La moneta alternativa di Auriti da ‘utopia’ alle pagine del Sole24Ore…
di Michele De Feudis - 19/02/2013
Fonte: barbadillo
Ora ne parla anche il Sole24Ore. Una volta le tesi economiche del professor Giacinto Auriti erano ritenute strampalate e definite eufemisticamente utopistiche. L’attuale crisi economica globale sta invece rilanciando il dibattito culturale che aveva visto in passato l’ordinario dell’Università di Teramo sperimentare in alcuni comuni dell’Abruzzo una moneta alternativa (il Simec). La polemica è di oggi, e conferma la lungimiranza dello studioso di Guardiagrele che aveva provato ad attualizzare, nell’Italia sempre più colonizzata dalla finanza cosmopolita, le idee di Ezra Pound. Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, ha attaccato il leader del Pd e candidato premier della sinistra Pier Luigi Bersani: «Moneta complementare a Bologna. Ma guarda: che ne dice caro Bersani? Lo chiamiamo ‘gargamello’?». Così l’ex ministro dell’Interno commenta un articolo apparso sabato scorso sul Sole24Ore dal titolo «Unindustria Bologna rilancia la moneta complementare».
«L’industria bolognese – è stato scritto sulle colonne del quotidiano di Confindustria – rilancia l’idea di una moneta complementare, per offrire un’alternativa concreta alla fame di liquidità delle imprese, alla scarsità di credito offerto dalle banche e alle turbolenze dei mercati finanziari. La proposta è all’ordine del giorno della delegazione di Imola e ha già raccolto ampio sostegno tra gli imprenditori del circondario». E Marco Gasparri, presidente della Delegazione imolese di Unindustria Bologna intervistato dall’articolista ha aggiunto: «Il primo passo è iniziare a discuterne, perché la moneta complementare non è solo una provocazione di fronte allo sfacelo della finanza speculativa e degli spread come inizialmente io stesso pensavo. In bacini territoriali con forte interrelazione tra imprese e con un solido welfare sociale la moneta complementare ha una sua ragion d’essere e i casi di Wir BanK in Svizzera o di BexB in Italia ne sono una dimostrazione».