L’Italia del governo tecnico di Mr Monti e fine della nostra sovranità nazionale
di Attilio Folliero - Federico Dal Cortivo - 08/11/2012
Fonte: europeanphoenix
Federico Dal Cortivo per Europeanphoenix intervista il Prof Attilio Folliero, politologo residente a Caracas.
Prima di rispondere alle domande, mi permetto una premessa. Io vivo lontano dall’Italia da dieci anni; ovviamente, ho sempre seguito e continuo a seguire le vicende italiane attraverso i grandi media: i telegiornali “aggiustati”, i programmi come “Porta a Porta”, i grandi quotidiani... tutti interessati a mostrare sempre e solo una parte “della storia”. Recentemente, per esempio c’è stata a Teheran l’Assemblea dei Paesi non allineati, che praticamente in Italia è passata sottosilenzio, con poca informazione e quella poca passata era tutto meno che imparaziale ed obiettiva... “I «non allineati» a Teheran fiera d'odio per l'Occidente”, per dirla con il titolo di un noto giornale nazionale italiano; non c’è nessun odio verso l’occidente da parte dei Paesi non allineati, ma questa è l’informazione che è costretto a leggere l’italiano medio.
Nell’antica Roma, quando stava per cadere l’impero, c’erano persone che vivevano come se niente stesse passando, continuando a fare banchetti ed orgie come al tempo del massimo splendore dell’impero... vennero travolti senza rendersi conto di quello che gli stava succedendo! La situazione italiana (e dell’occidente, dell’Europa e degli Stati Uniti) di oggi è praticamente la stessa che si viveva alla caduta dell’impero romano: molti continuano a vivere senza rendersi conto di quello che gli sta per accadere. I politici nostrani (tutti) litigano fra di loro sul sesso degli angeli, però la quasi totalità di loro guarda ancora estasiata agli USA ed alla sua politica neoliberista e guerrafondaia, come se gli USA fossero ancora la superpotenza uscita vincitrice della seconda guerra mondiale; questi politici non si rendono conto che gli USA sono sul bordo del tracollo, più o meno imminente, che condurrà alla fine dell’Unione. Fino a quando, ad esempio, il governo USA potrà sostenere un deficit giornaliero di oltre 4 miliardi di dollari? La Federal reserve, il banco centrale USA, recentemente ha deciso di comprare al Tesoro titoli di stato per 40 miliadi di dollari al mese, ossia stamperà ogni mese 40 miliardi di dollari! Senza questa misura, il ministro delle finanze Usa avrebbe dovuto annunciare al mondo che gli USA non possono pagare i debiti! Ma per quanto tempo potranno andare avanti stampando dollari? Che succederà al dollaro ed agli USA il giorno, ormai non tanto lontano, in cui il Ministro delle Finanze USA sarà costretto ad annunciare che non può pagare il debito? Queste sono le domande a cui dovrebbero rispondere i politici nostrani che guardano al mito americano!
Questi stessi politici, che litigano tra di loro sul sesso degli angeli, tutti, indifferentemente, guardano alla Unione Europea e pensano che la Germania, la Francia, le loro banche, il loro modello sia il “non plus ultra” ed ignorano totalmente che il debito del Deutsche Bank, ad esempio, secondo i dati dell’ultimo bilancio trimestrale pubblicato (30/06/2012) è 1.579 miliardi di Euro e quello del BNP Paribas è 1.344 miliardi, praticamente il debito di cadauna delle principali banche di Germania e Francia equivale al PIL italiano! Queste sarebbero le locomotive della Unione Europea a cui tendono lo sguardo i politici italiani.
