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Ultime cartucce della propaganda elettorale

di Luciano Lago - 22/05/2014

Fonte: controinformazione



 

 

I partiti sparano le ultime cartucce della campagna elettorale per le europee per assicurarsi che il proprio messaggio arrivi anche ai dubbiosi, a tutti coloro che propendono tra l’astensionismo ed un voto di protesta. Niente di nuovo, siamo alle vecchie tecniche elettoralistiche che sostanzialmente sono quelle di falsificare la realtà e promettere sviluppi positivi, rilancio dell’economia, assistenza sociale per tutti, niente nuove tasse, in caso di vittoria della propria lista.

Quello che cambia rispetto alle altre campagne è che il partito filo governativo d’eccellenza, il PD, si sforza di presentarsi con facce nuove, giovani e accattivanti.  Nessuno che sia compromesso con la vecchia gestione.  Il fenomeno politico dell’anno, se ci fosse un concorso a premi, bisognerebbe darlo al fiorentino, Matteo Renzi, senza alcun dubbio. Il soggetto si è dimostrato ben all’altezza di una colossale campagna di marketing che è stata per lui confezionata dai suoi consulenti statunitensi della Mc Kinsey. Ha girato tutte le principali piazze e si è presentato in una miriade di scuole, al nord come al sud, per dare la sensazione che la scuola sia il suo interesse prioritario, piuttosto che non l’omologazione delle normative del lavoro nel sistema italiano alle regole dettate dalle centrali di potere sovranazionale a cui Renzi fa riferimento.

 

I suoi discorsi sono conditi con la impellente necessità dichiarata di procedere con le riforme anche se dentro questa magica parola “riforme” sono contenuti tutti i programmi più deleteri per l’interesse nazionale e per i diritti dei cittadini: dal “Jobs Act” alle privatizzazioni, alla svendita del patrimonio pubblico, ammodernamento della pubblica amministrazione con tanto di licenziamento del personale in esubero, sotto l’occhio vigile dell’incaricato del FMI, dr. Cottarelli. Non è più possibile dire : c’è lo chiede l’Europa” visto che ormai questo refrain è divenuto impopolare. Questo viene piuttosto sostituito da Renzi con il “facciamolo per i nostri figli”che ha più presa sull’opinione pubblica. Se volesse dire la verità agli italiani, il fiorentino dovrebbe dire:  facciamolo per le banche, le grandi banche internazionali che hanno in cassaforte i nostri titoli pubblici, lucrano sugli interessi  e vogliono essere garantite contro qualsiasi strappo. Facciamolo per i mercati che ci guardano e, se deviamo dal nostro percorso, sono pronti a manovrare sullo spread e sul nostro rating per ridurci all’ordine. Facciamolo per la Germania che possa continuare a godere dei vantaggi del sistema euro sulle spalle dei paesi come l’Italia e gli altri paesi del sud Europa.

L’importante è presentarsi come “innovatori” anche se non sempre è comprensibile quale sia il livello di innovazione sostanziale rispetto allo schema già consolidato della subordinazione del governo ai potentati finanziari ed alle centrali di Bruxelles e Francoforte, esattamente quelli che ne hanno deciso la nomina. L’innovazione si può fare sempre che sia quella richiesta dai Van Rompuy e dai Barroso, con il piano finanziario che sia accettato dalla BCE e dalla Commissione Europea, senza intaccare le norme dei trattati vincolanti che sia quello di Lisbona, di Mastricht, il Fiscal Compact o il MES/ESM.

Renzi ha avuto ultimamente a suo favore una dichiarata e sperticata dichiarazione di fiducia dal patron di Repubblica/L’Espresso ( il vero partito politico determinante che detta la linea al PD)  Eugenio Scalfari, il fiduciario del finanziere De Benedetti, uno dei personaggi italiani più importanti della finanza internazionale. Lo stesso appoggio ha ricevuto da George Soros, altro esponente di punta del mondo finanziario della Elite di potere.  Vedi:  Soros Le riforme di Renzi ultima occasione.

Questo può bastare a far sentire Renzi come politico che gode di appoggi determinanti  e che deve non deludere i suoi sponsor. Per adempiere al suo compito Renzi deve soltanto parlare dalle TV e sulle piazze, deve presentarsi come nuovo, giovane e moderno, american style, deve promettere riforme, rassicurare i dubbiosi ed illudere su una prossima ripresa (anche se non si vede), niente di più di quello che deve fare qualsiasi personaggio di facciata, attirare i consensi della massa dell’elettorato fedele da sempre al PD e possibilmente qualcuno in più anche fra i delusi del centro destra, al resto penseranno gli altri, a cominciare dal ministro Padoan, vero uomo di punta del governo in stretto collegamento con gli ambienti di Bruxelles e del FMI. Sarà lui a decidere, d’accordo con Oly Rehen e gli altri commissari europei, sulla prossima manovra finanziaria. Renzi deve solo tenere tranquillo l’elettorato del PD, attirare nuovi consensi e troveranno il modo di giustificare i nuovi tagli e le nuove tasse in base all’emergenza e ” per senso di responsabilità”, ci diranno di sicuro.

