Ecco cosa fanno i banchieri gangster in Europa
di Luca Campolongo - 19/02/2014
Fonte: sosimprese.info
ECCO COSA FANNO I BANCHIERI GANGSTER IN EUROPA, CHI LI DIFENDE E CHI LI AIUTA NELLA UE (A FUTURA MEMORIA)Per lungo tempo siamo stati abituati a credere che la moneta in circolazione fosse quella “stampata” dalle banche centrali e che l’attività delle banche private fosse quello di raccogliere il denaro da molti attraverso i depositi e prestarlo ad altri, trattenendone una parte nei forzieri per gestire le esigenze dei vari correntisti, partendo dall’assunto che difficilmente tutti coloro che avevano affidato loro i propri denari li chiedessero contemporaneamente indietro.
Nel corso degli anni, per evitare abusi da parte delle banche, sono state codificate norme internazionali per stabilire il patrimonio minimo che le banche devono tenere a garanzia dei risparmiatori. In base all’accordo denominato Basilea II, tale percentuale è attualmente fissata all’8%, il che significa che fatto 100 il denaro dei depositanti, la banca può prestarne 92.
Tuttavia, secondo quanto emerso da diverse ricerche, negli ultimi decenni, grazie al processo di deregolamentazione del sistema bancario operato da diversi governi in tutto il mondo, si è venuto a creare un vero e proprio sistema bancario parallelo che gli economisti hanno definito “sistema bancario ombra”. Si tratta di un sistema non strutturato, non regolamentato e non sorvegliato, creato dal sistema bancario e che di questo ne è diventato sostanzialmente il responsabile della crisi.
Per sistema bancario ombra si intende un complesso sistema di società, aventi per lo più sede nei più importanti paradisi fiscali, che attraverso i cosiddetti strumenti finanziari derivati, riesce a generare moneta dal nulla. Com’è possibile tutto questo?
Cerchiamo di spiegarlo nel modo più semplice possibile: ipotizziamo che la banca A abbia depositi per 100 euro e ne presti 92, come previsto dalla legge. Poiché i prestiti concessi saranno restituiti nel corso del tempo, quelle somme saranno messe a bilancio come “illiquide”, ovvero non disponibili fino a quando il debitore non le avrà restituite. Questo è un mero concetto di buon senso: quelle somme non sono disponibili nei forzieri della banca, ma nelle casse dei tanti che li hanno avuti in prestito. Fino a qui, il lavoro della banca A è assolutamente normale, ma grazie alla deregolamentazione, la banca A può aggirare questo limite, creando una società, che chiameremo per comodità B, in un paradiso fiscale. Grazie alle normative di bilancio, A non dovrà inserire in bilancio B che sarà a tutti gli effetti una società autonoma. A questo punto A preparerà un bel prodotto finanziario derivato in cui farà confluire tutti i prestiti che ha concesso e li venderà a B, in cambio di uno sconto sul valore. Qual è l’effetto di questa mossa? Che B, tramite un semplice click sulla tastiera, ha trasferito una somma di denaro virtuale nelle casse di A che gli ha “venduto” i debiti. In questo modo i 92 euro, che per effetto della transazione saranno diventati un po’ di meno, diciamo 90, da prestiti si sono per magia trasformati in patrimonio della banca che può nuovamente prestarli e poi rifare il medesimo giochino.
In questo modo si è creata moneta dal nulla, e questo è possibile perché solo una minima parte del denaro è effettivamente convertito in cartamoneta, tutto il resto sono meri passaggi di click su un computer. Si stima che in 7 anni (200-2007) questo giochino, solo in Europa, abbia generato qualcosa come 3,7 trilioni di euro di moneta virtuale.
Il sistema ha retto fino a che i debiti iniziali sono stati regolarmente pagati fino a scadenza, ma quando le rate hanno iniziato a saltare, il sistema è andato in corto circuito. Tornando al nostro esempio, quando B ha iniziato ad andare in rosso perché i debiti che aveva acquistato da A non venivano onorati, A si è trovata nell’impossibilità di coprire le perdite generate da B ed è collassata anche lei, con perdite ben superiori a quelle del suo patrimonio, e con l’aggravante che fino ad un secondo prima del crack, nessuno avrebbe potuto rendersene conto, perché di B nel suo bilancio non vi era traccia.
Fantaeconomia? No, è quanto è accaduto a seguito della crisi del 2007-2008 a decine di banche che hanno dovuto essere salvate dall’intervento degli stati che, in questo caso sì, hanno dovuto immettere nel loro capitale denaro vero e non virtuale, facendo schizzare in alto il livello del debito pubblico.
La cosa più allucinante di tutta la vicenda è che le banche, lungi dall’aver pagato per queste operazioni scellerate, una volta rimesse in carreggiata con i soldi pubblici, ovvero di tutti i contribuenti, hanno deciso di recuperare le perdite subite andando a speculare sullo spread del debito pubblico degli stati, scatenando le crisi greche, irlandesi, spagnole, portoghesi ed italiane che ben conosciamo.
Se siamo soliti scandalizzarci per il traffico di droga o di armi, dovremmo scandalizzarci anche per questo insieme di leggi che hanno consentito alle banche di creare un immenso sistema finanziario parallelo privo di controlli e quando questo è crollato, hanno preteso di essere salvate dagli stati e poi hanno strangolato i loro salvatori ed il loro cittadini con ulteriori speculazioni.
Ora, quando la commissione UE pretende di applicare il metodo Cipro, ovvero il prelievo forzoso dai conti correnti dei cittadini per abbattere il debito pubblico e per salvare le banche, sta difendendo un sistema finanziario che non può essere definito che criminale, portando alla rovina ed alla disperazione milioni di persone per il privilegio di poche migliaia di manager che, il più delle volte, viene imposto come leader politico agli stati in difficoltà, esattamente come accaduto in Grecia ed in Italia e come ha ben stigmatizzato in un memorabile intervento al parlamento di Strasburgo il leader dell’UKIP Nigel Farage.
Di tutto questo sarà bene ricordarsene a maggio, quando ci saranno le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo, probabilmente l’ultima possibilità per spazzare via una classe politica che ha consentito di distruggere il benessere di milioni di persone per tutelare e difendere una ristretta elite di manager che ha portato il mondo sull’orlo del baratro.
Fonti di studio: Lucio Gallino, “Il colpo di stato di banche e governi”, Einaudi
WW Button e A J Levittin, “A transactional genealogy of scandal. From Michael Milken to Enron to Goldman Sachs”, Southern California law review, 2013
T G Moe, “Shadow banking and the limits of central bank liquidity support”, Levy Economics Institute, Wp n°712, Annansdale-on Hudson, 2012