Alla parzialità dell’informazione dei media, va aggiunto il provincialismo ed il limite linguistico che impedisce ai politici ed in generale all’italiano medio di guardare oltre il proprio orizzonte od oltre l’orizzonte rappresentato da USA e Regno Unito, ossia CNN e BBC. Sicuramente molti italiani parlano l’inglese, guardano e leggono media in inglese; il mondo, però sta cambiando: quanti politici e quanti italiani guardano, ad esempio i telegiornali della Russia, della Cina, dell’Iran o dell’America Latina? L’italiano medio si conforma con quello che dicono i grandi media ufficiali italiani e stranieri di USA, Regno Unito e Francia; tutto il resto è ignorato e questa “ignoranza del mondo” traspare evidente nei commenti dei soliti politici che si alternano nei salotti di trasmissioni come “Porta a Porta” e simili. Il precedente ministro della Difesa italiana, quando in merito alla mancata estradizione del “terrorista” Battisti da parte del Brasile parlò di questo paese come di una repubblica delle banane senza rendersi conto del ruolo che svolge oggi il Brasile a livello mondiale. I media di tutto il mondo hanno ripetutamente passato l’opinione di questo ministro, secondo cui in pratica si poteva fare pressione sul Brasile rispendendo a casa i giocatori che militano nel campionato italiano, come se l’ecomomia del Brasile dipendesse solamente da questi introiti! Cotanta saggezza di ministro, con la sua limitata conoscenza della realtà geopolitica mondiale riuscì a trasformare lui stesso e l’Italia in una barzelletta!
Quanti italiani si conformano con quello che riportano i media ufficiali, in merito agli avvenimenti della Siria, o a quanto successo in Libia lo scorso anno? Quanti italiani sono veramente al corrente della situazione economica europea, di quello che passa in Grecia, in Spagna, in Italia? Quanti italiani (ed europei) sono coscienti del Trattato di Lisbona? Molti avranno letto in questi giorni del Meccanismo Europeo di Stabilità, con il quale si introduce la possibilità di aiuti agli Stati in difficoltà; qual è il vero fine di questo provvedimento? Fino ad oggi, però, in base all’articolo 123 del Trattato di Lisbona era proibito qualsiasi tipo di aiuto diretto agli Stati. Il BCE presta soldi alle banche private al tasso di interesse di riferimento (oggi 0,75%) e le banche private prestano soldi agli Stati, comprando titoli di stato, per esempio alla Grecia ad un tasso di interesse del 20% ed oltre; all’Italia stanno comprando, oggi, titoli ad un tasso di circa il 6%. Un meccanismo studiato ad hoc per favorire le banche private, le grandi multinazionali del credito. Quanti italiani, quanti europei sono coscienti di questo meccanismo che consente di rubare impunemente? Molti credono che la Banca d’Italia, o la Banca Centrale Europea, appartenga allo stato italiano o alla Unione Europea ed invece sono organismi privati, SPA, esattamente come la Fininvest o la FIAT con alcune limitazioni e controlli pubblici ex Legge 262 del 28 dicembre 2005 per dare la parvenza di essere qualcosa di differente! Il BCE appartiene alle varie banche centrali s.p.a., per cui è la stessa cosa.
Oggi si è arrivati al Meccanismo Europeo di Stabilità, di cui parleremo in seguito. Questa è l’Europa dei banchieri.
In Italia, in Europa si parla della lotta all’evasione fiscale, qualche volta si è perfino parlato dei paradisi fiscali e sul tema c’è stato anche un vertice del G20, ma quanti sono coscienti che si tratta solo di fumo nell’occhio, di un inconcludente bla bla bla? Fra la Francia ed il Regno Unito, nel Canale della Manica, nel cuore dell’Europa, esistono delle isole inglesi, che in realtà non fanno parte del Regno Unito e neppure della Unione Europea (Sic! Come se un pezzo di territorio italiano, ad esempio le isole Tremiti, pur facendo parte del territorio dello stato, ai fini giuridici non lo fosse, non rientrando neppure nella Unione Europea e venisse utilizzato come paradiso fiscale).
