Elezioni USA: dal "male minore al male maggiore". La fine del liberalismo critico
di James Petras - 07/11/2012
È ampiamente dimostrato che la Presidenza Obama ha trascinato lo spettro politico americano più a destra. Su gran parte delle questioni di politica interna ed estera Obama ha abbracciato posizioni estremiste sorpassando il suo predecessore repubblicano e in questo processo ha devastato ciò che rimaneva dei movimenti per la pace e sociali degli ultimi dieci anni. Inoltre, la presidenza Obama ha gettato delle basi per l'immediato futuro che promettono un ulteriore ampliamento delle politiche regressive in seguito alle elezioni presidenziali, qualunque sia il loro esito: tagli alla Social Security, a Medicare e a Medicaid. Gli uscenti e i loro oppositori competono per centinaia di milioni di dollari nel finanziamento della campagna da parte di donatori ricchi, per doverli poi ripagare nel periodo post-elettorale, con miliardi di dollari di esenzioni, sovvenzioni, riduzioni fiscali, politiche antilavorative e antiambientali. Non una sola proposta positiva è stata esposta dalla campagna di Obama, mentre sono state articolate svariate politiche militariste e sociali regressive.
La campagna di Obama ha puntato sulla paura, mettendo fuori gioco le proposte reazionarie dell’alleanza Romney-Tea Party: una copertura che cela i suoi stessi record in termini di spese militari senza precedenti, guerre in sequenza, espulsioni di immigrati, pignoramenti per chi è indietro con le rate e salvataggi per Wall Street.
Mentre tutto ciò accadeva, i liberali critici hanno varcato la soglia, cedendo la loro integrità mentre deviavano l'attenzione dalle politiche militariste e socialmente regressive di Obama per concentrarsi sull’«opporsi a Romney» in quanto «male maggiore»: i progressisti e i liberali critici hanno moltiplicato e dilatato la doppiezza dell’apparato politico di Obama. Con l’alibi dell’opporsi all’attuale “male maggiore” (Romney) non osano enumerare e specificare gli ingiustificabili reati politici e la monumentale ingiustizia socio-economica perpetrati dal loro candidato “male minore” (Obama).
Accadrà mai che i "progressisti" dichiareranno onestamente e pubblicamente: appoggiamo Obama negli "Stati in bilico", perché ha ucciso "solo" 10mila afgani, 5mila iracheni, sta affamando 75 milioni di iraniani tramite sanzioni, eroga 3 miliardi di dollari per la relegazione da parte di Israele di milioni di palestinesi, segue personalmente le esecuzioni arbitrarie di cittadini statunitensi e promette una lista allargata di omicidi mirati... perché Romney promette di essere peggio ...?
L’attesa di una qualche onestà da parte dei sostenitori di "mali minori" è altrettanto peregrina quanto prendere sul serio le loro critiche pronunciate nel periodo tra le elezioni.
Il danno politico sopportato dai movimenti sociali e dalla classe statunitense dei lavoratori sotto la presidenza di Obama è senza precedenti e ha gettato le basi per un’ulteriore regressione sociale e una maggiore bellicosità imperiale.
Conseguenze politiche della presidenza Obama: passato, presente e futuro
La presidenza Obama e la corsa alle sue campagne elettorali passata e attuale hanno avuto un impatto devastante sui movimenti sociali popolari, impegnati sui temi della pace, del lavoro, dei diritti degli immigrati nonché sui diritti costituzionali e le normative ambientali.
Il movimento per la pace è praticamente scomparso al momento in cui i suoi leader hanno esortato i loro sostenitori a riconvertire le loro attività a sostegno dell'elezione di Obama. Li ha ripagati incrementando le spese militari, e impegnandosi in guerre fatte in sequenza, direttamente o per delega, in sette paesi, seminando morte e distruzione. Ha affrontato una opposizione minima poiché gli ex pacifisti, con sgomento, hanno guardato altrove o afferrato un posto scusandosi per la guerra. Nel 2012 i seguaci dei leader meno-pacifisti ripetono lo stesso mantra per sostenere Obama; ma non osano ripetere la menzogna passata (in nome della 'pace') sostenendo semmai la necessità di «sconfiggere Romney».
I movimenti dei diritti degli immigrati prima dell’elezione di Obama nel 2008 avevano mobilitato diversi milioni di elettori.... fino a che non sono stati infiltrati e rilevati da dei corsari politici messicani-americani del Partito Democratico e trasformati in una macchina elettorale per garantire cariche elettive per se stessi e Obama. Il quale ha premiato gli immigrati stabilendo un record: il sequestro, il carcere e l'espulsione di un milione e mezzo di immigrati durante la sua permanenza in carica. Il movimento di massa per i diritti degli immigrati è stato in gran parte smantellato e ora i galoppini democratici assumono procacciatori per rastrellare e registrare, elettori immigrati assai delusi.
Gli Afro-americani sono stati il settore più trascurato della classe lavoratrice americana sotto Obama: hanno vissuto i più alti livelli di disoccupazione e pignoramenti di case e il più lungo periodo di disoccupazione. Sono diventati politicamente invisibili visto che Obama si è profuso in inchini per placare i razzisti bianchi accaniti che cercano di etichettarlo come un 'presidente nero'. La leadership nera politica e religiosa ben assestata nel sistema e la celebrità black dei media hanno fatto di tutto per bloccare qualsiasi espressione di opposizione dal basso, sostenendo che avrebbe soltantoo "aiutato i razzisti" - ignorando l’abbraccio di Obama e le sue azioni di salvataggio in favore della Wall Street Bianca mentre voltava le spalle a milioni di famiglie nere sotto l'acqua. Senza movimento o leadership, atterriti dal problema (razzismo economico) e dalla soluzione (altri quattro anni di invisibilità sotto Obama) la maggior parte dei lavoratori neri è tentata di astenersi o turarsi il naso per votare per 'Oreo' Obama.
