Presidente Napolitano, si ritiri (in una delle sue 1200 stanze)
di Giorgio Marinelli - 30/01/2013
Fonte: Liberaopinione
Dopo la sponsorizzazione di Monti alla Presidenza del Consiglio, inserendosi ancora una volta in un dibattito politico dal quale dovrebbe rimanere estraneo rivestendo un ruolo “super partes”, Giorgio Napolitano, commemorando il degno compare Oscar Luigi Scalfaro, ha parlato delle leggi razziali e di quel fascismo al quale lui stesso aveva aderito.
L’episodio segue la polemica nata ieri dopo le parole di Berlusconi su Mussolini e le leggi razziali ed è chiaramente un’ indebita ennesima intrusione in un particolare momento che precede la campagna elettorale per le prossime politiche.
Milioni di persone non si sentono rappresentate da questo personaggio eletto dai partiti che non perde occasione per cercare di far dimenticare il suo passato che mal si attaglia con la coerenza di chi servì talvolta fino al sacrificio della vita i suoi ideali.
Il presidente della repubblica che oggi parla di “paccottiglia ideologica razzista” fu un fascista militante dei Gruppi Universitari Fascisti di Napoli (GUF) e, caduto il fascismo, aderì al Partito ComunistaItaliano. In tale veste, nel 1956, all’indomani dell’invasione dei carri armati sovietici a Budapest, mentre Antonio Giolitti e altri dirigenti comunisti di primo piano lasciarono il PCI, mentre “l’Unità” definiva «teppisti» gli operai e gli studenti insorti, Giorgio Napolitano si profondeva in elogi ai sovietici. L’Unione Sovietica, infatti, secondo lui, sparando con i carri armati sulle folle inermi e facendo fucilare i rivoltosi di Budapest, avrebbe addirittura contribuito a rafforzare la «pace nel mondo».
Di recente è stato coinvolto nella polemica sulle intercettazioni telefoniche a proposito della collusione stato-mafia per una serie di telefonate tra lui e l’allora Ministro dell’Interno Nicola Mancino. La Corte Costituzionale ha sentenziato di “distruggere nel più breve tempo le registrazioni casualmente effettuate di conversazioni telefoniche del presidente della Repubblica”. “La diffusione del contenuto dei colloqui - ha evidenziato la Consulta - sarebbe estremamente dannosa non solo per la figura e per le funzioni del capo dello Stato, ma anche, e soprattutto, per il sistema costituzionale complessivo”.Il Presidente Napolitano è sempre stato un esempio di coerenza e di rettitudine. Molto spesso lo abbiamo sentito scagliarsi contro lo spreco del danaro pubblico e battersi per i tagli ai costi della politica. Nel frattempo egli continua a vivere al nella sua Reggia al Quirinale di 110.500 metri quadri (1200 stanze) con una dotazione finanziaria di gran lunga superiore a quella di altri stati altri capi di Stato, di gran lunga superiore, ad esempio, a quella del Presidente degli Stati Uniti. Ecco le prove:
ITALIA - Palazzo del Quirinale (Giorgio Napolitano)
Superficie m2: 110.500
Stanze: 1200
Dotazione finanziaria: 228 milioni
Dipendenti: 926
FRANCIA - Palazzo Eliseo (François Hollande)
Superficie m2: 11.179
Stanze: 365
Dotazione finanziaria: 110.580.446
Dipendenti: 882
U.S.A. - Casa Bianca (Barack Obama)
Superficie m2: 16.674
Stanze: 167
Dotazione finanziaria: 141.218.240
Dipendenti: 468
INGHILTERRA - Buckingham Palace (Elisabetta II)
Superfice m2: 77.000
Stanze: 775
Dotazione finanziaria: 38.101.881
Dipendenti: 800
(Fonte: “Sette”- Corriere della Sera, n.3, 18/01/2013)