Tali isole (Jersey, Guernsey) dipendono direttamente dalla corona britannica; queste isole sono i principali paradisi fiscali del mondo dove i riccaccioni ed i furbi di tutta Europa e di tutto il mondo nascondono il loro denaro, licitamente o illicitamente ottenuto, sottraendolo alle imposte. Sempre più spesso nei vertici europei si sente parlare di lotta all’evasione fiscale, ma i vari Monti non fanno altro che prendere in giro gli ignari italiani ed europei. I grandi media italiani, la Rai, Mediaset, e tutti gli altri, televisione e stampa, siano di destra, di centro o di sinistra, si affannano a parlare della lotta all’evasione, ma quante volte hanno fatto il nome di questi pezzi di terra nel cuore dell’Europa? Questa è la realtà informativa italiana.
Premesso, dunque della realtà informativa italiana, parziale e manipolata che è costretta a subire l’Italiano medio ed ovviamente europeo, passo a rispondere con molto piacere alle domande riguardanti la realtà politica ed economica dell’Italia, osservata dal mio punto di vista. Oltre all’analisi della realtà italiana, mi permetto di parlare di quelle che dovrebbero essere le soluzioni da adottare; credo sia importante non parlare sempre e solo dei problemi, ma sia necessario anche offrire soluzioni.
D) Prof Folliero, in Italia dal 16 novembre è in carica il governo Monti, nominato dal Presidente della Repubblica Napolitano, che ha ufficialmente come compito principale la riduzione del cosiddetto debito pubblico, favorire la crescita, tagliare gli sprechi. Quale è il suo giudizio su Mr Monti, uomo legato alla Goldman Sachs, Iscritto al Gruppo Bilderberg e alla Trilaterale, nonché massone?
La domanda da lei formulata contiene in se tutti gli elementi necessari a dare un giudizio su Monti, però, piuttosto che dare un giudizio su Monti, sarebbe più opportuno chiedersi: perchè Monti? Perchè Monti è diventato capo del Governo e come è arrivato a ricoprire tale ruolo? Come lei ha detto, Monti è legato a Goldman Sachs, al Gruppo Bildenberg, alla Trilaterale, ossia alla grande finanza, a chi regge i veri destini del mondo ed a chi è interessato ad impadronirsi, ovviamente a prezzi stracciati delle ricchezze che possiede l’Italia.
L’Italia possiede enormi ricchezze e tantissime imprese pubbliche, vere galline dalle uova d’oro, ossia che danno profitti, anche enormi, e quindi molto appetibili. Ovviamente, l’obiettivo di questi “sciaccalli” è impossessarsi di queste ricchezze, di queste imprese sborsando il meno possibile. Nella prima metà degli anni novanta ci fu il primo assalto ai tesori italiani. Qui non può mancare un ricordo al caro vecchio amato Carlo Azeglio Ciampi, che poco dopo essere diventato capo del governo, il 30 giugno del 1993 nomina un Comitato di consulenza per le privatizzazioni, presieduto da Mario Draghi, altro pezzo pesante di Goldman Sachs, non a caso, oggi, arrivato alla presidenza della BCE.
Allora, i tesori italiani erano contenuti in uno scrigno chiamato IRI, smembrato e svenduto, praticamente regalato, con la scusa che fosse un carrozzone che dava solo dolori di testa e perdite ai proprietari, ossia allo stato, al popolo italiano, e quindi era meglio disfarsene, piazzando i vari pezzi a qualunque costo, anche regalandoli praticamente, come avvenuto. La domanda sorge spontanea: un privato compra una impresa che non da utili? Io non credo che qualcuno compri qualcosa che poi non gli renda degli utili e neppure la accetta in regalo!
