Fini, l’Occidente sembra aver trovato nell’Isis un nemico davvero micidiale…
«Ma se è l’Occidente, con la sua smania di omologare il mondo, che ha attaccato l’Iraq, la Libia etc., creando in questo modo fenomeni come l’Isis…».
Ora l’Occidente è in pericolo?
«Effettivamente il pericolo è grande, ma se reagiremo bombardando di nuovo l’Iraq l’Isis reagirà portando la guerra in Occidente nell’unico modo che conosce. Purtroppo abbiamo sempre a che fare con quello che ho chiamato “il vizio oscuro dell’Occidente”».
Saddam, Gheddafi, Assad: tre leader senz’altro discutibili ma comunque laici, con cui potevamo interloquire per frenare il fondamentalismo. E invece ne abbiamo abbattuti due e destabilizzato il terzo…
«Il caso più eclatante e Gheddafi, che non si è mai abbandonato a repressioni sanguinarie se non in modo molto marginale e che nell’ultimo periodo si era persino riavvicinato all’Occidente. Eppure siamo andati a rompergli le scatole lo stesso. Oppure prendiamo Saddam. Io non ho mai avuto simpatia per “l’impresario del crimine”, come lo chiamava Khomeini, ma stava comunque agli iracheni ribellarsi a lui. All’epoca dell’intervento americano in Iraq ricordo che parlai con alcuni esponenti curdi, che mi dissero: “Saddam vogliamo strangolarlo con le nostre mani, non vogliamo che intervenga l’America”».
A proposito dei curdi: sembra che ormai l’ultima speranza contro l’Isis siano loro…
«No, con tutta la simpatia che ho per i curdi, l’unica speranza contro l’Isis è l’Iran».
Ma per contare sull’aiuto iraniano l’Occidente dovrebbe rivedere le sue posizioni su Teheran…
«Che peraltro non è neanche una dittatura, ha un sistema politico molto complesso. Sotto Khomeini io ebbi modo di assistere ai dibattiti nel parlamento iraniano: erano violentissimi. Certo, si tratta di posizioni distanti fra loro ma tutte comprese all’interno dei valori di quel regime, ma vogliamo lasciargli la libertà di essere diversi da noi?».
Feltri ha proposto di risolvere la questione terrorismo e la questione immigrazione in un colpo solo, al grido di “ognuno a casa sua”. Lei che ne pensa?
«Che Feltri arriva con 20 anni di ritardo rispetto a me. In effetti se l’occidente ritirasse le sue truppe, ma anche le sue aziende, dal resto del mondo avrebbe tutti i diritti di chiudere le frontiere. Che poi, se non sbaglio, era la proposta originaria di Le Pen. Voglio dire: se il capitale può andare dovunque nel mondo a cercare condizioni più remunerative, allora anche gli uomini possono farlo. A meno che non si ritenga che gli uomini hanno meno diritti del denaro, ma questa è una idea che neanche Hitler ha mai espresso».