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Siria, cosa farà la Russia?

di Aleksandr Dugin - 09/09/2013

Fonte: weltanschauung


Prof. Dugin, il mondo deve affrontare in questo momento in Siria la più grande crisi internazionale dopo la caduta del blocco orientale nel 1989/90. Washington e Mosca sono praticamente giunti ad uno scontro sul campo di battaglia siriano. Trattasi di una nuova situazione?

Dugin: Dobbiamo vedere la lotta per il potere geopolitico come il vecchio conflitto di potere terreno rappresentato dalla Russia e la potenza del mare rappresentata dagli Stati Uniti e dai suoi partner della NATO. Questo non è un fenomeno nuovo, ma è la continuazione della vecchia lotta geopolitica e geostrategica. Il 1990 è stato il momento della grande sconfitta del potere terreno rappresentato dall'URSS. Michail Gorbaciov rifiutò la continuazione di questa lotta. Fu una specie di tradimento oltre che di rassegnazione di fronte al mondo unipolare. Ma con il presidente Vladimir Putin nei primi anni del 2000, vi è stata una riattivazione della identità geopolitica della Russia come potenza di terra. Questo fu l'inizio di un nuovo tipo di concorrenza tra la potenza del mare e il potere terreno.

Come è iniziata questa riattivazione?

Dugin: E 'iniziata con la seconda guerra cecena (1999-2009). La Russia a quel tempo era sotto pressione da attacchi terroristici ceceni e il possibile separatismo del Caucaso settentrionale. Putin dovette andar contro a tutto l'Occidente, gli Stati Uniti e l'Unione europea difatti presero la parte dei separatisti ceceni e dei terroristi islamici che combattevano contro l'esercito russo. Questa è esattamente la stessa trama a cui si assiste oggi in Siria o ieri in Libia. L'Occidente ha dato il sostegno alla guerriglia cecena, e questo è stato il momento della rivelazione del nuovo conflitto tra il potere terreno e la potenza del mare. Con Putin, il potere terreno è stato riaffermato. Il secondo momento della rivelazione è stato nel mese di agosto 2008, quando il regime georgiano di Sakashwili, filo-occidentale, ha attaccato Zchinwali in Ossezia del sud. La guerra tra la Russia e la Georgia è stata il secondo momento della rivelazione.

La crisi siriana è dunque ora il terzo momento della rivelazione?

Dugin: Esattamente. Forse è anche quella finale, perché ora tutto è in gioco. Se Washington non deciderà di accettare la posizione di Russia e Cina, ciò potrebbe divenire la fine degli Stati Uniti come unica superpotenza. Questo è il motivo per cui penso che Obama si terrà lontano dalla Siria. Ma se la Russia si farà da parte e accetterà l'intervento americano e se Mosca alla fine tradirà Bachar al-Assad, questo rappresenterebbe un colpo molto duro per l'identità politica russa. Significherebbe la grande sconfitta del potere terreno. In seguito toccherebbe all'Iran e poi probabilmente anche al Caucaso settentrionale. Tra i poteri separatisti in Caucaso del nord ci sono molte persone che vengono sostenute dalle potenze anglo-americane, israeliane e saudite. Se cade la Siria, inizierà immediatamente la guerra in Russia, il nostro paese. Significato: Putin non può farsi da parte, non può rinunciare a Assad, perché questo significherebbe il suicidio geopolitico della Russia. Forse ci troviamo davvero in una grave crisi della storia geopolitica moderna.

Così adesso entrambe le potenze mondiali dominanti, USA e Russia, sono in lotta per il loro futuro esistenza...

Dugin: Infatti. Al momento non ci sono altre soluzioni possibili. Non possiamo trovare compromessi. In questa situazione non esiste alcuna soluzione che soddisfi entrambe le parti. Lo insegnano altri conflitti come quello armeno-azero o il conflitto israelo-palestinese. È impossibile trovare una soluzione per entrambe le parti. Assistiamo alla stessa cosa ora in Siria, ma su scala più grande. The war is the only way to make a reality check.

Perché?

Dugin: Dobbiamo immaginare questo conflitto come il gioco del poker. I giocatori hanno la possibilità di nascondere le loro capacità, di utilizzare tutti i tipi di trucchi psicologici, ma quando inizia la guerra tutte le carte sono dentro. Attualmente stiamo assistendo alla fine di tale gioco, prima ancora che le carte vengano gettate sul tavolo. Questo è un momento molto grave, perché il ruolo di potenza mondiale è in gioco. Se l'America avrà successo, potrebbe ottenere per un certo tempo una posizione dominante assoluta. Sarebbe la continuazione dell' unipolarità e del liberalismo globale americano. 
E' un momento molto importante, perché ad oggi gli Stati Uniti non sono ancora stati in grado di ottenere un predominio stabile , ma nel momento in cui vincessero tale guerra, lo otterrebbero. Ma se l'Occidente perderà la terza battaglia (la prima è stata la guerra in Cecenia, la seconda è stata la guerra georgiana), questa sarebbe la fine degli Stati Uniti e della loro posizione dominante. Così vediamo: né Stati Uniti né la Russia possono dimettersi da questa situazione. Semplicemente non è possibile non reagire.

