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L'arma finale

di Gianluca Freda - 20/01/2011



OK, chiedo una tregua. Per quanto giornali come Repubblica e il Corriere siano il nemico contro cui combatto quotidianamente e benché io continui a considerarli un obiettivo da annichilire, devo ammettere che la strategia da essi messa in campo negli ultimi giorni ha ottenuto l’efficace risultato di portarmi allo stremo delle forze. Ho bisogno di tempo per rimettermi in sesto e riorganizzare una difesa, dunque propongo loro una temporanea sospensione delle ostilità. Chiedo che, da parte loro, si sospenda il giornaliero bombardamento delle edicole con titoloni a dodici colonne su Ruby, sul bunga-bunga, sulle interviste alle troie, sulle intercettazioni telefoniche delle troie, sulle opinioni del papa, dei vescovi e dei cardinali riguardo alle conversazioni delle troie intercettate. Non ne posso più. Invoco un briciolo di umana pietà e il rispetto di ciò che resta delle convenzioni ginevrine. Non ho mai visto in vita mia tanta merda scaricata da un unico centro di propagazione in un così breve lasso di tempo da quando il mio padrone di casa comprò lo spandiletame a ventola rinforzata per il suo campo di girasoli. Basta! Pietà! 

Il fetore della merda giornalistica lanciata da questi scribacchini ammorba ormai ogni casa, ogni quartiere, ogni rifugio antiaereo. Non c’è verso di sfuggire alle esalazioni nemmeno spegnendo radio e TV e rifugiandosi sui siti d’informazione alternativa. Queste sono armi chimiche, di cui – lo ricordo ai fautori della legalità internazionale – l’ONU ha vietato la produzione e lo stoccaggio nel 1993, con apposita convenzione. 

Se da parte di costoro non venisse immediatamente sospeso l’uso indiscriminato di questi puzzolentissimi ordigni inconvenzionali di distruzione di massa, anche la mia reazione rischierebbe di essere spropositata e foriera di conseguenze imprevedibili. Dunque, ecco la mia proposta: loro la piantano di riempire edicole e telegiornali della loro merda; e io, in cambio, rinuncio – mi spiace dover ricorrere ad una minaccia così grave – a mettere in campo la mia arma fine-di-mondo. Lo so, esistono trattati di non proliferazione e princìpi morali da cui nessun uomo dovrebbe prescindere, anche se posto di fronte alle offensive propagandistiche più devastanti. Ma il fetore dei loro scoop pestilenziali mi ha privato di ogni facoltà di raziocinio. Perciò li avviso: o interrompono im-me-dia-ta-men-te la nuova ondata di propaganda antiberlusconiana oppure – che Dio mi perdoni – sarò costretto ad adottare l’unica opzione difensiva possibile, un’opzione tenuta chiusa a chiave per 17 anni in una cassaforte di massima sicurezza, sorvegliata a vista da guardie armate e da mitragliatrici a puntamento laser sensibili al calore e al movimento. E’ il mio ultimo avviso: piantatela, o alle prossime elezioni tiro fuori la mia scheda elettorale e voto per Berlusconi! 

Non me ne frega niente se è un personaggio insopportabile, incapace, corrotto e femminaro. Ciò che in questo momento sta appestando l’aria del paese non sono le sue trame e le sue piccole e grandi meschinità umane, ma il modo in cui queste bassezze vengono spacciate a mezzo stampa per discorso politico, non avendo nessun discorso politico più elevato da contrapporre a tanto nulla. Meglio il nulla politico inodore e insapore di Berlusconi, piuttosto che il nulla maleolente di chiavica dei suoi miserabili avversari, così inetti ed intellettualmente fradici da dover ricorrere al gossip, anziché ai programmi, per aver ragione del nemico. 

