La fusione esplosiva della finanza globale
di Global Europe Anticipation Bulletin - 21/09/2011
Gli analisti economici del Global Europe Anticipation Bulletin (GEAB) ci hanno abituato, un bollettino dopo l'altro, a punti di vista originali sulla Grande Crisi. Non fa eccezione il recente Bollettino n. 57, intitolato "Crisi sistemica globale - Quarto trimestre 2011: fusione esplosiva delle attività finanziarie globali", tradotto da informazionescorretta.blogspot.com. Al di là dell'effettiva capacità di predizione, sono interessanti le fonti e i collegamenti richiamati.
Come anticipato da LEAP/E2020 fin dal Novembre del 2010, e spesso ripetuto fino a Giugno del 2011, la seconda metà del 2011 è iniziata con un’improvvisa e più grande ricaduta nella crisi. Quasi 10.000 dei 15.000 miliardi di dollari di asset fantasma annunciati nel GEAB N. 56, sono già andati in fumo.
Il resto (e probabilmente molto di più) sparirà nel quarto trimestre del 2011, che sarà segnato da ciò che il nostro team chiama "fusione esplosiva delle attività finanziarie globali".
I due maggiori centri finanziari mondiali, Wall Street a New York e la City a Londra, saranno i "reattori preferiti" di questa fusione.
E, come predetto da LEAP/E2020 per parecchi mesi, è proprio la soluzione ai problemi del debito pubblico in alcuni paesi di Eurolandia che consentirà a questa reazione di raggiungere la massa critica, dopo la quale nulla sarà più controllabile; ma il carico di carburante che alimenterà la reazione e la trasformerà in un vero e proprio shock globale (1) si trova negli Stati Uniti. Dal Luglio del 2011 abbiamo solo iniziato il processo che ha portato a questa situazione: il peggio è davanti a noi, ed è molto vicino!
In questo numero abbiamo scelto di affrontare, molto direttamente, la grande manipolazione organizzata intorno alla crisi greca ed all'Euro (2), nel mentre descriviamo il suo legame diretto con il processo di fusione esplosiva delle attività finanziarie in tutto il mondo.
Sempre in questo numero, LEAP/E2020 presenta le sue previsioni per il mercato dell'oro nel periodo 2012-2014, così come l’analisi sul neo-protezionismo che sarà introdotto a partire dalla fine del 2012. In aggiunta alle nostre raccomandazioni mensili sulla Svizzera ed il Franco svizzero, sulle valute, sull’immobiliare e sui mercati finanziari, presentiamo anche la nostra consulenza strategica per i leaders del G20, a meno di due mesi dal vertice del G20 che si terrà a Cannes.
Indice della produzione economica USA (1974-2011) (ombreggiatura grigia: recessione; linea tratteggiata blu: allarme recessione; linea blu: indice della produzione economica e, in rosso, previsione per il 3° e 4° trimestre 2011) - Fonte: Streetalk/Mauldin, 08/2011
Crisi greca ed Euro: dettaglio dell’enorme manipolazione in corso
Ma torniamo alla Grecia ed a ciò che comincia ad essere una "ripetitiva vecchia storia” (3) che, come abbiamo già spiegato, torna sul palcoscenico dei media ogni volta che Washington e Londra sono in grave difficoltà (4).
Inoltre, ed in coincidenza, l'Estate è stata disastrosa per gli Stati Uniti, che ora sono in recessione (5); in effetti si è visto il taglio del loro rating (un evento ritenuto impensabile, solo sei mesi fa, da parte di tutti gli "esperti") e si è resa evidente, ad un mondo stupito, la diffusa paralisi delle loro politiche di sistema (6), pur essendo tutti gli altri incapaci di mettere in atto qualsiasi seria misura per ridurre i loro rispettivi deficit (7).
Allo stesso tempo, il Regno Unito sta sprofondando nella depressione (8), con scontri di rara violenza, una politica di austerità che non riesce a controllare il deficit di bilancio (9), mentre precipita il paese in una crisi sociale senza precedenti (10), con una coalizione di governo che non sa nemmeno perché governa insieme, con sullo sfondo lo scandalo della collusione tra i leaders politici e l'impero di Murdoch.
