eccellenza” che l’Arma dei Carabinieri ha creato a Vicenza per la “formazione e l’addestramento delle forze di polizia internazionali”. Più volte visitato dal generale William “Kip” Ward, Comandante supremo di AFRICOM, il Coespu ha già “formato” migliaia di poliziotti-militari di ben 12 paesi africani (Benin, Burkina Faso, Camerun, Egitto, Gabon, Kenya, Mali, Marocco, Nigeria, Senegal, Sud Africa, Togo).
L’ultima grande operazione di supervisione e assistenza militare è stata realizzata da US Army Africa a metà dicembre in Burundi. “Il nostro personale ha operato congiuntamente con i militari e i civili delle Burundian Defense Forces a Bujumbura, per migliorare la capacità d’invio aereo di uomini e mezzi a diverse aree del continente africano e utilizzare quanto appreso per implementare nel giugno 2011 l’Africa Deployment Assistance Partnership Team (ADAPT). ADAPT è uno dei tanti programmi AFRICOM finanziati dal Dipartimento di Stato e gestiti direttamente da US Army Africa. Scopo, lo sviluppo delle capacità di proiezione a distanza delle forze armate africane in sostegno delle operazioni di peace-keeping ed emergenza umanitaria in ambito ONU e dell’“inter-operatività con le forze statunitensi per operazioni ed esercitazioni congiunte o combinate”. Il Burundi è ufficialmente impegnato nella missione dell’Unione Africana in Somalia per “stabilizzare” il paese dopo decenni di guerra, ma - come ammesso dagli stessi ufficiali americani – il vero obiettivo della missione è la guerra al gruppo estremista al-Shabaab, ritenuto da Washington il più fedele alleato di Al Qaeda in Corno d’Africa.
Altro importante intervento ADAPT quello svolto nell’agosto 2010 ad Endebbe per istruire 25 ufficiali dell’Uganda People’s Defense Force (altra forza armata impegnata in Somalia) nell’utilizzo dei grandi aerei da trasporto C-130. Il mese dopo, il comandante delle forze armate ugandesi, generale Silver Kayemba, si è recato in visita alla Caserma Ederle di Vicenza per discutere con i responsabili di US Army Africa e del Military Surface Deployement and Distribution Command (SDDC) del futuro della rete ferroviaria del paese africano. Sì, perché tra i molteplici scopi dei militari USA ci sono pure “l’assistenza agli sforzi di ricostruzione delle infrastrutture e il potenziamento della mobilità dell’intera regione”, come ha dichiarato il portavoce di SDDC. “Noi abbiamo già realizzato numerosi studi sul sistema portuale ed altre infrastrutture. US Army Africa ha necessità di sincronizzarsi con SDDC e identificare i luoghi dove condurre in futuro le proprie analisi”. All’orizzonte, dunque, milionarie commesse per le grandi aziende private ed i contractor USA riproducendo in Africa i business della “ricostruzione” in Iraq ed Afghanistan.
Grazie al programma ADAPT, i “consiglieri” USA sono presenti oggi in 8 paesi africani. “Prima del Burundi e dell’Uganda, importanti sessioni di formazione sono state svolte in Ruanda, Ghana e Burkina Faso, ma il numero è destinato a crescere notevolmente nei prossimi anni”, spiegano a Stoccarda. “I programmi e i paesi in cui s’interverrà con ADAPT nei prossimi tre anni sono stati scelti in occasione della Conferenza per la cooperazione alla sicurezza continentale che US Army Africa ha organizzato nell’agosto 2010 a Vicenza, presenti i rappresentanti di AFRICOM e 120 alti ufficiali degli eserciti africani”. Il primo appuntamento previsto è per il marzo-aprile 2011 in Botswana. Le forze terrestri ed aeree locali si addestreranno alla guerra all’interno di un “parco nazionale” dove vivono leoni, coccodrilli, scimmie e altri animali in via d’estinzione.