Il movimento Occupy Wall Street, proprio perché era indipendente del Partito Democratico e stufo della sottomissione totale di Obama a Wall Street, ha offerto una voce temporanea alla stragrande maggioranza degli americani che si oppone a entrambi i partiti politici. I funzionari democratici a livello locale e statale hanno applaudito alla"causa" per poi reprimere il movimento.
Un movimento spontaneo, senza direzione politica, e privo di una leadership alternativa politica, non era in grado di affrontare il regime di Obama: il movimento è finito in un declino e si è disintegrato, mentre molti simpatizzanti erano risucchiati dalla campagna propagandistica sull’Obama 'male minore'. L’impeto popolare di massa contro Wall Street è stato disinnescato dalla rivendicazione di Obama di aver salvato "l'economia" dalla catastrofe attraverso la canalizzazione 4.500 miliardi di dollari nelle tasche dei banchieri.
I diritti costituzionali sono stati fatti a pezzi dalla difesa di Obama dei processi militari e le torture dell’Era Bush, dall’espansione del potere esecutivo arbitrario tra cui l'assunzione del potere presidenziale di assassinare cittadini statunitensi senza un processo. Mentre le organizzazioni legali hanno combattuto la buona battaglia per le libertà civili, la maggior parte dei liberals si notava per la sua assenza da ogni movimento democratico che preservasse la difesa dei diritti dei 40 milioni di americani soggetti alla sorveglianza della polizia, in particolare i cittadini musulmani e immigrati. Hanno scelto di non mettere in imbarazzo il loro presidente democratico: hanno messo la rielezione di un democratico da Stato di polizia al di sopra della supposta difesa dei diritti costituzionali. Nessuna marcia di massa per le libertà civili, niente proteste contro il sistema di sicurezza interna, niente movimenti a livello di campus sulla libertà di espressione contro l'abrogazione del diritto di criticare Israele.
Per decenni, la confederazione dei sindacati e i movimenti degli anziani hanno difeso il sistema di sicurezza sociale, nonché Medicare e Medicaid. Con Obama in carica, che dichiarava e preparava apertamente massicce riduzioni e clausole regressive sulla copertura (innalzamento della titolarità in ragione dell’età) e l'indicizzazione, non vi è stato alcun significativo movimento di protesta. I programmi, che per la maggior parte di un secolo (sicurezza sociale) o da mezzo secolo (Medicare, Medicaid) erano stati considerati intoccabili sono ora, secondo Obama, "sul tavolo" per essere sbudellati ("riformati", "aggiustati"). I boss sindacali di categoria milionari assumono un piccolo esercito di lavoratori per la campagna elettorale e raccolgono più di 150 milioni di dollari per rieleggere un presidente che promette di fare drastici tagli ai programmi sanitari per i pensionati e per i poveri.
Obama ha legittimato le posizioni sociali regressive dll’estrema destra, mentre il Partito Democratico ha neutralizzato ogni opposizione o mobilitazione sindacale.
Non è infine meno importante rilevare che il regime di Obama ha cooptato i progressisti sociali liberali critici attraverso un sostegno nascosto. In nome dell’«opporsi a Romney» i sapientoni progressisti, come Chomsky e Ellsberg, finiscono per allearsi con i miliardari di Wall Street e della Silicon Valley, con i militaristi del Pentagono, gli ultrà della Homeland Security e gli ideologi sionisti (Dennis Ross) per eleggere Obama. Naturalmente, il sostegno dei progressisti sarà accettato - sebbene difficilmente riconosciuto - ma non avrà alcuna influenza sul futuro della politica di Obama dopo le elezioni: saranno scartati come preservativi usati.
Il futuro: conseguenze post-elettorali
Con o senza la rielezione di Obama, il suo regime e le sue politiche hanno posto le basi per un programma sociale sempre più regressivo e reazionario: condizioni di vita, compresa la salute, il welfare e la sicurezza sociale saranno tagliati drasticamente. Gli Afro-americani rimarranno invisibili se non per la polizia e il sistema giudiziario razzista. Gli immigrati saranno braccati e cacciati dalle case e dai posti di lavoro: i sogni degli studenti immigrati diventeranno incubi di paura e di trepidazione. Le squadre della morte, e le guerre per procura e con i droni si moltiplicheranno per puntellare l’impero USA in bancarotta. Progressisti irresponsabili e ipocriti cambiaranno marcia e criticheranno il presidente che hanno eletto, oppure se è Romney attaccheranno gli stessi vizi che hanno trascurato durante la campagna elettorale di Obama: maggiori tagli alla spesa pubblica e il cambiamento climatico si tradurranno in una maggiore deterioramento della vita quotidiana e delle infrastrutture di base; più inondazioni, incendi, pestilenze e blackout. I newyorkesi impareranno a disintossicare l’acqua del loro bagno, ma potrebbero ritrovarsi a berla e farci il bagno.