Nessun dubbio, in un tale contesto, che tutto era maturo per un rilancio dei media sulla crisi greca e sul suo corollario, la fine dell’Euro!
Se LEAP/E2020 dovesse riassumere lo scenario nello "stile Hollywood o Fox News" (11), avremmo la seguente trama: "Mentre l’iceberg Stati Uniti sta speronando il Titanic, l'equipaggio guida i passeggeri alla caccia di pericolosi terroristi greci che potrebbero avere nascosto delle bombe a bordo!".
In termini di propaganda, è una ricetta ben nota: si tratta di un diversivo per permettere, innanzitutto, il salvataggio dei passeggeri che si vogliono salvare (l'élite informata, consapevole che non ci sono terroristi greci a bordo), poiché non tutti possono essere salvati, e poi nascondere la vera natura del problema per tutto il tempo possibile, per evitare una rivolta a bordo (inclusi alcuni membri dell'equipaggio, che credono sinceramente che ci siano davvero delle bombe a bordo).
Concentrandosi sui retroscena, dobbiamo sottolineare che i "promotori" di una crisi greca, presentata come fatale per l'Euro, hanno ripetuto il concetto per quasi due anni, senza che nessuna delle loro previsioni si sia avverata (12 ).
I fatti sono chiari: nonostante il clamore dei media, che avrebbero visto la fuoriuscita di molte economie e delle loro valute (13), l'Euro è stabile, Eurolandia è cresciuta a passi da gigante in termini d’integrazione (14), e si appresta ad irrompere in modo ancor più spettacolare verso nuovi territori (15); i paesi emergenti continuano la riconversione dei T-bonds USA e comprano il debito di Eurolandia, mentre l'uscita della Grecia dall’Eurozona è ancora completamente al di là di qualsiasi considerazione, se non negli articoli dei media anglosassoni, i cui giornalisti non hanno in generale alcuna idea delle funzioni dell'Unione Europea, ed ancor meno delle forti tendenze che la determinano.
Confronto dei dati economici Eurolandia-USA (2010) (debito dello Stato, disoccupazione, crescita del PIL, saldo di conto corrente) - Fonte: Spiegel, 07/2011
Ora, il nostro team non può far nulla per coloro che vogliono continuare a perdere soldi scommettendo sul crollo dell’Euro (16), sulla parità Euro-Dollaro, o sull’uscita da Eurolandia dalla Grecia (17).
Queste persone sono le stesse che hanno speso molti soldi per proteggersi dalla cosiddetta "epidemia globale H1N1" che esperti, politici e media di ogni tipo hanno "venduto" per mesi alle persone di tutto il mondo, e che si è rivelata essere un’enorme farsa alimentata in parte da aziende farmaceutiche e dalle cricche di esperti ai loro ordini (18).
Il resto, come sempre, è autoalimentato dalla mancanza di pensiero (19), dal sensazionalismo e dal conformismo dei media tradizionali.
Nel caso della crisi Euro-Grecia, lo scenario è similare, con Wall Street e City nel ruolo delle aziende farmaceutiche (20).
Quando Wall Street e la City entrano nel panico davanti alle soluzioni ideate per Eurolandia
Infatti, ricordiamo che ciò che spaventa Wall Street e la City sono le lezioni che i leaders ed il popolo di Eurolandia hanno appreso da questi tre anni di crisi e dalle soluzioni inefficaci che sono state applicate.
La natura di Eurolandia crea uno spazio di discussione senza equivalenti nella capacità d’intendere dell’elite e dell’opinione pubblica americana e britannica. Ed è questo che disturba Wall Street e la City, che cercano sistematicamente di eliminare questo spazio di discussione, sia cercando di creare il panico annunciando la fine dell’Euro, per esempio, o riducendo questo spazio ad una mera perdita di tempo, evidenziando l’inefficacia di Eurolandia, la sua incapacità di risolvere la crisi.
Il che è un peccato data la paralisi prevalente a Washington!
Tuttavia, è proprio questo spazio di discussione che permette agli Eurolanders di procedere lungo la strada che porta alla soluzione duratura della crisi attuale.
Questo spazio di discussione è parte integrante della costruzione europea, dove visioni opposte sia sui metodi che sulle soluzioni si confrontano, prima di arrivare ad un compromesso finale (come dimostrato dalle importanti decisioni prese nel Maggio del 2010).
