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Il declino del modello occidentale

di Luciano Lago - 08/09/2014

Fonte: controinformazione



Nel corso degli ultimi  due decenni, nel mondo e nell’area Euroasiatica in particolare, sono avvenuti dei cambiamenti epocali, basti pensare  alla caduta del muro di Berlino nel 1989, alla dissoluzione dell’URSS  con creazione di nuove entità statali in Europa ed in Asia,  alla prima guerra  nel teatro europeo (Bosnia ed ex Jugoslavia), alle guerre condotte in Medio Oriente con la partecipazione dei paesi europei, al sorgere della Cina come seconda grande super potenza economica ed industriale, alla corsa per la conquista delle risorse dell’Africa, lanciata dalle grandi potenze.

Tutti avvenimenti questi nei quali vi sono stati alcuni grandi protagonisti ed altri, le nazioni europee in particolare, chiamate a svolgere un ruolo di  comprimari o consociati al  fianco della superpotenza  dominante, quella statunitense che, per un certo periodo (dopo la dissoluzione dell’URSS),  aveva indotto la falsa sensazione che il mondo dovesse  attestarsi in uno stato di “unipolarità” con l’impero degli USA in posizione di dominio assoluto, nel campo politico, economico e militare.

 

In realtà non è andata così e piuttosto tutto lascia credere, con gli ultimi avvenimenti,  che si proceda speditamente verso un assetto multipolare, con la Cina, la Russia ed altri grandi paesi emergenti (India, Brasile, Iran, Sud Africa)  a contendere  alla superpotenza USA gli spazi di potere globale, politico, economico e militare.

Da considerare che, in parallelo a questi sviluppi, nel mondo denominato “Occidentale”, abbiamo assistito anche a determinati processi che riflettono, da un lato, un evidente declino politico economico e militare degli Stati Uniti e, dall’altro, all’incapacità dell’Europa di emanciparsi una volta per tutte dalla sua condizione di subordinazione alla politica ed interessi degli USA, neppure in occasione di crisi in aree che sarebbero di stretto interesse dei paesi europei (vedi Ucraina) .Si tratta di una crisi non soltanto economica ma anche di perdita e logoramento di modello sistemico che si accompagna ad  un declino generale che investe  tutto il così detto Occidente dalle due sponde dell’Atlantico.

Questo avviene proprio nel momento storico della massima espansione del modello economico liberista e capitalista e delle teorie diffuse della globalizzazione come “processo irreversibile” con preannunciata l’inevitabile scomparsa degli Stati Nazionali,con l’omologazione delle culture, con l’assimilazione del modello americanoide, iper consumista,  procedendo verso un nuovo assetto globalista che prevede, secondo le teorie degli strateghi neocon, come suo massimo obiettivo, la realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale (1) sotto la guida di una elite finanziaria, con una nuova moneta unica mondiale. Vedi : L’ONU parla di una moneta unica mondiale.

L’Europa per prima è un continente avviato alla lenta ed inesorabile decadenza dovuta, prima ancora che per motivi economici e geopolitici, al disconoscimento voluto delle  proprie basi di civiltà, la sua Storia millenaria, fonte del diritto e della cultura per abbracciare l’ideologia mondialista, americanoide, neoliberale, radicale e relativista, del tutto estranea alla sua tradizione, incapace di ritagliarsi un proprio ruolo politico autonomo, relegandosi allo stato di colonia del grande impero americano, oggi anche esso in forte declino. Le società europee che in passato erano state un modello di civiltà, di sistema sociale sviluppato, di fatto hanno abdicato alla loro Storia ed abbracciato un modello di tipo anglosassone.

L’assetto del mondo  affidato nelle aree cruciali alla egemonia ed al super potere dell’impero USA, ha perso qualsiasi parvenza di stabilità ma è scosso da conflitti sempre più cruenti e da destabilizzazione  continua, visto il disastro ed il caos provocato dai ripetuti interventi militari (diretti o indiretti)  degli Stati Uniti e dei loro alleati nei paesi dove la dirigenza di Washington ha stabilito di avere interesse prioritario per averne il controllo e per disporre delle loro risorse (Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan, ecc.).  In altri casi l’intervento è stato causato   dall’importanza strategica di questi paesi (Ucraina), oltre che dalle risorse,  con un disegno calcolato in funzione anti russa.

