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In attesa della rivolta (del ceto medio)

di Pierluigi Battista - 18/07/2011

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E adesso, chi darà ascolto alla rabbia sorda del ceto medio angariato? Chi rappresenterà i milioni di italiani stritolati da una manovra che li scaraventa nell’angoscia personale e sociale, che si sentono svuotati, impoveriti, trattati come limoni da spremere e buttare via? Dicevano: mai le mani nelle tasche degli italiani. E invece sono state sfondate, quelle tasche, da chi aveva promesso la riforma tributaria e invece ha usato la mannaia del fisco per decapitare chi aveva creduto alla chimera del «meno tasse per tutti» . E adesso, che ne sarà dei «Piccoli» inviperiti descritti da Dario Di Vico, senza ossigeno, umiliati, massacrati, esposti al ludibrio sociale come se il popolo delle partite Iva fosse una masnada di evasori, di avidi neoborghesi (quelli vecchi se la cavano meglio, per via dello stile e dell’aria baronale che incanta la sinistra succube del blasone e dell’etichetta) che credono in una sola divinità, il denaro, e praticano una sola liturgia, l’accumulazione selvaggia della ricchezza? Lasciati soli, senza voce, senza rappresentanza, come sfogheranno la loro ira, il dolore di un tradimento imperdonabile? Per difendersi dalla sinistra che lo disprezzava, il nuovo, immenso ceto medio si è rivolto a chi almeno non criminalizzava il denaro, l’impresa, il lavoro, il profitto. Ecco i risultati: il massacro di una manovra che mortifica ogni slancio economico, declassa chi si sentiva al sicuro nell’alveo del benessere. Oppure gli ispettori di Equitalia sguinzagliati per fare di chi possiede un’automobile un potenziale colpevole, di chi è proprietario di case un potenziale delinquente sociale da scovare, inchiodare, umiliare, mettere nelle condizioni di non nuocere. La sinistra diceva: colpire le rendite finanziarie. E il ceto medio, perplesso, si chiedeva se sotto quel nome disonorato, «rendite finanziarie» , non ci fosse anche il frutto dell’onesto risparmio, di ciò che resta di un reddito peraltro già tassato. E ha riposto la fiducia in chi non sembrava che considerasse il denaro onestamente accumulato come lo sterco del demonio: la vera molla del consenso berlusconiano, altro che la tv, come si consola la nostra sinistra premoderna, anzi medievale. Invece? Invece ecco la fine di ogni senso di tutela e di protezione. L’abbandono. Il tradimento. Come si esprimerà il furore del ceto medio dato in pasto alle agenzie internazionali di rating? Se esistesse un’ambasciata dell'Unione Europea, prenderebbero i forconi per andarla ad assaltare, i moderati che si riscopriranno rivoluzionari, rivoltosi, pronti all’insurrezione. Sentiranno di avere un governo nemico, un’opposizione nemica, un fisco nemico, un’Europa nemica, banche nemiche, partiti nemici, giornali nemici. Riverseranno non si sa dove la loro ira funesta. Scateneranno la nuova lotta di classe, quelli del ceto medio pugnalato alle spalle. Cercheranno di non fallire, e di fare in tempo ad assistere al fallimento storico di chi doveva rappresentarli ma ha messo nelle sue insegne lo slogan: «Più tasse per tutti» .