In Liberia, più di una dozzina di sottufficiali di US Army Africa sono impegnati da diverso tempo come “formatori” nel campo della logistica, della sanità e delle operazioni di polizia militare, grazie al cosiddetto “Liberia Security Sector Reform”, il programma del Dipartimento di Stato per la ricostituzione delle forza armate nazionali. Ufficiali provenienti dalla base veneta si sono affiancati alla US Army Medical Research Unit – Kenya (l’unità dell’esercito USA che opera nella ricerca scientifica e farmaceutica in Africa) per realizzare nuovi “laboratori scientifici” nei centri militari della Liberia. Grazie alla partnership con la controversa unità di ricerca medica, US Army Vicenza è entrata a far parte del pool di supervisori dei famigerati programmi di sperimentazione di nuovi vaccini anti-malarici e farmaci anti-AIDS su decine di migliaia di bambini e neonati africani. Non meno inquietante la missione dell’ufficio medico del Comando di US Army Africa in Marocco. “Dal 14 al 19 novembre abbiamo accompagnato due ufficiali medici marocchini a Fort Detrick, Maryland e in altre importanti infrastrutture militari degli Stati Uniti”, spiegano i responsabili del reparto vicentino. “L’esercito del Marocco sta cercando di costruire ed espandere le proprie capacità di risposta CBRNE (Cimica, Biologica, Radiologica, Nucleare ed Esplosivi). C’è poi in discussione lo studio congiunto di alcune malattie, della loro cura e dei protocolli per la vaccinazione”. I reparti medici statunitensi sono intervenuti nella programmazione e realizzazione di altri “interventi d’emergenza” nel continente (l’ultimo a fianco dell’esercito del Ghana nel novembre 2010) o in occasione delle esercitazioni multinazionali di “risposta umanitaria” in caso di disastri naturali, la più importante delle quali, “Natural Fire 10”, si è tenuta in Uganda con la partecipazione di migliaia di militari di Stati Uniti, Uganda, Ruanda, Burundi, Kenya e Tanzania.
Per rafforzare l’intervento in caso di crisi umanitarie e rendere sempre meno marcate le differenze tra le funzioni militari e gli aspetti più propriamente “civili”, l’esercito USA ha recentemente attivato a Kaiserslautern (Germania) la prima brigata di “affari civili” con base in Europa. “Si tratta della 361st Civil Affairs Brigade e dipende direttamente dal 7th Civil Support Command, l’unico comando fisso esistente dell’US Army Reserve”, ha dichiarato uno dei responsabili, il colonnello Christopher Varhola. “Quali esperti di affari civili, i componenti dell’unità aiuteranno nella ricostruzione infrastrutturale e nel coordinamento del personale AFRICOM ed US Army Africa con le popolazioni civili locali in occasione di interventi umanitari o eventuali operazioni di guerra”. Dal dicembre 2008 anche l’unità statunitense dell’US Army Reserve di stanza nella base segreta di Longare (Vicenza) è stata posta agli ordini del 7th Civil Support Command. Alla vigilia dell’attivazione del Civil Support Team di Longare, i riservisti avevano condotto una esercitazione di 76 giorni nel poligono di Fort Leonard Wood (Missouri) simulando “uno scenario realistico di guerra chimica con l’uso di gas nervini”. Successivamente il CST di Longare ha avviato “corsi basici” per i residenti USA di Vicenza sulle armi nucleari, chimiche e batteriologice e “sull’equipaggiamento personale di protezione”.
Nel 2010 gli instancabili responsabili di US Army Africa hanno girato in lungo e in largo il continente africano tessendo proficue relazioni persino con i vecchi nemici di un tempo. In maggio, l’allora comandante William B. Garrett III, si è spinto fino a Tripoli per incontrare i leader militari libici. Tappa chiave della visita che ha segnato il disgelo tra i generali USA e Gheddafi il quartier generale del North African Regional Capability (NARC), la brigata costituita da cinque paesi africani che può operare per conto dell’Unione Africana in caso d’emergenza. “Uno degli obiettivi di US Army Africa è aiutare la Libia e gli altri membri NARC a trasformare la brigata in una struttura in grado di operare con altre task force d’intervento regionale”, ha dichiarato il generale Garrett. “Questa visita ha enfatizzato l’importanza della standardizzazione degli equipaggiamenti, l’addestramento e la formazione degli ufficiali libici. Questi ultimi sono stati invitati a visitare le Accademie dell’esercito negli Stati Uniti per affrontare i temi della sicurezza delle frontiere, dello scambio d’informazioni in ambito medico e delle procedure nel settore elicotteristico”. Per rafforzare il duplice impegno contro migranti e terroristi, nel dicembre 2010 il nuovo comandante di US Army Africa, generale Hogg, si è recato in visita in Algeria. “L’odierno status delle operazioni anti-terroristiche nel Sahel è un work in progress”, ha spiegato Hogg. “Nei prossimi mesi realizzeremo attività di addestramento delle forze terrestri algerine nel campo dell’intelligence e della lotta al terrorismo e in futuro ci sarà anche la visita di militari algerini negli Stati Uniti”. Un mese dopo ad Algeri sono scoppiati i tumulti popolari per il diritto al pane. Un’ottima occasione per polizia ed esercito per sperimentare sul campo gli utili suggerimenti dei “consiglieri” di US Army Vicenza.