Così si allarga il dibattito a tutta una serie di partecipanti, provenienti da 17 paesi diversi (21), da diverse istituzioni comuni, e così il dibattito si radica nelle discussioni di diciassette opinioni pubbliche.
Ma è dallo scontro di idee che emerge la luce: riguardo lo scontro brutale delle idee, il filosofo greco Eraclito diceva, 2500 anni fa: "di alcuni fa degli dei, di alcuni degli uomini; di alcuni degli schiavi, degli altri degli uomini liberi". Ma i cittadini di Eurolandia si rifiutano di lasciare che questa crisi li trasformi in schiavi, e per questo il dibattito attuale in Europa è necessario ed utile.
In tre anni, tra il 2008 ed il 2011, essi hanno fatto due cose essenziali per il futuro:
- hanno rilanciato l'integrazione europea intorno ad Eurolandia, e d'ora in poi l’hanno posta su un percorso accelerato. Il nostro team si aspetta ora una forte ripresa della politica europea, a partire dalla fine del 2012 (simile al periodo 1984-1985), tra cui un trattato d’integrazione politica, che sarà sottoposto a referendum a livello Eurolandia per il 2015 (22)
- hanno permesso l'emersione graduale di due idee semplici, ma molto forti: salvare le banche private non è di alcuna utilità per risolvere la crisi, ed è necessario che i mercati (vale a dire essenzialmente i grandi operatori finanziari di Wall Street e della City) si assumano pienamente i loro rischi, senza alcuna ulteriore garanzia da parte dello Stato. Oggi, queste due idee sono al centro del dibattito in Eurolandia, sia nell'opinione pubblica che nell'elite ... e guadagnano terreno ogni giorno di più.
Questo è ciò che provoca paura a Wall Street, nella City e tra i maggiori operatori finanziari privati.
Questo è lo stoppino, quasi del tutto bruciato, che attiverà la fusione esplosiva delle attività finanziarie globali nel quarto trimestre (nel contesto prevalente della recessione degli Stati Uniti e della sua incapacità di ridurre il deficit pubblico).
Se i mercati cominciano a prevedere un calo del 50% dei titoli greci e spagnoli, è perché essi hanno veramente intuito la direzione che gli eventi stanno prendendo in Eurolandia.
Per LEAP/E2020 non c'è dubbio che le menti siano mature, per la maggior parte di Eurolandia, a che ai creditori privati venga chiesto di pagare il 50%, o anche di più, per poter risolvere i problemi del debito pubblico.
Questo sarà senza dubbio un problema per le banche europee, ma riuscirà senz’altro a proteggere i depositanti. Gli azionisti dovranno assumersi la piena responsabilità: il che, poi, è veramente il fondamento del capitalismo!
Wall Street e la City, ed i loro intermediari nei media, vogliono disperatamente che questo dibattito non abbia luogo, che si concluda nel panico, in modo che i governi siano costretti ad ascoltare i loro "esperti", che li assicurino che l'unica via sia quella di continuare a ricapitalizzare le banche, di inondarle di liquidità (23) ... come per Washington e Londra.
Due paesi nei quali queste stesse istituzioni finanziarie regnano sovrane nel governo.
Tra l'altro, la battaglia infuria intorno alla BCE, come abbiamo accennato in un GEAB precedente: la nomina di Mario Draghi, un ex della Goldman Sachs, le dimissioni del Jurgend Stark (24) ... derivano da questi tentativi di mettere Francoforte sotto la stessa tutela di Londra e Washington. Ma sono condannati fin dall'inizio, in virtù di questo forum aperto, strutturalmente inscritto nella costruzione europea, dove le discussioni sono alimentate dalle politiche fallimentari del 2008, e dalla crescente irruzione dell’opinione pubblica nel dibattito.
"Chi va piano va sano e va lontano" (25), come dicono gli italiani.
Questa crisi è di proporzioni storiche, come abbiamo detto fin dal Febbraio del 2006.
I passi da intraprendere per attraversarla nel miglior modo possibile e per uscirne più forti (uomini liberi e non schiavi, per citare Eraclito), richiedono quindi una discussione seria e profonda (26) ... e quindi del tempo.