Renzi con il suo nuovo governo non ha avuto necessità neanche di scegliersi persone preparate e competenti, sarebbero state superflue, visto che le decisioni sono tutte prese all’esterno, ha privilegiato l’immagine, giovani belle ed accattivanti (Berlusconi ha fatto scuola). Infatti agli esteri ha messo una ragazza come la Mogherini, brava e  di bell’aspetto,  ma senza esperienza, salvo come ha dichiarato, “aver fatto l’erasmus” quando era studentessa. Tanto a cosa servirebbe l’esperienza quando il compito che gli hanno assegnato è quello di  leggere e ripetere diligentemente le veline che gli vengono passate dal Dipartimento di Stato di Washington (grande sponsor del fiorentino), come accaduto in occasione della crisi in Ucraina ove ha dichiarato che “i referendum della popolazione russofona sono illegittimi”. Vedi: Youtube.com

L’Italia non ha certo bisogno di un Lavrov (ministro degli esteri russo) per dirigere la politica estera, abbiamo il vantaggio che la nostra politica estera è già diretta in toto dagli USA, volete mettere la comodità?

L’altro argomento forte che ci viene scodellato ogni giorno in questa campagna per le europee è quello del nostro esimio Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale, per nulla scalfito dalle rivelazioni ormai confermate e riconfermate da personaggi esteri quanto al suo ruolo di garante nell’attuazione del golpe finanziario del 2011, ogni mattina si sveglia e lancia un monito sul rischio di “dare spazio ai populismi” e sulla necessità di ossequiare l’eurocrazia. Incredibile questo personaggio, soltanto noi abbiamo il privilegio di averlo come supremo garante (dell’oligarchia finanziaria). Sembra quasi di vivere una commedia del grande Eduardo De Filippo dove uno dei personaggi , l’anziano nonnetto seduto sulla sedia, quasi addormentato e coperto da scialle, si alza a scena aperta e lancia un proclama. “Nonno stai tranquillo” gli rispondono in famiglia, “la guerra è finita”.

Sarebbe da ridere se la situazione non fosse drammatica con un paese in ginocchio, come ci ricordano le statistiche, con le aziende manifatturiere che delocalizzano, le piccole imprese che chiudono a migliaia per l’impossibilità di lavorare con questo fisco e con questo euro, milioni di disoccupati e famiglie in miseria in fila alla Caritas per un pasto gratis, una situazione da dopoguerra che non  si era mai vista in tempo di pace.

La propaganda vuole far credere agli italiani che la crisi dipenda dal fatto che non si sono fatte le riforme e che abbiamo troppa evasione fiscale, naturalmente quella dell’idraulico, del pizzaiolo o del ristoratore.  Delle banche e delle grandi multinazionali che frodano tranquillamente il fisco, si evita di parlare, dei potentati finanziari che hanno imposto il debito creato dal sistema finanziario dell’usura, non è opportuno discutere.  Dello Stato italiano che, privato di ogni sovranità, è costretto a prendere a prestito una moneta straniera e su questa pagar fior di interessi a favore delle grandi banche, non è consentito dibattere in TV. Meglio parlare delle grandi riforme promesse da Renzi.   Anche la RAI e tutti i grandi mezzi di informazione continuano a martellarci, con spot (pagati con il canone) ed interventi di opinionisti a libro paga di Bruxelles, sulla necessità di rimanere in Europa  e  condividere gli “splendidi traguardi” che questa Europa ci permetterà di raggiungere in pochi anni, “lo abbiamo visto grazie ma risparmiateci la presa per i fondelli”, verrebbe da rispondere.

L’oligarchia europea è vigile e non permetterebbe ai cittadini italiani di deviare dal percorso  stabilito dagli eurocrati ; lo hanno detto chiaramente che ” le decisioni che contano le prendiamo noi, i popoli europei sono esclusi”. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, le ultime dichiarazioni di Van Rompuy li dissolvono totalmente. Vedi: Van Rompuy getta la maschera

In realtà le elezioni europee serviranno a poco, lo abbiamo già detto e scritto, il Parlamento europeo non ha poteri sostanziali e tutto viene deciso da altri organi non elettivi come la Commissione Europea e il Consiglio d’Europa. Il risultato però delle elezioni, con una crescita del variegato  fronte euroscettico, può dare un segnale inequivocabile e segnare la distanza delle popolazioni rispetto alle decisioni prese da una ristretta oligarchi tecnofinanziaria.

Questo è un evento temuto dall’oligarchia e dai grandi interessi che questa tutela. Non per nulla si era  approntato già da tempo un piano per infiltrare e deviare  i movimenti di contestazione contro l’Europa,  per dirigerli verso obiettivi secondari e  catalizzare una buona parte del malcontento e della protesta. Sono sorti quindi in vari quei movimenti che si proclamano contro la gestione europea ma senza uscire dall’euro, senza mettere in discussione i trattati, senza mettere in questione l’assetto antidemocratico e totalitario delle istituzioni europee.  Viene però per tutti il momento della verità quando bisognerà prendere delle decisioni nette e radicali rifiutando l’accondiscendenza al sistema ed ai suoi strumenti di dominio finanziario: l’euro, i trattati europei vincolanti, la subordinazione alle decisioni prese dall’oligarchia tecno finanziaria.  Allora sarà più difficile anche per i finti tribuni della protesta mascherare le proprie responsabilità.