La scure dell’Europa si abbatte sull’esito del referendum svizzero
di Mauro Indelicato - 14/02/2014
Fonte: lintellettualedissidente
Inutile infatti, continuare nel commento circa le intenzioni di voto di un popolo sovrano, che in maniera autonoma ha scelto una via da indicare al suo governo; piuttosto, c’è da chiedersi come mai i vicini di casa degli svizzeri lo abbiano invece fatto, con tanto di dichiarazioni ufficiali che in alcuni casi sono andate anche ben oltre le minacce.
Del referendum in Svizzera si è già scritto molto, sia in un senso che nell’altro; forse però, è bene toccare un aspetto che evidenzi, al di là del merito della questione e dell’esito elettorale, il comportamento strano e a dir poco ambiguo ed apparentemente incomprensibile dei “vicini” di casa del paese elvetico.
Inutile infatti, continuare nel commento circa le intenzioni di voto di un popolo sovrano, che in maniera autonoma ha scelto una via da indicare al suo governo; piuttosto, c’è da chiedersi come mai i vicini di casa degli svizzeri lo abbiano invece fatto, con tanto di dichiarazioni ufficiali che in alcuni casi sono andate anche ben oltre le minacce.
E’ il caso dell’Unione Europea, quell’istituzione cioè che, in nome della democrazia e dei diritti, si è permessa di entrare deliberatamente circa l’esito referendario di un suo Stato non membro, andando ad intaccare anche rapporti commerciali ed accordi economici: “Qualora la Svizzera limiti la libera circolazione di immigrati nel suo territorio, saremo costretti a rivedere alcuni accordi” è uno dei comunicato più in voga a Bruxelles in questo momento, che escono direttamente dalle sedi della Commissione Europea.
Il referendum in questione, ha infatti posto un limite alla libera circolazione nel paese elvetico; il 50,3% degli svizzeri andati a votare, ha scelto quindi di non far entrare in vigore il trattato secondo cui si intaccava in Svizzera lo stesso procedimento della libera circolazione previsto in UE. In pratica, negli accordi di libero scambio tra Berna e Bruxelles si prevedeva, tra le altre cose, la fine del limite massimo da raggiungere per l’ingresso sul territorio elvetico di immigrati.
Adesso con questo voto, questa parte del trattato dovrà essere ridiscussa; Bruxelles dal canto suo, come minaccia, afferma che adesso è tutto il trattato e non soltanto la parte soggetta ad esito referendario a dover essere messa in discussione. L’Unione Europea, in particolar modo, teme che il nuovo modello svizzero, che andrà a reintrodurre dei limiti specie nei cantoni di frontiera, possa avere un effetto domino sugli altri paesi.
Non si spiegherebbe infatti, come mai anche il presidente del parlamento europeo, Helmut Scholz, abbia affermato come gli svizzeri che hanno votato si, hanno sicuramente avuto poca informazione riguardo al tema; un’affermazione che, pur se non grave da un punto di vista del merito, denota comunque una grave intromissione nell’interpretazione di un voto sovrano espresso da cittadini di un altro paese. Non proprio quindi, un grande esempio di democrazia, la stessa che l’UE vorrebbe difendere a suon di intrusioni tutt’altro che democratiche anche in un altro fronte caldo di queste settimane, quello ucraino.
I rappresentanti della commissione europea, sanno molto bene l’aria che tira nell’UE; sono diversi i cittadini che danno ragione agli svizzeri, numerosi gli stati che stanno facendo un pensierino ad attuare limitazioni. Così come, proprio alla vigilia delle europee, sanno molto bene che l’esito referendario svizzero, dà ragione a molti partiti euroscettici (definiti “populisti” in maniera dispregiativa) e farà loro guadagnare molti consensi; proprio sulla libera circolazione delle persone, si fonda gran parte delle politiche UE, che dal facile ingresso di immigrati può ottenere tanta manodopera a basso costo e dare un deciso impulso all’ideologia del mondialismo nel vecchio continente.
Ecco quindi la principale preoccupazione; gran parte dei cittadini europei, ha capito il gioco ma soprattutto è stanca di vedere l’Europa preoccuparsi di immigrazione piuttosto che di lavoro od altri temi percepiti come più importanti vista l’attuale crisi economica. Adesso c’è anche un voto popolare a sancire la volontà di uno stato europeo di porre un argine all’immigrazione, a cui potrebbero far seguito altri voti popolari in altri stati.
Un’ultima osservazione da fare, riguarda certamente la sovranità: ecco cosa vuol dire essere sovrani, non appartenere all’Unione Europea o ad altri enti sovranazionali creati ad arte per distruggere il senso stesso di stato nazione. Vuol dire poter decidere delle proprie leggi, poter essere chiamati in causa nei trattati più importanti: la Svizzera, anche solo per un piccolo trattato di libero scambio con l’UE, ha potuto decidere e la popolazione è stata chiamata in causa. In Italia, trattati ben più importanti, che hanno inciso sulla vita quotidiana, Maastricht in primis, non sono mai passati dal voto popolare.