Chi oggi ha trent'anni e trova un lavoro non percepirà pensione. Far slittare l'età pensionabile innalzerà ancora di più il tasso di disoccupazione giovanile. La manovra votata dalla casta non va. Ma la classe politica attuale non capisce che sta segando il ramo sul quale è appoggiata L'età pensionabile slitta a 70 anni. Che è un po' come dire, in pensione non ci vai più... E' proprio così. Questo slittamento continuo è una disperata ricerca di far quadrare il cerchio, perché la sostanza è che da un lato noi abbiamo un'assoluta mancanza di posti di lavoro per le nuove generazioni che richiederebbero un avvicendamento. Sarebbe nella logica delle cose. Dall'altra parte abbiamo un'altrettanta disperata ricerca di riduzione del peso sulla collettività e sulle finanze pubbliche delle pensioni degli anziani e quindi il tentativo di prolungare la vita lavorativa della gente fino al possibile. E' chiaro a chiunque che queste due cose sono in aperta contraddizione tra di loro e sono assolutamente irrisolvibili all'interno dell'attuale sistema di idee che riguardano lo sviluppo economico e la previdenza sociale. Se ci fosse un minimo di ragionevolezza, si metterebbe in piedi un comitato di emergenza capace di affrontare questo problema modificando le regole, perché con queste regole è chiaro che si va verso una disoccupazione giovanile di massa e un ulteriore sistematico aumento dell'età pensionabile. E' vero che i miglioramenti e i progressi della scienza medica stanno producendo un, seppur lento, incremento dell'aspettativa media di vita alla nascita dei cittadini e che le migliori condizioni sanitarie consentono alla gente di lavorare più a lungo, e forse è perfino utile e socialmente perseguibile l'idea che la gente possa avere una lunga vita attiva. Ma la sostanza è che questo modo di affrontare la questione rende impossibile la soluzione di un gigantesco problema sociale. C'è un difetto, un errore di funzionamento, questo errore di funzionamento deve essere modificato. Il mio giudizio è che l'unico modo per modificare questo errore di funzionamento è mettere in discussione il Pil, la sua crescita come unico criterio di riferimento per l'economia di un paese. Intanto Tremonti parla di Titanic, dove non si salva neanche la prima classe. E invece la manovra non tocca la casta. Neanche stavolta... Penso che questo fa il paio con il ragionamento che dicevo prima. Coloro che stanno dirigendo il paese, sono del tutto incapaci di affrontare le questioni che hanno di fronte. Parlo non solo di egoismo, perché c'è un egoismo che può apparire stupido ma che comunque produce a chi lo esercita un certo vantaggio. In realtà l'egoismo delle classi dirigenti è talmente stupido che finisce per mettere in discussione lo stesso sistema nel quale queste classi dirigenti stanno prosperando. Intendo dire che non credo che si possa aspettare a lungo un'esplosione sociale in queste condizioni. Abbiamo di fronte la Grecia che ci fornisce già un esempio, abbiamo di fronte sintomi molto rilevanti che stanno avvenendo in Spagna, per esempio e anche in Italia. In poche parole, questa gente sta pensando ai fatti suoi, mentre sta proponendo al paese la fine del patto sociale che ha retto la Democrazia italiana negli ultimi 50 anni. Fino a ora questo patto sociale aveva potuto reggere sulla base del fatto che c'era stata distribuzione delle risorse relativamente equa, i più ricchi continuavano a arricchirsi ma i meno ricchi e i ceti medi avevano la possibilità di sviluppare i propri consumi, il proprio tenore di vita, quindi una larga fetta della popolazione godeva dei vantaggi di questo sviluppo. In questo frangente, in questi ultimi anni, sta ormai diventando evidente, sta esplodendo una situazione nuova in cui milioni di persone vengono ricacciati indietro, o nella miseria o sul filo della sussistenza e questa svolta riguarda non soltanto le categorie meno difese della popolazione, ma anche importanti fasce dei ceti medi che fino a ieri vivevano bene e adesso cominciano a guardare a fine mese con qualche preoccupazione, se non con grande inquietudine. La manovra è concepita esattamente nella direzione di produrre questo disastro, perché se il numero delle famiglie meno abbienti o in crisi sale dai 6 milioni di qualche anno fa, agli 8 milioni di adesso (e sono cifre secondo me largamente al di sotto della verità) noi ci troviamo alla vigilia di una gigantesca crisi sociale e quindi la questione che dovrebbero affrontare i membri della casta sarebbe quella di chiedersi: ma stiamo facendo saltare il nostro stesso sistema in cui abbiamo prosperato o no? Questo è quello che non vedono, non si rendono conto che stanno segando il ramo su cui stanno seduti, lo dico semplicemente per il loro bene e il loro futuro... "poverini". Sono già benestanti, ricchi, ben sistemati ma sono così stupidi da non capire che stanno mettendo in discussione il loro stesso tenore di vita. Alla lunga finisce che andiamo verso un'esplosione nessuno ha garantito che l'equilibrio sociale, negli ultimi 50 anni in queste condizioni può essere mantenuto. E i giovani italiani continuano ad emigrare all'estero. Che futuro ha questa nazione, senza i suoi giovani? Intanto vorrei ricordare a tutti i leghisti che l'Italia sarà invasa da migliaia e migliaia di immigrati, per cui è chiaro che avremo una mutazione inevitabile di grandi proporzioni, della stessa composizione etnica del nostro paese. Poi, la generazione attuale dei giovani in queste condizioni, non può trovare lavoro e non avrà la pensione. Noi dobbiamo prevedere che tra 30 anni, supposto che tutte le altre cose stiano in piedi così come sono, cosa che dubito, avremo 3 o 4 milioni di persone che sono ormai alla soglia dell'uscita dell'attività lavorativa e non avranno nessun reddito con cui vivere. Questo da solo dovrebbe farci capire dove ci troviamo, se avessimo una classe politica all'altezza intellettuale. Ma abbiamo una classe politica che è stata selezionata per ridurre le sue capacità intellettuali in tutti questi ultimi 30 anni, abbiamo dei membri del Parlamento che sono perfino incapaci di capire queste cose elementari che sto dicendo. Se non fossero incapaci di capire qualcuno di loro prenderebbe l'iniziativa, ma siccome sono incapaci di capire, noi abbiamo una classe dirigente di minus habens e questo spiega quasi tutto sulla necessità di liberarci di questa classe dirigente.
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