Illuminiamoci!
di Michele Fabbri - 07/03/2013
L’inizio del 2013 ha portato in libreria una novità editoriale di importanza non secondaria: Illuminati di Adam Kadmon, il complottista della trasmissione “Mistero” di Italia 1. La letteratura sui poteri occulti offre una vasta gamma di titoli, ma per la prima volta un personaggio noto al pubblico televisivo firma un libro sull’argomento. C’è speranza quindi che grazie a questo volume certi temi possano finalmente sfondare presso il grande pubblico e magari diventare pane quotidiano del dibattito politico.
La pista occulta che segue Adam Kadmon è quella che parte dalla setta degli “Illuminati di Baviera”, e in particolare da quella che sarebbe la corrente deviata e votata al male denominata “Illuminati di Moriah”. La spaventosa manifestazione di una forma di socialismo totalitario su scala globale trova le sue motivazioni in quella che nel linguaggio esoterico si definisce “egregora”, ovvero un vampiro psichico che si nutre delle sofferenze umane.
Il libro passa in rassegna le principali armi a disposizione degli Illuminati, e non solo quelle ideologiche e psicologiche, ma anche quelle vere e proprie: metodi di lavaggio del cervello, armi biologiche, armi psicotroniche, legislazioni internazionali dal carattere chiaramente liberticida…
La peculiarità delle ricerche di Adam Kadmon consiste nell’ipotesi che segnali in codice riferiti ai piani degli Illuminati si possano trovare in forme di comunicazione insospettabili: album di fumetti, cartoni animati come i “Simpson”, copertine di dischi di Michael Jackson conterrebbero allusioni agli attentati dell’11 settembre, nonché a stragi e a disastri naturali provocati ad arte…
In particolare il gioco di società Illuminati prodotto dalla Steve Jackson Games contiene immagini sorprendenti che richiamano gli attentati alle torri e al Pentagono, il terremoto di Fukushima e la sparatoria al cinema di Denver (il gioco è uscito nel 1982!).
Secondo Adam Kadmon nel mondo della cultura e dello spettacolo ci sono “talpe” che stanno cercando di mettere in guardia l’opinione pubblica, ma che naturalmente devono agire in maniera defilata, con messaggi criptati per eludere l’occhiuta vigilanza del potere mondialista.
Ma in certi casi i messaggi possono anche essere piuttosto espliciti, come nel film Toy Story 3 che praticamente mette in scena l’ordine sociale dittatoriale che il mondialismo sta portando avanti.
Il nostro autore ritiene che l’operato degli Illuminati si ispiri a cicli astrologici e a calcoli cabalistici, e in base a queste considerazioni si potrebbero determinare le date dei prossimi grandi eventi che scandiranno l’agenda esoterica del mondialismo. Tuttavia anche senza l’aiuto delle scienze occulte non è difficile constatare con quali metodi le forze del male stiano mettendo in ginocchio popoli e nazioni…
Infine Adam Kadmon ci ricorda che non è certo con ingenue e velleitarie chiamate alle armi che si può pensare di fermare il mondialismo, bensì con la presa di coscienza e con la consapevolezza, in modo che sul lungo periodo si possa arrivare a forme di resistenza passiva che riescano a sfiancare l’avversario e a renderlo innocuo.
Il libro di Adam Kadmon è un saggio di carattere divulgativo e costituisce una buona base di partenza per i lettori che vogliono familiarizzare con i temi della cospirazione mondiale. Chi vorrà approfondire e integrare questi argomenti, potrà farlo sia considerandoli nel loro sviluppo storico, leggendo autori classici come Augustin Barruel, Emmanuel Malynski, Léon de Poncins, Epiphanius, sia valutando gli sviluppi più recenti del mondialismo, indagati da autori come Maurizio Blondet, David Icke, Mark Dice…
I nemici dei complottisti come al solito irrideranno le tesi cospirative, facendo passare per matti coloro che le argomentano e sostenendo l’inconsistenza delle prove. Per rispondere a queste critiche, lo stesso Adam Kadmon afferma che le sue teorie possono forse essere considerate come fiabe, purché si tenga presente che anche nelle fiabe c’è sempre una parte di verità!
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Adam Kadmon, Illuminati, Edizioni Piemme, Milano 2012, pp.328.