Ed il tempo impiegato dagli Eurolanders, è denaro perso per i mercati ... il che spiega le loro paure. LEAP/E2020 pensa, naturalmente, che è anche necessario agire, e noi abbiamo fatto notare dal Maggio 2010 che le azioni intraprese da Eurolandia sono state di una grandezza senza precedenti nella recente storia europea. E noi crediamo che sia necessario del tempo prima di attuare il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia. Per il resto, sappiamo anche che i leaders attuali sono per lo più "al limite", e che sarà necessario attendere fino a metà del 2012 per assistere ad un nuovo, vigoroso impulso all’integrazione di Eurolandia (27).
Nel frattempo, con 340 miliardi di Dollari di rifinanziamento da trovare nel 2012 (28), le banche europee ed americane continueranno ad uccidersi a vicenda, cercando di mantenere la situazione pre-crisi, che ha dato loro l’illimitato sostegno delle Banca Centrali. Per quanto riguarda Eurolandia, esse potrebbero avere una brutta sorpresa.
Confronto dell’indice della Fed di Philadelphia e della produzione industriale USA (2002-2011) - Fonti: Philadelphia Fed, MarketWatch, 08/2011
Il quarto trimestre 2011 segna la fine dei due paradigmi-chiave del mondo pre-crisi.
La fusione esplosiva del quarto trimestre sarà così il risultato diretto di un incontro tra due nuove realtà che contraddicono due condizioni di base dell'esistenza del mondo pre-crisi:
- uno, nato in Europa, consiste oggi nel rifiutare l'idea che gli operatori finanziari privati, di cui Wall Street e City sono l’incarnazione per eccellenza, non siano pienamente responsabili dei rischi che corrono. Eppure, per decenni, era questa l'idea prevalente che ha alimentato l'enorme crescita dell'economia finanziaria: "testa io vinco, croce tu mi salvi". Anche l'esistenza delle grandi banche occidentali e delle compagnie di assicurazione è diventata intrinsecamente legata a questa certezza. I bilanci dei maggiori operatori di Wall Street e della City (e di molte grandi banche giapponesi e di Eurolandia) non sono in grado di resistere a questo tremendo cambiamento di paradigma (29).
- l'altro, generato negli Stati Uniti, è la fine del motore americano come propulsore della crescita globale (30), nel contesto della completa paralisi politica del paese che, di fatto, chiuderà il 2011 come la Grecia ha chiuso il 2009: il mondo scoprirà a poco a poco che il paese ha un debito che non può più sostenere, che i suoi creditori non sono più disposti a prestare denaro, che la sua economia non è più in grado di far fronte ad una significativa austerità senza precipitare in una profonda depressione (31). In un certo senso, l'analogia può essere ulteriormente portata avanti: proprio come l'Unione Europea e le banche che, dal 1982 al 2009, hanno liberamente concesso prestiti alla Grecia ... e senza essere pressanti riguardo i conti, analogamente nello stesso periodo il mondo ha liberamente concesso prestiti agli Stati Uniti, credendo alle promesse dei suoi leaders riguardo lo stato dell'economia e delle finanze del paese.
Ed in entrambi i casi il denaro è stato sprecato nel boom immobiliare senza futuro, in politiche clientelari stravaganti (negli Stati Uniti clientelismo vuol dire Wall Street, industria petrolifera, fornitori di servizi sanitari) e nelle spese militari improduttive.
Ed in entrambi i casi, si scopre che pochi trimestri non possono riparare decenni di incoscienza.
La «tempesta perfetta» politico-finanziaria del Novembre 2011
Così, nel Novembre 2011, gli Stati Uniti si preparano ad una "tempesta perfetta" politico-finanziaria, che farà sembrare i problemi estivi una leggera brezza marina.
I sei elementi della futura crisi stanno già arrivando tutti insieme (32):
1 - il "super comitato" (33) responsabile delle decisioni sui tagli di bilancio sui quali non c'era accordo quest'Estate, si rivelerà incapace di risolvere le tensioni tra le due parti (34).
