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Elezioni

di Gianluca Donati - 22/02/2013

 


 

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Il centrosinistra è storicamente famoso per suicidi politici; qualche mese fa, aveva una maggioranza bulgara, ma poi si è vista mangiare tutto il consenso a causa di una serie di fattori.

In primo luogo l’insistenza con cui ha ripetuto la frase “equità fiscale”, che conoscendo l’applicazione “progressista” di tale concetto, tradotto significa che il piccolo risparmiatore è un nemico di classe da spremere, non si sa poi per quali ritorni in termini di servizi sociali, poiché nel nostro paese non funziona niente. Ad ogni modo, “l’equità sociale” che hanno in mente Bersani e il Pd, si dovrebbe ottenere facendo pagare l’IMU sulla prima casa, ancora conviti – da ex comunisti – che la proprietà privata non sia un diritto, bensì un furto. Certo qualcuno dovrebbe ricordare al Pd lo scandalo che scoppiò negli anni 90, che riguardò “il compagno” D’Alema, accomodato in una casa popolare da 200 metri quadrati, senza pagare una lira, ma ciò detto, come intenderebbe il Pd realizzare questa “equità fiscale”? Par di capire, attraverso l’abolizione della moneta contante, sostituendola con la carta di credito; aberrante!

La seconda questione che ha visto erodere consensi nel centrosinistra, è stata l’apertura sfacciata al terzo polo e a Monti e considerando la scarsa simpatia degli italiani nei confronti del Premier uscente, l’apertura non è piaciuta neanche un po’ al potenziale elettorato. Vorremmo anche capire in che modo costoro pensano di governare; se Bersani ha già detto chiaramente che dopo le elezioni aprirà comunque a Monti mentre Vendola ribadisce che con Monti non ci andrà mai, delle due, l’una, o l’apertura a Monti non ci sarà, oppure dopo le elezioni Bersani scaricherà Vendola.

La terza questione, riguarda lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena. Che il Pd trafficasse con le banche, era cosa risaputa, ma certo questo scandalo sorpassa ogni possibile immaginazione. Tuttavia, occorre stare attenti a non cavalcare il giustizialismo, considerando che dopo lo scandalo Monte dei Paschi di Siena, sono sorte altre inchieste che riguardano il centrodestra, Finmeccanica, Eni e Sonatrach. Non si discute la veridicità della corruzione in corso, che tra l’altro è abitudine antica nel nostro paese, ma perché queste inchieste escono proprio adesso in campagna elettorale? In primo luogo, non si voleva che il Pd vincesse troppo e che potesse avere i numeri per governare con Vendola. Lo scandalo del Monte dei Paschi ha dato un duro colpo all’immagine del Pd, consentendo al PdL e ad altri soggetti politici una forte rimonta. Quasi sicuramente i poteri forti desiderano un sostanziale ”pareggio elettorale”, per obbligare le cosiddette “forze riformiste” a convergere al centro, tagliando “le ali” a destra e sinistra, ma la rimonta del centrodestra era stata probabilmente troppo forte e rapida, per cui qualche scandaletto anche a destra era necessario per “livellare”. Malgrado ciò, si comincia a temere che il PdL e la Lega siano nelle condizioni di poter governare e allora i poteri forti cambiano strategia; adesso s’ipotizza una maggioranza di governo Pd+Sel+Terzo polo. Non ha torto Ingroia nel sostenere che il prossimo governo rischia di durare solo qualche mese, ma temo che s’illuda quando prevede che si tornerà alle urne. Se ci sarà la maggioranza di centrosinistra tra Monti, Bersani, Vendola, è molto probabile che la parte più “montiana” del PdL compirà “il salto della quaglia”. In tal caso per Berlusconi comincerebbe la sua “Repubblica di Salò”, cercando di ritagliarsi un ruolo di leader di estrema destra, antisistemico, che però rischierebbe di condurlo alla disfatta totale. Se il Cavaliere dovesse perdere il controllo di quel che resterebbe del centrodestra, il PdL si “deberlusconizzerebbe”, e a quel punto il Pd e i centristi scaricherebbero Vendola e aprirebbero al nuovo PdL, senza Berlusconi. In tal caso non si andrebbe a elezioni anticipate, e perciò Vendola non farebbe la fine di Bertinotti, ma anzi cercherebbe un’intesa con Ingroia e il suo movimento.