Non me ne frega niente se Berlusconi è politicamente finito. Quale sarebbe l’alternativa che Repubblica propone mentre spara contro il cadavere del liftato le sue poderose bordate di escrementi? Fini? Tremonti? Magari Bersani o Vendola? Sarebbero questi i moralizzatori che dovrebbero rimpiazzare il laido seduttore di minorenni? Preferisco il seduttore, grazie. Anche da salma imbalsamata sarebbe comunque più umano e meno pericoloso dei cyborg filo-statunitensi che stanno cercando di cancellarne i resti, allo scopo di chiudere una volta per tutte – come prescritto dal loro programma - l’ultima feritoia d’areazione della prigione israelo-americana in cui l’Italia si trova rinchiusa. Non me ne frega niente se l’età e gli eccessi carnali hanno portato l’ex palazzinaro massonico allo scimunimento completo. E’ vero: solo un totale scimunito potrebbe ancora accusare i “magistrati comunisti” e la “stampa comunista” della campagna diffamatoria in atto ai suoi danni. Sorry, ma se c’è una cosa che i regimi comunisti non hanno mai fatto è scatenare contro gli avversari politici offensive di così infimo e schifoso livello. Da loro i dirigenti il cui potere si affievoliva finivano direttamente nel gulag, di fronte al plotone d’esecuzione o – nella migliore delle ipotesi – relegati in qualche ricca e solitaria dacia sul Mar Nero; tutte forme di destituzione politica molto più rispettose tanto della dignità dell’avversario quanto dell’olfatto dei sudditi, per non dire della pubblica decenza. No, povero nano folle, questo strabordare di liquame giornalistico non ricorda neanche lontanamente l’odore del comunismo. Esso ha il fetore inconfondibile del puritanesimo anglosassone, della pruderie bigotta dei padri pellegrini, della pettegola ignoranza da comari di cui si cibano mostruosamente le democrazie. Anche tu te ne sei cibato alla grande, povero il mio nano, quindi dovresti riconoscerla a naso, se non fossi ridotto in queste condizioni miserande. E però, come diceva il Guicciardini, “accade che qualche volta e’ pazzi fanno maggiori cose che e’ savi”. Se messo alle strette, preferisco vedere alla guida del governo un maniaco sessuale schizofrenico e imprevedibile piuttosto che un’ordinata schiera di servi del nemico in livrea, nel pieno delle proprie facoltà razionali. Tempi disperati richiedono scelte disperate. 

Non me ne frega niente nemmeno del fatto che anche in Italia, come in ogni democrazia che si rispetti, il voto dei cittadini valga quanto il due di bastoni quando briscola è coppe. Lo so, le democrazie sono state inventate appunto per questo: rendere i cittadini del tutto irrilevanti, confinando ad un segno a matita apposto su una scheda la loro unica possibilità d’intervento nella vita politica. Voi, cari amici dell’informazione fognaria, siete convinti che anche il mio voto per Berlusconi non conterà un tubo se così decreteranno i poteri internazionali, nei luoghi segreti in cui realmente si decide del destino delle nazioni. E avreste ragione, se non fosse per il fatto che Berlusconi non è un candidato qualsiasi. Possiede denaro. Possiede televisioni con cui può contrastare le vostre cannonate di merda con granate dello stesso calibro e caricate della stessa sostanza. Possiede contatti internazionali che ai padroni che vi forniscono titoli e palinsesti danno molto fastidio e fanno anche un po’ paura. Volete metterlo all’angolo? Bene, io ho la possibilità – se mi ci costringete – di liberargli un po’ di spazio per reagire. Ho la possibilità di fornirgli quel massiccio appoggio popolare che da solo non conta nulla, ma che unito al denaro, al controllo di una parte dei mezzi d’informazione e alle alleanze internazionali può scatenare un bel putiferio. Proprio quel putiferio che i vostri padroni cercano disperatamente di scongiurare quando vi dettano i titoli di merda che spalmate con le dita sulle prime pagine. Avete presente quel che è successo in Venezuela con Chavez? E quello che sta succedendo in Libano, con Hezbollah che ha fatto saltare il governo grazie all’appoggio economico e alle armi dell’Iran? Pensateci. Pensate a quel che succederebbe ai vostri fogliacci scandalistici e ai vostri preziosi deretani se anche in Italia si scatenasse una simile rivoluzione. Una rivoluzione vera, progettata e gestita dalle élite di potere internazionali che sono a capo delle nazioni emergenti, non le improbabili “rivoluzioni” decotte di operai e di studenti straccioni di cui andate cianciando nei vostri deliranti editoriali scalfarici. Fareste la fine che Berlusconi, se non fosse il patetico e imprevidente barzellettiere da crociera che è, avrebbe già dovuto farvi fare da tempo: tutti al muro o al gulag o nella comoda dacia sul Mar Nero a guardare il sol dell’avvenire che sorge e tramonta. Sono diciassette anni che quel povero idiota, per pietà nei vostri confronti, vi definisce “stampa comunista”, facendo così il vostro gioco nel nascondere all’opinione pubblica la vostra vera natura. Pensate a cosa accadrebbe se iniziasse, finalmente, ad additarvi per ciò che realmente siete: stampa sionista, stampa al soldo degli americani, stampa venduta ai carnefici e agli affamatori del nostro paese. Avreste voglia a cercare di farvi scudo con il culo di Ruby. Non vi basterebbe neanche quello di Giuliano Ferrara. 

Prendetevi il tempo che volete. Riflettete pure sulla mia proposta di tregua valutandone tutte le possibili implicazioni. 

Considerate tutte le variabili in gioco e appena avrete deciso fatemi avere una risposta. Io aspetto. 

Sappiate che questo è il mio ultimo avvertimento. Poi sarà guerra, con tutti i mezzi a mia disposizione.