Truffa democratica
di Massimo Fini - 23/05/2011
Me lo aspettavo. Me lo aspettavo che le rivolte magrebine si sarebbero estese ai Paesi democratici del Mediterraneo. Ha cominciato la Spagna. Decine di migliaia di giovani che si definiscono 'indignados' occupano da giorni Puerta del Sol a Madrid, l'ombelico della vita e del potere spagnolo (che ha lo stesso significato simbolico di piazza Tahrir del Cairo) le piazze di Barcellona, di Siviglia, di Granada e di decine di altre città iberiche. Gli 'indignados' si sono autoconvocati, come in Tunisia, come in Egitto, attraverso Internet, Twitter, Facebook. Ma la similitudine non si ferma a queste somiglianze formali. I contenuti sono gli stessi. In Tunisia il detonatore della rivolta fu la tragedia di un giovane ingegnere che, costretto a fare l'ambulante, si diede fuoco quando gli fu sequestrata la sua misera bancarella. Anche in Spagna, come del resto in Italia, esiste una disoccupazione intellettuale giovanile altissima. Sono gli effetti combinati della modernizazione e della globalizzazione che è, in estrema sintesi, una spietata gara fra Stati, per rimanere competitivi, per restare sul mercato, che ha strangolato prima i Paesi del Terzo Mondo poi Paesi più strutturati, come la Tunisia, l'Egitto, l'Algeria e ora lambisce le coste del mediterraneo occidentale, la Grecia, il Portogallo, la Spagna e, nonostante tutte le rassicurazioni in contrario, anche l'Italia. La competizione globale esige dalle popolazioni più lavoro, salari ridotti al minimo, mestieri precari o semplicemente mancanza di lavoro oltre che di un futuro. "In questo caso però - scrive il Corriere - il tiranno da combattere non ha un volto nè un nome". Invece un volto e un nome ce l'ha: si chiama democrazia rappresentativa. Sotto la spinta del collasso economico globale i giovani, e i meno giovani, stanno finalmente scoprendo quello che a me è parso chiaro da anni ('Sudditi. Manifesto contro la democrazia', 2002) e cioè che la democrazia rappresentativa non è la democrazia ma una truffa ben congegnata (e infatti gli 'indignados' invocano 'Democracia real va', democrazia vera, ora). La democrazia rappresentativa è un sistema di minoranze organizzate, di oligarchie, politiche ed economiche, che escludono il cittadino che non ne fa parte da ogni momento decisionale ingannandolo col rito elettorale. E infatti la contestazione degli 'indignados' è contro i partiti, contro le banche, contro il sistema elettorale. Gli 'indignados' sono degli anti-sistema, che non contestano questa o quella forza politica, ma, più o meno consciamente, l'intero modello di sviluppo occidentale che ha ormai occupato tutto il mondo e ha ridotto il cittadino, l'essere umano, all'inesistenza di cui ora sembra rendersi finalmente conto.
Chissà se gli 'indignados' arriveranno anche in Italia. O se, slombati come siamo, ci accontenteremo della vittoria di Pisapia sulla Moratti, del trionfo di un ex magistrato ambiguo come De Magistris sul PD o del fatto che Berlusconi dovrà alla fine sgombrare il campo. Che sono tutti dettagli che, chiunque comandi, cambiano forse l'estetica ma non la polpa del sistema.