Veto sulle armi chimiche se non sono americane
di Massimo Fini - 05/05/2013
L' 'intelligence' americana ha affermato di aver trovato nella zona di Aleppo tracce dell'uso di armi chimiche (Sarin), attribuendolo all'esercito di Assad. Un mese fa Obama aveva dichiarato che se Assad avesse superato la 'linea rossa', se cioè avesse fatto uso di armi chimiche, «gli Stati Uniti, consultati gli alleati, sarebbero intervenuti militarmente». Di recente Obama si è fatto più prudente («il quadro è ancora incompleto»), forse memore della figuraccia rimediata dagli Stati Uniti quando nel 2003 invasero l'Iraq sostenendo che Saddam Hussein deteneva 'armi di distruzione di massa'. Poi, rastrellato da cima a fondo il Paese furono costretti ad ammettere che di queste armi non c'era traccia. 'Figuraccia' che è costata agli iracheni dai 650 ai 750 mila morti, secondo un calcolo molto semplice fatto da una rivista inglese di medicina confrontando l'andamento dei decessi durante gli anni di Saddam con quello degli anni dell'occupazione. E ancora ne gliene costa perchè, abbattuto 'l'uomo forte', si è scatenata una guerra civile fra sciiti e sunniti con decine di morti quasi ogni giorno di cui la stampa occidentale non dà più nemmeno notizia.
Ma cio' che vorrei sapere è da dove deriva l'autorità morale degli Stati Uniti per tracciare 'linee rosse' sull'uso delle armi chimiche. Furono loro, nel 1985, a fornirle a Saddam in funzione antiraniana e, in prospettiva, anticurda. Facenda a cui il rais si adopero' diligentemente, finita la guerra, sui curdi (5000 persone 'gasate' in un sol giorno nel villaggio di Halabya) e, in modo più prudente, sui soldati iraniani cui peraltro Khomeini aveva proibito l'uso di queste armi perchè 'contrario alla morale del Corano', cosi' come, e per lo stesso motivo, il Mullah Omar, nel 1998 aveva proibito le mine anti-uomo. Nella guerra contro la Serbia gli Usa utilizzarono bombe all'uranio impoverito. Più di 50 militari italiani ne sono rimasti contaminati, ammalandosi di leucemia. Eppure avevano preso le loro precauzioni. Si puo' immaginare l'effetto di questo 'uranio impoverito' sugli ignari civili serbi e soprattutto sui bambini che viaggiano a un metro da terra e sono abituati a toccar tutto (ma il calcolo, prudentemente, non è stato divulgato). Nel 2001 gli americani per prendere Bin Laden hanno spianato le montagne dell'Afghanistan a colpi di bombe all'uranio (che sarebbe come cercare di uccidere un moscerino sparandogli contro una palla di cannone) e il ministro della Difesa Rumsfeld ammise che per «stanare i terroristi useremo anche gas tossici e armi chimiche». I risultati si vedono ora. Ha detto un contadino afgano, Sadizay: «Un raid della Nato ha distrutto la mia casa, ucciso mia moglie e tre dei miei figli. Ma quando ho visto nascere mio nipote senza gambe e senza braccia allora ho capito che gli americani ci avevano derubato anche del nostro futuro».
Col nuovo ministro degli Esteri, la 'non violenta' guerrafondaia Emma Bonino, forse non manderemo truppe in Siria, ma sicuramente le manteremo in Afghanistan, nella più infame, per ora, delle guerre del Terzo Millennio.