2 - i tagli di bilancio automatici da realizzare in caso di mancato accordo, si tradurranno in una grave crisi politica a Washington, ed aumenteranno le tensioni, soprattutto con i militari ed i destinatari delle prestazioni sociali. Allo stesso tempo questa "funzione automatica" (una vera e propria abdicazione al potere decisionale da parte del Congresso e della presidenza degli Stati Uniti) genera gravi perturbazioni nel funzionamento del sistema statale.
3 - le altre agenzie di rating si uniranno a S&P nel declassamento del rating degli Stati Uniti e la riconversione dei T-bonds USA accelererà, con la consapevolezza che gli Stati Uniti ora dipendono principalmente dal finanziamento a breve termine (35).
4 - l'incapacità della Fed di fare qualcosa, se non parlare e manipolare il mercato azionario e quello dei prezzi della benzina negli Stati Uniti (36), rende ora qualsiasi "salvataggio" last-minute impossibile
5 - nei prossimi tre mesi il deficit pubblico degli Stati Uniti aumenterà drammaticamente visto che le entrate fiscali sono già in procinto di crollare sotto l'impatto della ricaduta in recessione (37). In altre parole, l’aumentato tetto del debito pubblico votato poche settimane fa, sarà raggiunto ben prima delle elezioni di Novembre 2012 (38) ... e questa informazione si diffonderà a macchia d'olio nel quarto trimestre del 2011 ... rafforzando i timori di tutti gli investitori di vedere gli Stati Uniti seguire l'esempio di Eurolandia con la Grecia, forzando i suoi creditori a perdite pesanti.
6 - Il nuovo piano di Barack Obama per la lotta alla disoccupazione non avrà alcun effetto significativo. Da un lato esso non è all'altezza della sfida e, per questo motivo, non può chiamare a raccolta le energie del paese e, dall'altro, sarà fatto a pezzi dai repubblicani che manterranno solo i tagli fiscali ... L'unico risultato sarà quello di aumentare il debito del paese ancora di più (39).
I collegamenti del super-comitato per il debito USA con i lobbisti di Washington - Fonte: Washington Post, 09/2011
Così, per LEAP/E2020, è una combinazione di tutti questi elementi che, alla fine del 2011, attiverà questo importante shock finanziario ... una sorta di shock finale che spingerà il pianeta fuori dal mondo pre-crisi per sempre.
Ma il mondo post-crisi è ancora da costruire, perché sono molti i futuri possibili, a partire dal 2012. Come Franck Biancheri ha anticipato nel suo libro, il periodo 2012-2016 è un crocevia storico. Bisogna cercare di non sbagliare il percorso (40)!
***
Note:
(1) Per ora, come abbiamo detto per diversi trimestri, l'isteria che circonda la crisi finanziaria greca riguarda soprattutto il campo della propaganda e della manipolazione. Per rendersene conto è sufficiente rilevare che, fuori della Grecia, nessun cittadino di Eurolandia si renderebbe conto che c'è una crisi in Grecia, se i media non ne facessero regolarmente oggetto nei loro titoli. Mentre negli Stati Uniti le devastazioni quotidiane della crisi non hanno bisogno della copertura mediatica per farsi sentire pesantemente dalle decine di milioni di americani.
(2) Visto che si cerca di confondere e manipolare la percezione della realtà mentre, al contrario, il nostro lavoro cerca di rivelare quella stessa realtà.
(3) Ogni 3 o 4 mesi, abbiamo un "puff" sulla crisi greca/fine dell'euro, che svanisce rapidamente esattamente così come è arrivata, quando tutti scoprono che non succede niente altro che la continuazione del tortuoso processo decisionale di Eurolandia riguardo la lenta uscita della Grecia dal buco nero del bilancio. I “grilletti” variano, naturalmente, altrimenti non avrebbero più funzionato con il pubblico: un trimestre si userà "la rivolta dei Greci contro l’austerità "per spiegare che tutto andrà in fiamme ... compreso l'euro (la sequenza che porta da Atene a tutta Eurolandia è sempre molto vaga e semplicistica, ma non importa, perché i giornalisti non fanno domande), quello successivo, come questa estate, per esempio, si userà un crollo del mercato azionario per identificare il colpevole ... la Grecia ... mille volte più importante, naturalmente, di eventi insignificanti come l'entrata degli Stati Uniti in recessione e il downgrade del credito degli Stati Uniti! E così via. Gli dei greci sono decisamente ancora vivi e molto potenti per far si che il mondo tremi in questo modo!