A quell’epoca dell’IRI, di cui uno dei principali rottamatori fu Romano Prodi, si diceva tutto ed il contrario di tutto, meno che fosse una delle più grandi multinazionali del mondo, quarta o quinta! Le imprese dell’IRI davano enormi utili, che assieme alle tasse ed alle altre entrate dello stato servivano a finanziare anche gli inverstimenti sociali: sanità, educazione, cultura, pensioni, ecc. Oggi tutti i grandi media (cassa di risonanza del pensiero unico neoliberale) sono impegnati ad associare la spesa pubblica, gli investimenti nel sociale, al termine spreco. Non si tratta di uno spreco, ma di un investimento, che nel passato ha dato enormi benefici al paese. Quando si investiva in educazione, scuole, università e tutti, i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, avevano il diritto di poter raggiungere i gradi più alti degli studi, l’Italia era un paese prosperoso; oggi, quelle parole contenute nella Costituzione (art. 34) stanno diventando lettera morta, perchè all’università non si accede liberamente, ma tramite prove d’accesso ed il numero di posti disponibili è sempre più limitato; si sta plasmando una società in cui l’esclusione sarà la norma; i membri delle classi ricche, anche se eventualmente bocciati agli esami d’accesso delle università pubbliche, possono sempre accedere a quelle private, i cui costi sono proibitivi per i membri delle classi più povere ed anche per le classi medie.
Nella stessa direzione vanno i tagli alla sanità (chiusura degli ospedali), alla giustizia (chiusura del tribunali), l’aumento dell’età pensionabile, la sostanziale riduzione dei diritti dei lavoratori, ecc... tutto questo farà dell’Italia una società sempre più elitesca e riservata ai ricchi e potenti.
Allora, perchè Monti arriva a ricoprire il ruolo di capo del governo con l’obiettivo principale di ridurre il cosiddetto debito pubblico, favorire la crescita, tagliare gli sprechi? Monti governa l’Italia da dieci mesi, il debito pubblico da segni di riduzione? L’Italia sta iniziando a crescere? Ha tagliato gli sprechi, ha condotto una seria lotta all’evasione fiscale?
Niente di tutto questo. Se analizziamo i dati mensili del debito pubblico dal dicembre 2010 a luglio 2012, ultimo dato disponibile (nella tabella seguente, appositamente poreparata su dati di fonte Banca d’Italia), ci si rende conto facilmente che il debito pubblico con l’avvento del signor Monti è continuato a crescere. Non solo cresce in valore assoluto ed in valore percentuale sul Pil, ma la cosa più preoccupante è che cresce il debito da pagare a breve, ossia con scadenza inferiore ad un anno! Alla fine di dicembre del 2010 il debito pubblico ammontava a 1.842 miliardi, 118% del PIL. Monti arriva al governo il 16 novembre del 2011; il debito pubblico ad ottobre 2011 era di 1.908 miliardi; secondo l’ultimo dato pubblicato, come detto luglio 2012, il debito è salito a 1.967 miliardi di Euro ed ormai siamo prossimi alla soglia del 130% del PIL; ricordiamo che mentre il debito continua a salire, il Pil quest’anno si contrarrà di oltre il 2%.
Ciò che più preoccupa della gestione Monti è la crescita del debito in scadenza a meno di un anno. Alla fine del 2010 l’Italia aveva 457 miliardi di Euro in scadenza nel corso del 2011, ossia il 24,81% di tutto il debito; alla fine di ottobre del 2011, quindi alla viglia dell’insediamento di Monti, il debito da pagare al massimo entro i successivi 12 mesi era salito a 491 miliardi, il 25,76% di tutto il debito; a luglio 2012, grazie a Monti ovviamente, il debito da pagare entro i succesivi 12 mesi è salito a 524,53 miliardi, che rappresenta il 26,66% (vedasi la tabella seguente). Se il signor Monti, quando era alla guida di Goldman Sachs, dopo un anno di lavoro, avesse presentato cifre del genere lo avrebbero licenziato all’istante ed anche in malo modo!