Perché il presidente Barack Obama ha esitato con la sua aggressione contro la Siria? Perchè ha fatto appello alla decisione del congresso americano? Ha bisogno del permesso per il suo attacco?

Dugin: Non dobbiamo fare l'errore di iniziare a fare le analisi psicologiche su Obama. La guerra principale si svolge in questo momento dietro le quinte. E questa guerra sta infuriando intorno a Vladimir Putin. Lui è sotto forte pressione da parte dei filo- americani, filo- israeliani e dei funzionari liberali che gli stanno attorno. Essi cercano di convincerlo di farsi da parte. La situazione in Russia è completamente diversa dalla situazione in USA.  Abbiamo un individuo, Vladimir Putin, e la grande maggioranza della popolazione russa che lo sostiene da una parte e le persone intorno a Putin che sono la quinta colonna dell'Occidente. Questo vuol dire che Putin è solo. Egli ha la popolazione con lui, ma non l'élite politica. Ecco che assistiamo alla fase di amministrazione di Obama che chiede al Congresso una sorta di attesa. Essi cercano di forzare la pressione su Putin. Usano tutte le loro reti dell'élite politica russa per influenzare la decisione di Putin. Questa è la guerra invisibile che sta succedendo in questo momento.

È questo un fenomeno nuovo?

Dugin: (sorride) Non del tutto! E 'la forma moderna delle tribù arcaiche che cercano di influenzare il capo del nemico con forti rumori, urla e tamburi di guerra. Essi si battono il petto per imporre la paura del nemico. Penso che i tentativi degli Stati Uniti di influenzare Putin siano una forma moderna di questa guerra psicologica prima che la vera battaglia abbia inizio. L' amministrazione USA cercherà di vincere questa guerra senza l'avversario russo sul campo. Per questo devono convincere Putin a rimanere fuori. Hanno molti strumenti per farlo.

Ma ancora una volta: circa la posizione di Barack Obama?

Dugin: Penso che gli aspetti personali tipicamente americani siano meno importanti qui in Russia. In Russia una persona decide se è ora di guerra o di pace. Negli USA Obama è più una sorta di amministratore burocratico, è molto più prevedibile. Egli non agisce per suo conto, lui segue semplicemente la linea della politica estera americana. Dobbiamo renderci conto che Obama non decide nulla. Egli è la figura di un sistema politico che prende le vere decisioni importanti. L'élite politica prende le decisioni, Obama segue lo scenario scritto per lui. Per dirla chiaramente, Obama è nulla, Putin è tutto.

Lei ha detto che Vladimir Putin ha la maggioranza della popolazione russa dalla sua parte. Ma ora è un momento di pace. Lo sosterrebbero anche in una guerra in Siria?

Dugin: Questa è una domanda molto buona. Innanzitutto, Putin perderebbe gran parte del suo appoggio se non reagisse su un intervento occidentale in Siria. La sua posizione sarebbe indebolita tale da farsi da parte. Le persone che sostengono Putin lo fanno perché vogliono sostenere un leader forte. Se lui non reagisce e si fa da parte a causa della pressione degli Stati Uniti, ciò sarà considerato dalla maggioranza della popolazione come una sconfitta personale per Putin. E' molto più una guerra per Putin che una guerra per Obama. Ma se egli interviene in Siria dovrà affrontare due problemi: la società russa vuole essere un forte potenza mondiale, ma non è pronta a pagarne le spese. Nel momento in cui il volume di questi costi diventasse chiaro, questo potrebbe causare uno shock alla popolazione. Il secondo problema è quello che ho già detto, che la maggior parte della classe politica è filo-occidentale. Si opporrebbero subito alla guerra e inizierebbero la loro propaganda criticando le decisioni di Putin. Questo potrebbe provocare una crisi interna. Credo che Putin sia a conoscenza di questi due problemi.

Quando si dice che i russi potrebbero essere sconvolti dai costi di una guerra, non c'è il pericolo che appunto potrebbero non sostenere Putin a causa di questo?

Dugin : Io non la penso così. La nostra gente è molto eroica. Osserviamo la storia. Il nostro popolo non è mai stato pronto ad entrare in guerra, ma quando lo ha fatto, ha vinto la guerra, nonostante i costi e i sacrifici. Guarda le guerre napoleoniche e la seconda guerra mondiale. Noi russi abbiamo perso molte battaglie, ma alla fine le abbiamo vinte quelle guerre. Così possiamo dire che non siamo mai pronti, ma vinciamo sempre.