(4) Si guardi questo estratto dal GEAB N° 51
(5) Fonti: Market Watch, 2011/09/14, New York Times, 2011/09/13, USA Today, 2011/09/07, La Tribune, 2011/09/05, Mish’s, 2011/08/29; USA Today, 2011/08/29; CNBC, 2011/06/17
(6) Che non ha sorpreso i lettori GEAB, in quanto nel N° 49 del Novembre 2010 avevamo previsto "la diffusa paralisi politica e l'ingresso degli Stati Uniti nell’austerità nel 2011".
(7) Per rilassarsi su un argomento serio, date un'occhiata a questa clip rap di un tema molto politico "Alza il tetto del debito". Fonte: Telegraph, 2011/07/29
(8) Fonte: Telegraph, 2011/08/31
(9) Così, sommando debito privato e debito pubblico, il Regno Unito è il paese più indebitato del mondo. Fonte: Arab Money, 2011/08/28
(10) Le organizzazioni caritative ed umanitarie del Paese stanno attualmente lottando per la propria sopravvivenza economica, a causa della mancanza di donazioni e sovvenzioni. Fonte: The Guardian, 2011/08/02.
(11) I due trattano le notizie più o meno allo stesso modo.
(12) Anche la Svizzera, da ora in poi, "ancorerà" la propria valuta all'euro – il che dovrebbe portare gli euroscettici a pensare come in questo titolo dello Spiegel, il 2011/09/07.
(13) Immaginate lo stato del dollaro o della sterlina, se i media e gli esperti avessero dedicato la stessa energia a descrivere e fantasticare su tutti i problemi degli Stati Uniti o del Regno Unito. Se, per esempio, si traessero le stesse conclusioni riguardo la Gran Bretagna, in occasione degli scontri di questa estate, come quelle tratte per le manifestazioni greche, davvero ragionevoli (rispetto alla violenza inglese).
(14) Così, l'UE ha significativamente aumentato il budget per la ricerca, mentre la “stretta” è aumentata negli Stati Uniti. Fonte: Nature, 2011/07/05.
(15) Anche il Wall Street Journal del 2011/09/12, sospettato di acuta Eurofilia, riconosce che Eurolandia sta per passare ad una nuova fase d’integrazione, attraverso un nuovo trattato. Lo Spiegel del 2011/02/09 conferma questa tendenza.
(16) John Tammy ha chiaramente spiegato nel Real Clear Markets del 25/08/2011: «Il problema dell'Europa non è in realtà l'euro».
(17) Ribadiamo qui che la metodologia dell'anticipazione politica, su cui si basa il lavoro di LEAP/E2020, non si permette il lusso di confondere i suoi sogni (o incubi) con la realtà (l’approccio ideologico per eccellenza), ma è un processo decisionale saldamente radicato nel mondo reale. E consigliamo ai lettori di tenere in mente un test molto semplice per distinguere tra i due approcci, e quindi determinare quale grado di fiducia si può dare ad un'analisi sull'evoluzione della crisi: le analisi del passato hanno regolarmente permesso le previsioni sugli sviluppi della crisi in modo preciso? O realmente, al contrario, poco o nulla di quanto annunciato si è avverato? Tocca a voi, quindi, scegliere quello che si desidera utilizzare nel prendere decisioni, ma almeno lo farete consapevolmente!
