Cina e Russia voltano le spalle al dollaro
di Giovanni Mafodda - 12/01/2014
Fonte: La Repubblica
Per la prima volta, il governo della Repubblica Popolare cinese permette sul suo territorio la circolazione di una valuta straniera accanto al renminbi, con lo stesso valore.
Tale permesso è valido solo per Suifenhe, città al confine con la Russia. La moneta è il rublo russo. Il volume del traffico cittadino ammonta al 10% del valore complessivo dell’interscambio sino-russo. Di fatto, con questa decisione, il governo cinese - ben noto per il suo pragmatismo - non ha fatto altro che rendere legale una pratica già abbondantemente diffusa, prima che la pericolosa (benché prolifica) attività dei mercati paralleli, invisa oggi più che mai dalle parti di Pechino, prendesse il sopravvento.
“L’approvazione dell’uso della moneta russa mira a regolarizzare il mercato del cambio del rublo, interrompendo le attività del mercato nero”, ha spiegato alla stampa cinese Song Kui, presidente dell’Istituto di ricerca economica della provincia di Heilongjiang. Il rublo può esser ora depositato e ritirato presso le banche cittadine e chiunque può pagare in rubli i conti denominati in renminbi.
Trova così un eclatante riconoscimento quella che negli anni Ottanta era la pratica del mero scambio transfrontaliero che caratterizzava la quotidianità di uno dei margini dell’impero sovietico. Una condizione che, già nel 1992, ricevette il primo riconoscimento da parte di Pechino con l'apertura ufficiale della città di Suifenhe al libero accesso dei consumatori e dei commercianti russi. Commentando gli sviluppi più recenti, l’agenzia di Stato Xinhua ha riportato la notizia sottolineandone la valenza in quanto “prima zona pilota” come se in un futuro dovessero seguirne anche delle altre.
La mossa cinese potrebbe essere il preludio per il passaggio a un livello più altonei rapporti - non solo economici - tra Mosca e Pechino. Ma la decisione è anche la riprova di come, per la Cina, l'intenzione di limitare lo strapotere del dollaro sui mercati internazionali resti una priorità. In questo senso l’intesa con la Russia, tra i primi 10 partner commerciali cinesi, potrebbe rivelarsi più che fruttifera.
È di poche settimane fa, inoltre, la decisione di fissare nella borsa di Mosca un apposito periodo giornaliero durante il quale è possibile scambiare direttamente il rublo con il renminbi, ricalcando quella cinese del mese precedente che invece prevedeva lo scambio di renminbi contro rubli presso la borsa di Shangai.
L’obiettivo, dai rilevanti risvolti geopolitici, è quello di permettere a russi e cinesi di fissare fra loro le compravendite di merci nelle rispettive monete, senza passare attraverso il dollaro statunitense. Questa mossa, stando ai dati della Banca centrale russa, porterebbe a un risparmio del 5% circa sui costi per gli operatori commerciali.
L’interscambio tra Pechino e Mosca ha raggiunto nel 2012 la quota record di 88 miliardi di dollari, mentre le cifre di 100 e 200 miliardi corrispondono agli obiettivi fissati rispettivamente per il 2015 e per il 2020 che vengono puntualmente ribaditi in occasione delle dichiarazioni stampa che seguono le visite ufficiali tra i due paesi. Come ha recentemente osservato Marc Chandler, la decisione del governo cinese è una di quelle che raramente sono destinate a rimanere unilaterali.
È infatti più che probabile che anche la Russia possa consentire la circolazione della moneta cinese in una propria zona di confine.