Chi sta gettando la Siria nel caos?
di Francesco Mario Agnoli - 04/06/2012
La strage di civili e di bambini nella città siriana di Hula ha offerto al governo tecnocratico di Roma (così come a quelli di Londra, Parigi e Berlino) il pretesto per seguire l'esempio degli Stati Uniti espellendo l'ambasciatore della Siria come “persona non gradita”. In altri termini si è voluto per forza credere all'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra, che ha attribuito la strage ai cannoni e ai carri armati del governo Assad, dimenticando che si tratta di una organizzazione al servizio dei ribelli, esattamente come gli “attivisti”, che inviano notizie dalla Siria e che le Potenze occidentali hanno eletto al ruolo di indubitabili testimoni.
Naturalmente chi dice il contrario, chi fa presente che i corpicini delle piccole vittime (visibili su Internet) non presentano le ferite tipiche dei bombardamenti, ma quelle di esecuzioni mirate, una ad una, non solo non viene creduto, ma si fa di tutto per “silenziarlo”.
Fra i “silenziati” il Centro “Vox Clamans” della diocesi di Homs, che riporta una testimonianza oculare a proposito di ‘bande armate, che in gran numero hanno attaccato le forze dell’ordine vicino all’ospedale Al Watani. Sono seguiti scontri fino a tarda notte e invano i governativi hanno cercato di respingere l’attacco con l’artiglieria e molte perdite (...). I miliziani sono entrati nell’ospedale massacrando tutti i presenti. Hanno portato via i cadaveri in coperte dell’ospedale e li hanno ammucchiati in un luogo di Hulé che sembra una moschea. Poi sono entrati in varie case del quartiere sud uccidendo i civili e ammucchiandoli per mostrarli agli osservatori”.
Del resto è stato così fin dal principio, fin da quando Washington ha deciso che anche la Siria doveva avere la sua “primavera araba”. La voce dei dissenzienti, dei testimoni di una realtà diversa da quella politicamente corretta non ha mai trovato spazio nella grande stampa e nei mass-media ufficiali e deve essere cercata sulla “rete”. E dire che quanto meno per l'Occidente cosiddetto cristiano, dovrebbe trattarsi dei testimoni più attendibili, appunto perché cristiani.
Vediamo brevemente, cominciando dalla Chiesa ortodossa, che nel mese di aprile ha diffuso una dichiarazione per denunciare la “pulizia etnica dei cristiani” ad opera dei combattenti rivoluzionari che hanno minacciato di morte se non se ne fossero andati i cristiani di Homs, ne hanno fucilato molti e, per diffonderle attribuendo la strage all'esercito, hanno inviato le immagini dei cadaveri ad Al Jazeera, l'emittente televisiva dell'emiro-dittatore del Qatar, schierata senza se e senza ma a favore di questi singolari combattenti per la libertà e tanto attendibile che i tre giornalisti del suo ufficio di Beirut si sono dimessi denunciandone le falsificazioni e la censura ai loro reportage.
Le testimonianze ortodosse trovano piena conferma in quelle di Madre Agnes-Mariam. De la Croix, superiora del convento carmelitano di S. Giacomo l'Interciso. Eccone alcuni brani a proposito dei cristiani di Homs costretti a fuggire, “perché le fazioni armate dell’opposizione siriana hanno operato quella che può essere definita una “redistribuzione demografica”. Grazie ai franchi tiratori e ad atti di aggressione criminale hanno terrorizzato la popolazione civile non gradita (...). A partire da agosto 2011 e più particolarmente da novembre, quando abbiamo potuto verificare la situazione con i nostri occhi, visitando Homs e Kusayr, abbiamo informazioni sicure e verificate di atti di barbarie contro la popolazione civile per obbligarla a desistere dalla normale vita civica e paralizzare le istituzioni e lo Stato (...). Le minoranze che vivono nei quartieri dove agiscono le bande affiliate all’opposizione siriana sono il bersaglio permanente di ogni vessazione (...). In particolare tutti i protagonisti della vita civile sono diventati un bersaglio privilegiato del terrorismo camuffato da resistenza armata: conducenti di taxi, mercanti ambulanti, portalettere, e soprattutto funzionari dell’amministrazione civile sono le vittime innocenti di atti che hanno superato il semplice assassinio per assumere gli aspetti più barbari del crimine gratuito: persone sgozzate, mutilate, sventrate, fatte a pezzi e gettate agli angoli delle strade o nell’immondizia. Non si è esitato a sparare su dei bambini per diffondere la disperazione (...). Questi atti atroci sono stati sfruttati mediaticamente per attribuirne la responsabilità alle forze del Governo. Noi stessi abbiamo potuto vedere come funziona questo stratagemma in occasione di una visita a Homs. Quel giorno abbiamo potuto contare almeno cento cadaveri arrivati all’ospedale, vittime dell’accanimento gratuito delle bande armate”.
A sua volta Gregorio III Laham, patriarca della Chiesa greco-cattolica melchita parla di una “dittatura della stampa al servizio degli Stati Uniti”, che nasconde una realtà nella quale “non c’è più rivoluzione, non ci sono più manifestazioni, ma solo banditismo e il mondo intero si rifiuta di riconoscerlo (...). I giornali sono stereotipi, hanno delle fonti uniche e non sono disposti ad ascoltare nessuno, nemmeno me”
Infine, last but not least, il 24 maggio in un'intervista ad AsiaNews, Mons. Giuseppe Nazzaro, vicario apostolico di Aleppo: “Ci sono forze straniere che non vogliono la pace in Siria. Il Paese è ormai preda di guerriglieri provenienti da Tunisia, Libia, Turchia, Pakistan e altri Stati islamici. Armi e denaro passano attraverso i confini e alimentano questa spirale di violenza“, e si chiede "Chi finanzia queste milizie?”.