(18) Per quanto riguarda l'attuale crisi, LEAP/E2020 ritiene che la crescente consapevolezza, tra i leader di Eurolandia e l'opinione pubblica, del fatto che ci sia, quanto meno, un’operazione di propaganda proveniente da oltre Manica e dall'Atlantico destinata ad “uccidere la fiducia nell'area euro", si tradurrà in una profonda revisione della credibilità dei giornalisti e degli esperti che si occupano della crisi, nel prossimo anno. Ed Eurolandia che credeva, fino a poco tempo fa, di trovarsi ancora in piena fratellanza con Stati Uniti e Regno Unito, sta trovando che le cose siano molto più complicate. Nel 2012 noi pensiamo, quindi, che alcuni media di Eurolandia cominceranno a mettere in discussione l'oggettività ed anche l'onestà di quei giornalisti, addestrati quasi esclusivamente negli Stati Uniti o nel Regno Unito e/o nei principali media anglosassoni, in prima fila nell'attacco contro l'Euro. France24, dove la situazione sopra descritta è molto comune, ha appena fornito un ottimo esempio. Intervistando il Presidente del MEDEF riguardo le sue affermazioni circa un complotto americano nei confronti dell'euro (France24, 2011/05/09), la giornalista Stéphanie Antoine lanciò dei dubbi, senza alcuna argomentazione, riguardo la posizione di Laurence Parisot, con l'aggiunta di eloquenti espressioni per dimostrare che non credeva ad una sola parola di quello che egli diceva. Stéphanie Antoine, CV su Wikipediaspeaks: ha lavorato a New York e Londra per la ABC, CNBC e Bloomberg. Dal momento che Laurence Parisot accusava i media statunitensi, in particolare, meglio si comprende l'obiettività della giornalista su questo argomento. Per il nostro team è chiaro che i giornalisti e gli esperti con questo tipo di background, principalmente statunitense ed inglese, saranno progressivamente messi da parte durante il prossimo anno in tutti i principali media di Eurolandia. Anche in questo settore il mondo pre-crisi è in corso di sparizione.
(19) C’è un buon esempio nel colloquio con l'ex ministro delle finanze tedesco, Peer Steinbrück, fatto da due giornalisti dello Spiegel il 2011/09/12. Il primo scambio di battute è significativo: i giornalisti dicono che l'euro non può essere salvato. L'ex ministro chiede loro da dove traggono questa "verità", ed i giornalisti si giustificano ripetendo il cliché sparso dagli euroscettici per anni: "perché, in realtà, non può funzionare a causa delle nostre economie che sono diverse". Due sono gli insegnamenti da trarre da questo esempio: la posizione stessa dei giornalisti intesi come "esperti" ... è infatti il politico che ha intervistato loro per porre domande circa la legittimità delle loro richieste; ed, in fatto di competenza, hanno solo ripetuto la retorica, senza alcuna analisi, del soggetto con cui sono chiamati ad avere a che fare. Si tratta, purtroppo, della situazione che ha prevalso per mesi sui media europei riguardo questo tema. In difesa dei giornalisti, diciamo che sono vittime della incapacità degli attuali leaders di Eurolandia di proporre una visione di lungo termine. Questo semplice fatto dissiperebbe la "nebbia di guerra" in un secondo. Inoltre, i commenti di Peer Steinbrück sono molto interessanti e descrivono, secondo l’ottica di LEAP/E2020, il processo dei prossimi mesi molto accuratamente.
(20) E gli euroscettici di destra e di sinistra, che lavorano attivamente sul continente europeo, credono di aver trovato la giustificazione per le loro analisi, anche se sono smentiti quotidianamente dai fatti e dal progresso dell'integrazione europea. Sarebbe più saggio concentrarsi su come ottenere una governance più democratica di Eurolandia, piuttosto che sognare la "torta in cielo", che è già stata consegnata all'oblio della storia.
(21) Si legga l'articolo molto interessante preso dal Vanguardia di PressEurop del 2011/09/08, riguardo due diversi modi di essere in crisi, con la messa a confronto di Italia e Spagna.
