La sinistra inutile
di Marino Badiale - 20/12/2013
Fonte: il-main-stream.blogspot
Fa impressione vedere il tipo di reazione che la maggioranza della sinistra, sedicente "moderata" o sedicente "radicale", ha riservato alle proteste dei giorni scorsi, diventate note come "le proteste di forconi" dal pittoresco nome di una delle componenti.
Molti dei commenti che si leggono fanno venire in mente l'osservazione di Dostoevskij su quei rivoluzionari che amano l'umanità ma detestano gli esseri umani in carne e ossa, o quella di Brecht sul Comitato Centrale che ha destituito il popolo e ne ha nominato un altro.
Vi sono sicuramente delle eccezioni, come l'ottimo intervento di Mimmo Porcaro, largamente condivisibile.
Purtroppo quella di Porcaro è, appunto, un'eccezione. In sostanza il movimento viene stigmatizzato come eversore e parafascista, anche se si riconosce il suo rispecchiare un disagio sociale autentico. Il distacco siderale dalla realtà del paese da parte della sinistra, in quasi tutte le sue componenti, che abbiamo più volte evidenziato in questo blog, appare con tutta evidenza in una simile circostanza.
Non c'è dubbio che il movimento di protesta che si è manifestato nei giorni scorsi presenti contraddizioni, ingenuità, ambiguità e vi sia in esso una componente vicina alla destra. Ma a me pare ovvio che qualsiasi discussione su questo tema debba partire da due assunzioni ineludibili:
1. L'intera classe dirigente italiana (ceto politico, ma non solo) ha accettato la prospettiva di devastazione del paese, di distruzione della sua civiltà e di degrado economico e sociale, a cui porta l'attuale dinamica del capitalismo globale e, al suo interno, i vincoli dell'euro e dell'UE.
2. La sinistra, in tutte le sue componenti, o è complice di questo degrado o in ogni caso è totalmente impotente di fronte ad esso, per evidenti limiti culturali e sociali.
Se non si parte da qui, ogni discussione è aria fritta. Ma se si parte da qui, è ovvio che l'unica speranza di salvezza del nostro paese, dei nostri diritti, delle nostre vite, è il montare di una protesta
popolare che spazzi via l'attuale classe dirigente, in tutte le sue componenti. Visto che il degrado della cultura e della politica nel nostro paese dura da decenni, visto che lungo questi decenni nessuno,
tantomeno a sinistra, è riuscito a fornire al popolo di questo paese parole sensate per pensare la protesta, è chiaro che all'inizio ogni forma di autentica protesta popolare assumerà forme confuse,
illogiche, magari reazionarie. Ma non c'è altra possibilità, se si vuole lottare nella realtà contro il capitalismo reale, che gettarsi nel gorgo e cercare di fornire a chi è ormai alla disperazione le parole e i concetti necessari. Che la maggioranza della sinistra non capisca questo, è solo un'ulteriore dimostrazione della sua inutilità, del suo essere arrivata al capolinea.