Vietare Dieudonné? E perché non interdire lo spettacolo di Hollande in Arabia Saudita?
di Bahar Kimyongür - 14/01/2014
Dobbiamo ridere o piangere di fronte al linciaggio mediatico, giudiziario e finanziario delle élites francesi contro un comico mentre il presidente François Hollande si trascina presso la dinastia dei Saud per presentarsi a una delle più oscurantiste, violente e razziste famiglie reali del mondo. Nel Paese che porta il nome della famiglia regnante, unico al mondo, le massime autorità religiose affermano che la terra è piatta come un tappeto da preghiera e accusano di blasfemia coloro che sfidano le loro tesi. Secondo stime, vi sono tra 10000 e 30000 prigionieri politici in Arabia Saudita. La discriminazione è un sistema contro sciiti, donne, lavoratori migranti, laici…
Secondo l’indice mondiale delle persecuzioni cristiane pubblicata dalla ONG Open House, l’Arabia Saudita è il secondo Paese al mondo dove i cristiani sono i più perseguitati. I non musulmani non possono visitare la Mecca e Medina. Torture, punizioni corporali, esecuzioni, censura completano l’oscuro record della famiglia regnante.
Ad agosto, il blogger saudita Raif Badawi è stato condannato a sette anni di carcere e 600 frustate per aver proclamato l’uguaglianza tra “musulmani, cristiani, ebrei e atei.” Oggi, Raif Badawi è minacciato di decapitazione per aver proposto un dibattito sulla religione. È accusato di apostasia, un reato punibile con la pena di morte.
La politica estera dei Saud non è certo più incoraggiante. Diversi gruppi terroristici sono infatti creature dei servizi d’intelligence sauditi in Siria, Iraq, Libano, Sahel, Yemen, Caucaso e Pakistan. Ispirati dalle autorità religiose saudite, questi eserciti dell’odio assassinano ogni giorno decine di innocenti, per puro divertimento, come le SS.
E’ davvero necessario ricordare che, a differenza dei sermoni wahhabiti, gli sketch di Dieudonné non hanno mai ucciso nessuno? Milioni di cittadini francesi hanno difficoltà a comprendere come i loro leader possano condannare un comico e incensare un regime tirannico come quello dei Saud. Se la “democrazia francese” è pronta a coprirsi di ridicolo e di vergogna vietando il tour di Dieudonné, in tutta onestà, si dovrebbe anche vietare la rappresentazione del suo presidente a Riyadh, dove ha lodato la “preziosa saggezza” di re Abdullah.
L’umorismo di Hollande avrà forse divertito la corte, ma probabilmente non farà ridere le vittime siriane dei missili Milan francesi forniti dall’Arabia Saudita ad al-Qaida.
FONTE
http://www.mondialisation.ca/interdire-dieudonne-et-pourquoi-pas-interdire-le-spectacle-de-hollande-a-ryad/5364303?print=1
(traduzione a cura di Alessandro Lattanzio)