Data la situazione, ci sarebbe stata la necessità di rinnovare una “governance” mondiale per evitare il protrarsi e l’aggravarsi delle situazioni di caos e di conflitti che si sono create in varie aree del mondo nello stesso periodo. Questo perchè prima o poi i focolai di guerra, con il loro carico di fanatismo e miseria, finiranno per invadere anche i paesi non coinvolti nelle crisi con grave pericolo di un allargamento dei conflitti e di ulteriore destabilizzazione.  Un prologo di quanto potrà accadere lo si può già vedere con l’esodo di milioni di profughi dai teatri di guerra, come dalla Siria (2 milioni di profughi) , dall’Iraq, dalla Somalia, dalla Nigeria, ecc…

Un filo sottile lega gli avvenimenti ed i conflitti tra teatri molto distanti come la Siria, l’Iraq e l’Ucraina. Dietro questi conflitti c’è la stessa mano, la stessa strategia di destabilizzazione e di caos realizzata per un gioco di egemonia e di controllo dal potere dominante, quello militare, politico e finanziario degli anglosassoni e sionisti (USA, GB, ed Israele).

Questa governance mondiale di fatto non esiste e l’unico ente sopranazionale che avrebbe dovuto per il suo statuto provvedere ad esercitare una azione di controllo e di pacificazione fra i contendenti (l’ONU), è stato di fatto ridotto all’irrilevanza ed alla assenza di qualsiasi voce  in capitolo, grazie alla subordinazione dei suoi organi agli interessi della superpotenza dominante ed ai diritti di veto sempre opposti a qualsiasi azione di condanna.

I governi che oggi esprimono ipocritamente “preoccupazione ed allarme”  per le vicende dell’Iraq, della barbarie degli sgozzamenti, esecuzioni sommarie, taglio della testa ai prigionieri effettuati dai miliziani dell’ISIS (Stato Islamico della Siria e del Levante) in Iraq, sono esattamente gli stessi che hanno appoggiato, fornito armi, addestramento ed equipaggiamenti vari ai miliziani di questa ed altre organizzazioni quando queste operavano in Siria per il rovesciamento del regime di Assad, inviso agli americani.  In quel paese avvenivano gli stessi sgozzamenti ed esecuzioni sommarie ma nessuno in Occidente alzava neanche una voce perchè si aspettava la caduta del regime di Assad e si voleva far credere che ci fosse una rivolta di” ribelli per la democrazia”. Gli sgozzatori erano utili in quel caso alle finalità strategiche degli USA e dell’Occidente e bisognava lasciare loro campo libero.

Risulta evidente che la stessa creazione di questo esercito, partito dalla Siria ed arrivato baldanzosamente in Iraq ,  è tutta occidentale ed in particolare da parte dell’intelligence degli Stati Uniti, della Francia e del Regno Unito, una enorme quantità di prove e testimonianze non lasciano dubbi in proposito. Vedi: Il diabolico piano degli USA in Iraq

Anche in Ucraina la crisi determinatasi in quel paese e la conseguente guerra civile, con tutta evidenza è stata causata dall’opera di sobillazione dell’intelligence USA e delle centinaia di agenzie ONG  nella stessa Ucraina, create e finanziate dagli USA per sovvertire gli equilibri politici, che hanno svolto un ruolo determinante nel golpe avvenuto a Kiev e nelle azioni militari repressive attuate da quel governo nei confronti delle province autonomiste filo russe. Le provocazioni contro la Russia, le false manipolazioni mediatiche (il volo abbattuto dagli ucraini spacciato come responsabilità della Russia, la presunta invasione di migliaia di soldati russi), l’aggressività della NATO che effettua esercitazioni a ridosso dei confini della Federazione russa e si accinge a creare altre basi militari nel Baltico ed in Polonia, sono un chiaro intento dell’amministrazione USA di voler circondare, ridimensionare  e mettere all’angolo quello che è oggi il paese territorialmente più esteso del mondo.

Vedi: La sovversione anti Russa distruggerà la UE

Probabilmente è la Russia che costituisce oggi il maggior ostacolo per la realizzazione di quel “nuovo ordine Mondiale” geopolitico e finanziario, auspicato dagli strateghi neo cons e dominato dalla potenza nord americana. Questo spiega l’accanimento con cui gli USA e la macchina della propaganda mediatica atlantista cercano di demonizzare Putin (il “nuovo Hitler” lo ha definito la Clinton).