(22) Entro la fine del 2011 torneremo con una previsione dettagliata sui cambiamenti di Eurolandia, fino all'orizzonte del 2015, ma una cosa è certa: Londra non può più opporsi, e vedremo nelle prossime settimane che il Regno Unito può solo cercare di negoziare alcuni benefici, in cambio della sua inevitabile approvazione ad una maggiore integrazione di Eurolandia. Inoltre, Londra non può permettersi la minima scossa economica aggiuntiva per non vedere il crollo dell'economia britannica. Fonte: Telegraph, 2011/09/15
(23) La decisione delle banche centrali occidentali del 2011/09/15 di inondare ancora una volta di dollari le grandi banche, avrà un effetto più duraturo rispetto a prima. Ciò conferma solo lo stato molto fragile di tutte queste istituzioni finanziarie ... supposto che avessero superato lo "stress test" che garantisce la loro solidità. Per il resto, questa decisione spinge le banche dell'Eurozona a prestare in Euro: il 2012 dovrebbe vedere questa situazione stabilizzarsi rapidamente. Fonti: MarketWatch, 2011/09/15, Les Echos, 2011/09/12
(24) Ma non solo: con Weber e Stark, stiamo anche assistendo alla fine della generazione dei "Bundesbankers" della FRG. La loro visione delle cose era certamente appropriata per la gestione della Banca Centrale Tedesca Occidentale, ma le sfide della BCE per i prossimi anni sono di un ordine diverso. La generazione "Erasmus" dei banchieri centrali deve ora prendere il loro posto. E qualunque sia la sua fede, questa generazione conosce l'importanza strategica del dibattito tra gli europei, prima di intraprendere importanti riforme. Tra le urgenze della crisi ed il necessario sostanziale dibattito tra gli europei, è il momento di sostituire le elites francesi e tedesche, in particolare, dal momento che sono al centro del processo: non più certezze "scientifiche", per gli esperti/politici tedeschi, e la fine della lucida arroganza dei tecnocrati/decisori francesi. Su entrambi i lati, abbiamo bisogno di persone che sappiano lavorare con il team di Eurolandia: una qualità che tutti gli Eurolanders dovrebbero tenere a mente prima di entusiasmarsi per i loro prossimi leaders.
(25) «La lentezza vince la gara»
(26) Questo è il grande sviluppo, in Germania, del dibattito del 2011 sulla crisi: fine della delusione del 2010 riguardo il ritorno al marco, in Germania vi è ora un vero e serio dibattito sul modo migliore di garantire il successo al prossimo passo dell’integrazione di Eurolandia. E' un peccato che un tale dibattito non esista in Francia. Sarà necessario attendere l'elezione del candidato socialista, a maggio del 2012, per passare a questa fase. A quell’epoca, i due paesi potranno ancora assumere un vero ruolo di guida. Attualmente stanno giocando prevalentemente in posizione difensiva: è necessario, ma non sufficiente per il 2012.
(27) Detto questo, gli Eurobonds sono ora a portata di mano. Fonte: MarketWatch, 2011/08/30
(28) Fonte: International Financing Review, 2011/02/09
(29) Dall’estate del 2011 i maltrattati hedge funds se ne stanno già andando. Fonte: Les Echos, 2011/09/01
(30) Vale la pena leggere questo interessante articolo pubblicato sul The Nation del 2011/07/19, che descrive il passaggio degli Stati Uniti dalla prosperità di massa alla lunga recessione nel giro di 50 anni.
(31) Le famiglie americane hanno persino più debiti del loro Governo! Fonti: MSNBC, 2011/09/09, AlJazeera, 2011/09/04, Yahoo Finance, 2011/07/28
(32) Nel prossimo numero del GEAB, il nostro team espanderà le sue previsioni sugli Stati Uniti fino all'orizzonte del 2015.
(33) Fonte: Washington Post, 2011/09/14, La Collina, 2011/09/08
(34) Fonte: Washington Post, 2011/09/14
(35) Fonte: Financial Post, 2011/09/01, CNBC, 2011/08/08
(36) Un numero crescente di domande sorge sulla strana differenza tra il prezzo del greggio negli Stati Uniti e nel mercato di Londra. Anche il Financial Times ha aderito a questo partito. Ed il dito tende a puntare verso uno dei molti intermediari della Fed, che avrebbe mantenuto il prezzo di riferimento Usa artificialmente basso, per evitare un aumento del prezzo della benzina alla pompa. Le prossime settimane dovrebbero svelare ulteriori prove su questa storia intrigante, ma indicativa del clima di sospetto nei confronti delle istituzioni federali, che sono ora sotto controllo negli Stati Uniti. Fonte: Le Monde, 2011/09/06
(37) Fonte: Zerohedge, 2011/09/02
(38) Fonte: Zerohedge, 2011/08/08
(39) Fonti: USAToday, 2011/09/09
(40) Per inciso, questo sarà uno dei temi affrontati nel corso della conferenza «Quali relazioni transatlantiche dopo la crisi globale?» che si terrà a Houston il 3 e 4 ottobre prossimo con, soprattutto, il coinvolgimento di due leaders di LEAP/E2020, Franck Biancheri e Harald Greib
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Traduzione per Informazione Scorretta a cura di Franco.