Banche, la Giustizia non è uguale per tutti
di Marcello Foa - 31/07/2013
Fonte: blog.ilgiornale
Leggo sul Fatto Quotidiano questo titolo: “Banche, JP Morgan pagherà agli Usa 410 milioni per manipolazione del mercato”, poi sul Sole 24 ore un altro articolo secondo cui Obama “starebbe regolando i conti con le banche” infliggendo multe miliardarie. Segue elenco dei reati commessi da diversi grandi istituti bancari, prevalentemente anglosassoni:
-JPMorgan è accusata di aver manipolato il mercato elettrico di California e Midwest, in particolare “la banca avrebbe speculato su alcuni derivati, spacciando in California e in altre zone del Midwest degli Usa “centrali elettriche in perdita per incredibili fonti di profitto”, e causando così un sovrapprezzo di “decine di milioni di dollari in tariffe, molto oltre i prezzi di mercato”. Ovvero truffa.
-altre banche come Bank of America, Ubs, Wells Fargo, Citigroup, Credit Suisse, Hsbc, Deutsche Bank, Barclays oltre alla stessa JP Morgan sono accusate e giudicate colpevoli per reati del calibro di manipolazione dei mercati, riciclaggio, truffa ai danni di clienti, informazioni ingannevoli, eccetera. Nel 2010 Goldman Sachs aveva patteggiato per aver ingannato i propri clienti.
Trattasi di reati molto gravi, reati penali. E noi tutti sappiamo quanto sia severa la Giustizia americana. In teoria. O perlomeno non per tutti. Già perchè se a commettere i reati di cui sono accusati i grandi istituti bancari sono singoli cittadini o aziende normali o altre piccole banche l’esito è quasi scontato: carcere per i responsabili.
Invece i processi avviati contro i summenzionati istituti si concludono con una multa. E tutto viene dimenticato. Non è un caso che siano gli stessi istituti a rallegrarsi per l’esito dei processi, come JP Morgan che afferma: “Siamo lieti di metterci questa vicenda alle spalle”. In fondo le multe, per quanto milionarie e talvolta miliardarie, possono essere facilmente assorbite con accontamenti o riducendo gli utili in periodi di crescita come questi.
Ben per loro. Resta però un mistero: perché chi appartiene alla superlobby delle grandi banche internazionali gode di fatto dell’immunità? E che garanzie ha l’investitore che questi reati non vengano reiterati? Basta la parola?