Tutte queste azioni aggressive degli USA, con il supporto dei propri alleati, non possono però nascondere che qualche cosa di importante sta rapidamente cambiando negli equilibri mondiali, che pochi si fidano ormai della capacità degli USA di esercitare un ruolo di equilibrio e molti paesi respingono decisamente le azioni di ingerenza di Washington nei loro affari  interni. Questo è evidente nel caso di molti paesi dell’America Latina, dall’Argentina al Brasile, all’Ecuador, al Venezuela, all’Uraguay,alla Bolivia, ecc. che sono riusciti ad emanciparsi dalla “tutela” del grande impero ed hanno avviato un percorso di autonomia e di affrancamento anche economico e finanziario poggiandosi sulla Cina, sulla Russia e su altri paesi per le loro necessità economiche, respingendo l’interessata proposta di intervento anche del FMI, della Banca Mondiale e degli altri organismi di dominio finanziario che sono specialisti nello sperimentato sistema di finanziamento e successivo strangolamento nel debito e nel sistema dell’usura verso i paesi emergenti.

Stessa volontà di affrancamento che manifesta oggi il gruppo dei Brics (Brasile, Russia, Cina, India, Sud Africa) che sta effettuando accordi anche per staccarsi dal dollaro utilizzando una moneta sostitutiva nel commercio internazionale e con il creare una banca dello sviluppo sostitutiva al FMI ed agli altri organismi finanziari. Le sanzioni verso la Russia risulteranno determinanti per accelerare questo processo. Vedi: I Brics contro il dominio del dollaro

Con questi paesi l’influenza degli USA risulta sempre più bassa, addirittura ininfluente nei loro confronti, tanto più questo è apparso evidente quando i rappresentanti di Washington hanno cercato di convincere ad associarsi alla politica delle sanzioni verso la Russia. Il gioco del dominio mondiale si è rotto e molti di questi rifiutano l’interessato abbraccio dell’alleato americano.

Gli Stati Uniti sono in un processo di declino politico, economico e morale, per cui hanno cessato di essere un modello per gli altri paesi, tanto meno vengono considerati il paese della “libertà e della democrazia” e gli ultimi fatti di Fergusson, in Missouri, lo attestano. Negli USA vige un sistema repressivo che è più conforme ad uno stato totalitario che ad una democrazia. Un paese dove esiste piuttosto il dominio della elite, delle grandi corporations,  di un sistema di forti disuguaglianze studiato per favorire la classe dei super ricchi e per assicurare gli interessi delle potenti lobby, con l’ emarginazione di larghe fasce della popolazione nera ed ispanica.

Un sistema quello USA che viene favorito anche dalla concentrazione dei media nelle mani dei grandi gruppi economici, legati alla politica governativa, in modo tale che questi costituiscono una macchina della propaganda e della manipolazione che riesce ad influenzare l’opinione pubblica ed a creare il consenso di massa, approfittando anche di un basso livello medio di cultura e quindi di uno scarso livello critico della popolazione.

Tuttavia la crisi degli Stati Uniti risulta oggi molto profonda e soprattutto economica e sociale: un paese super indebitato che vive al di sopra delle sue possibilità, con l’affossamento della classe media e l’emergere di una grande massa di poveri, una caratteristica più da terzo mondo che non da paese evoluto, una economia che si regge sulla stampa di centinaia  di miliardi di dollari, che ancora vengono accettati in buona parte del mondo grazie al signoraggio del dollaro, una posizione che però inizia a dare segni di fine del ciclo. Il rischio sta nella evenienza che gli stessi Stati Uniti finiscano divorati dai loro debiti e questo accadrà quando altri paesi inizieranno a rifiutare i dollari (cosa che si sta già verificando). Potrebbe essere quello il momento della svolta e non sarebbe di grande meraviglia che la dirigenza USA voglia provocare un grande conflitto per mascherare questa crisi. Questo spiega la sempre maggiore aggressività dei responsabili politici di Washington.

Non sono pochi gli analisti che prevedono una prossima caduta dell’Impero Americano, solo questione di tempo, dicono, se ne scorgono tutti i segni premonitori.

L’avvenire si presenta fosco e le avvisaglie di quanto potrebbe accadere sono state già descritte da un brillante analista americano, Paul Craig Roberts, in uno dei suoi articoli dal titolo eloquente: “The war is coming”

Note:

1- Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati .” – David Rockefeller, 1991 – “lasciati prendere per mano dal bambino di Betlemme, non temere, fidati di lui, la forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un Nuovo Ordine Mondiale…” – Papa Benedetto XVI -