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La retorica della fine delle ideologie

di Tommaso Segantini - 19/11/2014

Fonte: L'intellettuale dissidente


La celebrazione della fine delle ideologie nasconde in realtà il trionfo dell'ideologia dominante, che sconfitta l'opposizione rappresentata dal comunismo, rischia di infiltrarsi in ogni angolo del pianeta. La presa di coscienza progressiva delle masse è l'unica via d'uscita perchè si ricomponga una realtà organizzata in grado di minacciare l'ordine mondiale attuale.
  

Pochi giorni fa si celebrava il crollo del Muro di Berlino. Si festeggiava la fine del regime totalitario sovietico, e gli Stati Uniti, come alla fine della Seconda Guerra Mondiale, assunsero il ruolo dei salvatori, dei vincitori contro l’impero del Male. Era l’inizio di una nuova era, in cui gli Stati Uniti avrebbero assunto il ruolo di missionari postmoderni, portatori di libertà, democrazia e diritti umani in tutto il mondo. Così era vista la situazione all’epoca, e così è stata rappresentata dai media pochi giorni fa.

È evidente che la rivoluzione sociale mondiale, la costruzione di una società diversa, basata su altri valori, iniziata nel 1917 con la Rivoluzione d’Ottobre, è fallita. Il sogno del ribaltamento dell’ordine mondiale di Lenin si è trasformato, con Stalin, in un brutale totalitarismo. Tuttavia, se il crollo dell’Unione Sovietica ha significato la fine del regime totalitario probabilmente più longevo della storia, esso ha anche dato via libera alla colonizzazione del pianeta da parte del modello americano. Dal crollo del Muro di Berlino, stiamo infatti assistendo a una uniformazione delle società di tutto il mondo a un modello dominante, quello americano, senza precedenti. La diversità che ha caratterizzato le differenti parti del mondo durante la storia, è messa a rischio dalla globalizzazione, che oltre a creare un mondo sempre più interconnesso, ne crea uno sempre più uniforme.

 La presunta fine delle ideologie e la “fine della storia” (Fukuyama) è stata, da questo punto di vista, una tragedia, perchè la realtà non è la fine delle ideologie, ma il dominio incontrastato di quella capitalistica neoliberista che non ha più alcuna opposizione. Non esiste più una realtà politica organizzata in grado di mettere in discussione le norme dell’ordine globale attuale. Inoltre, il regime totalitario staliniano fornisce oggi un alibi ideale per condannare qualsiasi tentativo di rivoluzione sociale, etichettandolo a priori come pericoloso e antidemocratico. Il fatto che le teorie marxiane non c’ entrassero niente con quello a cui hanno dato origine, a causa di un’ interpretazione totalmente sbagliata, forse anche intenzionalmente, delle sue teorie, non viene ovviamente menzionato.

 Il pericolo è che il modello venga completamente interiorizzato, che diventi “naturale”, che ogni spirito antagonistico venga placato, che ogni mente venga colonizzata. Questo è il processo a cui stiamo assistendo, e l’unica soluzione è la presa di coscienza del fenomeno da parte delle masse, l’opposizione ad esso, e infine la progettazione di un modello sociale alternativo. Il controllo sociale non avviene più attraverso la violenza, ma attraverso metodi più sofisticati e potenti come la manipolazione mediatica e la disintegrazione del tessuto sociale. Tuttavia, potenzialmente, il potere le masse oggi di cambiare il sistema è non è mai stato cosi grande. Questo può avvenire solamente attraverso questi due concetti fondamentali: cultura e solidarietà. La cultura è il mezzo attraverso cui avviene la presa di coscienza, la solidarietà permette di canalizzare queste forze contro il nemico comune, il sistema capitalistico.