L’azione di Monti non sta riducendo il debito pubblico, come ben indicano i numeri e non ha per fine la riduzione del debito pubblico! Prima di spiegare il fine del governo Monti, rispondiamo alle altre due domande che ci eravamo posti, a cui impicitamente abbiamo già risposto: da quando Monti è al governo non c’è segno di ripresa, anzi quest’anno andrà molto peggio che l’anno anteriore con Berlusconi! In quanto ai tagli di bilancio, questi effettivamente sono in corso, peccato che anche per il signor Monti, il termine spreco è sinonimo di investimento sociale, ossia sta tagliando ospedali, tribunali, l’impiego pubblico, le pensioni, l’educazione... taglia unicamente quegli investimenti che danno utili sul lungo termine.
Una volta appurato che il signor Monti sta ottenendo risultati esattamente contrari e totalmente negativi rispetto a quelli che si era prefisso sulla carta, possiamo rispondere alla domanda perchè Monti è diventato capo del Governo, ossia qual è il suo vero fine. Monti è stato chiamato al governo col fine di aumentare il debito pubblico! Come visto sta assolvendo nel migliore dei modi il suo compito. Attenzione, però che il signor Monti non solo ha il compito di aumentare il debito, ma deve anche accellerare i tempi! E’ per questa ragione che oltre ad aumentare il debito in se, aumenta la quota da pagare a breve termine, a meno di un anno.
Che cosa è il debito pubblico?
Il debito pubblico è il miglior modo per trasformare il patrimonio nazionale in capitale privato.
L’Italia, come gli altri paesi, ha grandi ricchezze, di cui vogliono impossessarsi coloro che stanno dietro i vari Monti. Questi mettono a capo dell’amministrazione della cosa pubblica propri uomini di fiducia precisamente col compito di accrescere il debito pubblico. Monti è solo l’ultimo di una lunga serie, probabilmente l’uomo finale, quello che deve dare la stoccata mortale all’Italia.
Per decenni i governanti di un paese (che per esempio arrivano al potere grazie a campagne elettorali finanziate dai poteri economici interessati alle ricchezze del paese) adottano politiche atte a far aumentare il debito; magari qualche politico è così incompetente, che agisce inconsciamente, sotto consiglio degli “esperti”. Una volta che il debito è talmente alto si procede alla liquidazione degli attivi: le ricchezze di un paese vengono svendute con la scusa che bisogna ridurre il debito.
Qual è la proposta dei vari Monti che governano oggi i paesi indebitati?
Vendere gli immobili dello stato; privatizzare imprese e servizi pubblici, arrivando perfino a vendere i beni del demanio pubblico; dare in garanzia per nuovi prestiti i metalli preziosi, come l’oro e ricordiamo che l’Italia, dopo Usa e Germania è il paese con la maggior riserva di oro del mondo; ridurre l’impiego pubblico (attraverso i tagli agli ospedali, ai tribunali, alle amministrazioni provinciali, all’accorpamento dei comuni, al mancato rinnovo di personale che va in pensione, come i professori universitari).
Con i tagli alle università, appunto attraverso la mancata sostituzione del personale che si pensiona (lo scorso anno si sono pensionati 5.000 docenti universitari, che non sono stati sostituiti con nuovi assunti) si procede anche a svalutare l’attività formativa delle università pubbliche, alle quali, in ultima istanza, subentrano le private; lo stesso sta passando con la RAI. Non solo si svendono le imprese produttive dello stato, ma si stanno gettando le basi per il passaggio ai privati dei servizi pubblici.
E vediamo quando comincia a crescere il debito pubblico italiano.