Ma lo scopo principale delle inchieste giudiziarie scoppiate in queste circostanze, è ben più grave. Il fatto che Monti – uomo del Gruppo Bilderberg – abbia sostenuto pubblicamente che siamo di fronte ad una “nuova Tangentopoli”, dovrebbe metterci in allarme. Tangentopoli fu una rivoluzione “pilotata”, allo scopo di far crollare la Prima Repubblica e costruirne una nuova, dove la politica fosse più debole e assoggettata ai poteri economici finanziari internazionali, e negli anni durante i quali si consumò questa rivoluzione, vale a dire 1992-1993, si compì la più grande svendita di patrimoni economici ed energetici della storia del nostro paese. In quel biennio, l’Italia ebbe un durissimo colpo alla propria sovranità nazionale. Il fatto che le nuove inchieste colpiscono settori strategici come Finmeccanica, Eni e Sonatrach, la dice lunga su quale siano le reali intenzioni di chi conduce queste inchieste e, infatti, nel frattempo la Francia ringrazia e Eurocopte ha intascato un accordo da 40 milioni di euro per la vendita di sette elicotteri EC135 dal vettore Aviators India con la prospettiva a lungo termine di piazzare ben 50 velivoli.

Comunque vadano le elezioni, al Senato i numeri rischiano di essere ballerini e quindi accordi con i centristi di Monti sembrano inevitabili; i poteri forti spingeranno naturalmente per un Monti – bis, lo vogliono le banche, il Vaticano, l’Europa e naturalmente i centristi che sperano di costruire una “tecno-balena bianca”. Bersani accusa Monti e Berlusconi di essere complici di un inciucio sotto banco, un inciucio sotto l’egida del Ppe. Semplicemente, al di là degli attacchi quotidiani che Monti e Berlusconi si lanciano reciprocamente, c’è la consapevolezza che il Realpolitik implica un certo livello di ragionevolezza. Monti sa che i sondaggi danno il suo polo in calo e Berlusconi non può ignorare che se anche vincesse, sarebbe una vittoria di Pirro. Al Senato il Cavaliere dovrebbe trattare con i centristi e allora Berlusconi dovrebbe cedere su Monti Premier di un governo di centrodestra, allargato al terzo polo e ai moderati del Pd. Intanto Oscar Giannino sorprende tutti, aprendo a una possibile collaborazione in Parlamento, su talune questioni condivise, con il movimento di Grillo, ma soprattutto dichiara pubblicamente che insieme al Movimento 5 stelle impediranno l’elezione di Amato al Quirinale. Che Giuliano Amato fosse in pole position per la presidenza della Repubblica, era ovvio; se a Palazzo Chigi si siederà il gesuita Monti, è chiaro che il Quirinale spetta a un laico. Certo, quel posto era ambito anche da D’Alema, ma egli è troppo “filo palestinese” e “filoarabo”, per i gusti dei poteri forti, inoltre l’élite della finanza globale doveva ben ripagare Amato, dopo il servigio ch’egli ha compiuto nel 1992, sotto la voce “svendi Italia”. In tal senso, rischia di essere funzionale anche il Movimento 5 stelle di Grillo, in quanto crescendo ha sottratto voti alla sinistra (e in parte anche a destra), costringendo così “i moderati” dei due schieramenti ad accordarsi. Del resto, che dietro al Movimento di Grillo ci siano manovre massoniche è cosa risaputa e Gianroberto Casaleggio è indubbiamente un personaggio inquietante, ma è possibile che i poteri forti abbiano creato (o contribuito a creare) un fenomeno che potrebbe sfuggirgli di mano.