Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La quarta dimensione

La quarta dimensione

di Alain de Benoist - 13/05/2011

http://giornalaio.files.wordpress.com/2009/06/escher.jpg

Tre grandi dottrine politiche concorrenti sono state generate, una dopo l'altra, dalla modernità: il liberalismo nel XVIII secolo, il socialismo nel XIX secolo, il fascismo nel XX secolo. L'ultima  apparsa sulla scena, il fascismo, è anche quella che è scomparsa più in fretta. La caduta del sistema sovietico non ha posto fine'alle aspirazioni socialisti, e perfino neanche all'idea comunista. Il liberalismo, dal canto suo, sembra essere il grande vincitore della competizione. Sono comunque i suoi principi, veicolati dall'ideologia dei diritti dell'uomo, a dominare all'interno della Nuova Classe planetaria, e continuano ad essere oggi i più diffusi nel contesto della globalizzazione. Nessuna dottrina è completamente falsa. Essa con-tiene sempre qualche elemento di verità. Tracciamone un (più che) rapido panorama. Del liberalismo sono da conservare l'idea di libertà, associata a quella di responsabilità, il rifiuto dei determinismi eccessivamente rigidi, il concetto di autonomia, la critica dello statalismo, una certa tendenza girondina e de-centralizzatrice. Sono da respingere l'individualismo possessivo, la concezione antropologica di un produttore-consumatore alla ricerca del maggiore interesse per effetto di quella che Adam Smith chiamava la sua «inclinazione a trafficare», ovvero la sua propensione allo scambio, l'ideologia del progresso, la mentalità borghese, il primato dei valori utilitari e mercantili, il paradigma del mercato ed infine il capitalismo. Del socialismo sono da conservare la critica alla logica del capitale, che è stato il primo ad analizzare in tutte le sue dimensioni economiche ed extraeconomiche, il senso di ciò che è comune e l'esigenza di rinnovarlo, l'idea che la società si definisce come un tutto (l'olismo, fondatore della sociologia), la volontà di emancipazione, il concetto di solidarietà, l'idea di giustizia sociale. Sono da respingere lo storicismo, lo statalismo, la tendenza all'egualitarismo e all'ipermoralismo pietistico. Del fascismo sono da conservare l'affermazione della specificità e dell'identità dei popoli e delle culture nazionali, il gusto dei valori eroici, il legame fra l'etica e l'estetica. Sono da respingere la metafisica della soggettività, il nazionalismo, il darwinismo sociale, il razzismo, l'ordine morale, l'antifemminismo viscerale, il culto del capo e' di nuovo lo statalismo. La quarta teoria politica, quella di cui il XXI secolo ha, con ogni evidenza, bisogno, sarà una dottrina radicalmente nuova oppure realizzerà la sintesi di ciò che vi era di meglio in quelle che l'hanno preceduta? 

Il XXI secolo sarà altresì quello del quarto Nomos della Terra (l'ordine generale delle relazioni di potere su scala internazionale). Il primo Nomos, quello dei popoli che vivevano relativamente in disparte gli uni dagli altri, è finito con la scoperta del Nuovo Mondo. Il secondo Nomos, rappresentato dall'ordine eurocentrico degli Stati moderni (l'ordine westfaliano), si è concluso con la prima guerra mondiale. Il terzo Nomos è stato quello che ha regnato a partire dal 1945, con il sistema di Yalta e il condomi-nio americano-sovietico. Cosa sarà il quarto Nomos? Esso può assumere la forma di un mondo unipolare americanocentrico, di un vasto mercato planetario, vale a dire di un'immensa zona di libero scambio, o al contrario di un mondo multipolare in cui i grandi blocchi continentali, nel contempo potenze autonome e crogioli di civiltà, svolgerebbero un ruolo regolato, re nei confronti della globalizzazione, preservando in tal modo la diversità dei modi di vita e delle culture che costituiscono la ricchezza dell'umanità. Si può però dire anche che siamo entrati in una quarta guerra mondiale. La prima guerra mondiale (1914- 18), conclusasi a profitto della City di Londra, era sfociata nello smantellamento degli imperi austroungarico e ottomano. I due grandi vincitori della seconda guerra mondiale (1939-45) sono stati gli Stati Uniti d'America e la Russia staliniana. La terza guerra mondiale corrisponde alla guerra fredda (1945-89). Essa è terminata con la caduta del Muro di Berlino e con la disintegrazione del sistema sovietico, a vantaggio soprattutto di Washington. La quarta guerra mondiale è iniziata nel 1991. E la guerra degli Stati Uniti contro il resto del mondo, una guerra multiforme, tanto militare quanto economica, finanziaria, tecnologica e culturale, indissociabile dall'appropriazione generale del mondo da parte dell'infinitezza del capitale. L'evoluzione della guerra non dipende solamente dalle avanzate tecnologiche in materia di armamenti, ma anche dal succedersi delle istituzioni e delle forme politiche alle quali essa è stata sempre legata. Si può dire, così, che anche le forme strettamente militari di conflitto hanno conosciuto quattro fasi successive all'epoca moderna: dapprima la guerra degli Stati sovrani, legata all'apparizione della politica moderna con Hobbes e Machiavelli, attraverso lo spodestamento della teologia a profitto della sovranità strettamente politica. Le guerre vengono allora condotte in nome dell'esclusivo interesse degli Stati. Sono ancora guerre limitate e circoscritte, guerre a justus hostis, in cui prima di tutto si difende un ordine politico particolare. Viene poi la "guerra democratica" dei popoli diventati a loro volta sovrani nel XVIII secolo (che è anche quella dei partigiani irregolari, con le prime guerriglie, nel contesto di una ascesa dei nazionalismi), nella quale si difende prima di tutto un territorio. Nel XIX secolo si vede fare la sua comparsa la guerra in nome dell'umanità, moralizzante e criminalizzante, che è anche una guerra ideologica nella quale si difendono prima di tutto dei principi astratti. Essa segna già il ritorno della "guerra giuste (la cui prima forma è la guerra di secessione americana). La quarta forma di guerra è oggi la guerra contro il "terrore" (o "guerra stellare"), che è anche una guerra asimmetrica e locale. Da molteplici punti di vista, siamo così entrati nella quarta dimensione. L'ingresso in questa quarta dimensione ci fa avvicinare all'ora della verità. Si tratta di capire, quali saranno, in questo nuovo secolo, la configurazione generale delle cose, le principali linee di forza, le principali poste in gioco, gli spartiacque de-cisivi. Per il momento, siamo ancora nell'interregno. Ma già sin d'ora si pone l'interrogativo essenziale: l'enigma del soggetto storico in un mondo nel quale il dominio della Forma-Capitale, che pure è sottoposta a terribili contraddizioni interne, sembra rafforzarsi ogni giorno. Quale sarà il soggetto storico che farà precipitare le cose? Essere un soggetto storico e non un oggetto dell'altrui storia esige una piena coscienza di sé, oltre che la coscienza del modo in cui essa può dispiegarsi andando incontro alle sue possibilità. Heidegger parlava del Dasein, quell'esser-ci che è tessuto dal tempo vissuto, che è sempre in attesa di se stesso. Vi è un Dasein dei popoli, nel significato politico di questo termine. I popoli sono in attesa della fine della loro alienazione in quanto popoli. Di fronte a quella forma oggettivata del lavoro che è il capitale, debbono affermarsi come il soggetto storico del nostro tempo, onde ridiventare i soggetti delle proprie prassi sociali.