Nel 1970, l’Italia aveva un debito pubblico inferiore a quello degli Stati Uniti, essendo il debito italiano pari al 37,11% del Pil e quello statunitense del 37,72% del suo PIL. Dal 1971 il debito italiano, e di tutti i paesi occidentali, comincia a crescere. Il debito pubblico italiano era equivalente a 13,09 miliardi di Euro nel 1970; nel 1980 supera i 100 miliardi, arrivando a 114, il 56,08% del Pil; nel 1988 arriva a 524 miliardi, il 90,83% del Pil. Poi arrivano gli anni del Britannia, dell’ascesa di mister Draghi, degli Amato (a proposito del quale, i giudici di mani pulite mai lo hanno sfiorato nelle loro inchieste, pur essendo il braccio destro di Craxi, prima consigliere economico, poi sottosegretario alla Presidenza del consiglio nei due governi Craxi dal 1983 al 1987, in seguito Ministro del Tesoro, dal 1987 al 1989, quindi capo del governo), dei Ciampi, i carrozzoni di Prodi, le prime svendite, ma il debito continua a crescere incessantemente: 1992 è a 849 miliardi; 1993 a 959; nel 1994 supera i mille miliardi di euro, arrivando a 1.069; anno dopo anno cresce sempre, fino ai 1.908 miliardi lasciati in eredità da Berlusconi ed i 1.967,4 miliardi di oggi (31/07/2012, ultimo dato disponibile) a cui è arrivato col governo Monti!
Quindi in concreto Monti è stato chiamato a dare il colpo di grazia al paese Italia, far crescere ulteriormente il debito, aumentando soprattutto quello a breve, ad un anno e dunque procedere alla svendita del patrimonio nazionale, che finisce nelle mani dei privati, di quei privati che stanno dietro i Mister Monti.
Manca solo un passaggio da aggiungere: prima della svendita, ed una volta assicurata la crescita e l’impagabilità del debito a breve, ad un anno, ci sarà il ricorso al prestito del FMI e quando si ricorre al FMI fanno il segno della croce anche gli atei!
D) Il prima passo verso il governo tecnico fu la famosa lettera della BCE, con FMI e UE a far da spalla, al governo Berlusconi datata agosto 2011. L’alta finanza chiese e pretese dall’Italia misure draconiane, ma che come si vide in seguito non bastarono agli occhi della speculazione internazionale, per sanare una situazione economica che dai “mercati” era giudicata insanabile. Wall Street e la City decisero di far pagare anche all’Italia il fallimento dell’economia statunitense, poi entrarono in gioco le famose Agenzie di Rating. Uno scenario già visto si potrebbe dire. Lei che idea si è fatto in merito?
In politica la causalità non esiste; tutto ha un fine ed il fine in questo caso, come detto è l’appropriazione delle ricchezze di un paese, dell’Italia. Tutte le azioni adottate da Berlusconi prima, da Monti dopo (ed ovviamente da tutti coloro che si sono alternati al potere in Italia dal 1970 in poi), non hanno avuto altro fine che la crescita del debito pubblico e come dimostrano le cifre, ci sono riusciti benissimo.
Piuttosto che gli avvenimenti recenti, che lei cita, gli ultimi e solo la punta dell’iceberg, io credo vadano spiegati gli avvenimenti del 1971 ed i limiti stessi del sistema economico capitalistico, che sono alla base delle scelte operate appunto nel 1971.
Il capitalismo ha due grandi limiti: da un lato il mercato stesso; il mercato non è infinito; il mercato è la popolazione che può acquistare un bene; il mercato massimo è rappresentato dalla popolazione mondiale, ammesso che tutti gli uomini abbiano la capacità di accedervi, ossia abbiano sufficienti soldi per comprare un determinato bene. Una volta esaurito il mercato, il capitale è costretto ad inventarsi nuovi prodotti, o fare in modo che il tempo utile di vita di un prodotto si riduca, costringendo i consumatori ad acquisate un nuovo prodotto.
Quanto dura una lampadina? Sembra questa una domanda banale, ma non è così; la maggioranza delle persone crede che una lampadina possa durare le poche migliaia di ore indicate sulla confezione. Effettivamente, una lampadina odierna, accessa 24 ore su 24 dura pochi mesi. Invece, le lampadine prodotte prima del 1924, prima del cosiddetto cartello di Phoebus, in cui le principali case produttrici stabilirono la attuale durata delle lampadine, duravano decenni. Attualmente è ancora in vita e perfettamente funzionante la famosa lampadina di Livermore, accessa la prima volta nel giugno del 1901; ha compiuto 111 anni di vita, sempre accessa, salvo due brevi interruzioni per trasportarla in una nuova sede!
Invito a predere coscienza dell’immorale fenomeno dell’obsolescenza programmata; quanto petrolio, per esempio, è stato consumato per costruire miliardi di lampadine nuove della durata di pochi mesi? Se con la tecnologia di oltre un secolo fa si riuscivano a produrre lampadine della durata di un secolo ed oltre, oggi, l’uomo potrebbe costruire lampade della durata di svariati secoli, penso! Invece in nome del dio profitto, per vendere sempre nuovi prodotti bisogna distruggere le risorse non rinnovabili come il petrolio ed inquinare per poter costruire prodotti pessimi, di durata infinitamente inferiore a quella potenziale.
L’altro aspetto del mercato limitato è la lotta fratricida fra le imprese che competono nel mercato. Per esempio nel settore delle auto, in Italia c’erano decine di imprese, la concorrenza ha portato a far emergere come unica impresa la FIAT; adesso la FIAT è in competizione con le poche altre imprese superstiti a livello europeo, che a loro volta competono, in una lotta all’ultimo sangue con le poche altre imprese mondiali. Tutto questo proprio perchè il mercato è limitato e non c’è spazio per tutti.
L’altro limite è rappresentato dai guadagni, ossia dall’accumulazione del capitale. Da dove deriva il guadagno? Solamente dallo sfruttamento del lavoratore e non esiste altro modo. Il capitale per accrescere i propri profitti, cerca di proletarizzare il maggior numero di uomini (quest’anno 2012, l’umanità oltre a raggiungere i 7 miliardi di uomini, ha toccato anche un’altra cifra tonda, quella dei 2 miliardi di proletari) e ciò significa che il capitalismo è in espansione e si sta diffondendo anche nelle ultime zone del pianeta con una economía arretrata.
All’inizio degli anni settanta, questi limiti sembravano insormontabili; non c’era modo di far crescere il mercato, ossia dare un reddito a chi non ne aveva e non c’era modo di far crescere il numero dei proletari. Il capitale dovette ricorrere ad uno stratagemma, diciamo ad una crescita artificiale dell’economia.
Fino al 1971, dunque, il numero delle persone che potevano accedere al mercato era abbastanza limitato; per permettere alle persone di scarso reddito l’accesso al mercato, era necessario dotarli di un reddito. Come dotare di un reddito o di maggior reddito le persone prive di reddito o con un reddito molto basso? Attraverso la spesa pubblica. La spesa pubblica è praticamente una redistribuzione delle ricchezze che arriva più o meno a tutte le classi sociali, anche se ovviamente non in maniera uniforme, toccando la fetta più grande sempre alle classi dominanti. Ma la spesa pubblica – come visto – ha anche l’altra importante funzione di far crescere il debito dello stato; quando il debito di uno stato diventa impagabile (ed è la situazione odierna), gli stati sono obbligati a procedere alla svendita del patrimonio nazionale, che finisce nelle mani dei privati, ovviamente quelli potenti.
Però, nel 1971 c’era un grosso ostacolo all’incremento della spesa pubblica; per poter aumentare la spesa pubblica era necessario aumentare il circolante, ma il circolante non poteva essere aumentato dato che era ancorato alla quantità di oro posseduto; essendo la quantità di oro esistente molto limitata, era impossibile aumentare la quantità di oro posseduto e per conseguenza era impossibile aumentare il circolante e la spesa pubblica.
In realtà l’unica moneta ancorata all’oro e sempre convertibile in oro era il dollaro statunitense, così come stabilito a Bretton Woods, nel 1944. Precisamente per il fatto di essere l’unica moneta convertibile in oro, il dollaro si trasforma nella moneta di riferimento dei commerci mondiali; tutte le altre monete, però, essendo ancorate non all’oro, ma al dollaro finivano per subire gli stessi limiti; quindi, tutti gli stati erano impossibilitati ad aumentare il circolante in moneta locale e per conseguenza non era possibile