Se in passato ho scritto che il mondo va verso l’apice della guerra, definendo la sostanza terribile del conflitto che si approssima ai nostri confini, ora scopriamo di essere a un passo o due dall’esplosione finale.
Gli eventi internazionali di queste ultime settimane non lasciano spazio a troppe speranze.
Gli usa sembrano ancora molto forti, anzi, millantano ripresa economica ai quattro venti e quindi d’avere più risorse, in futuro, da “investire” nella guerra. L’alleanza atlantica è sempre più salda sulle sue posizioni e si espande nell’est europeo, mentre l’euro e la falsa Europa dell’unione continuano la loro opera di demolizione del sociale. Le monarchie islamosaudite, anima nera della “rinascita islamica” e del wahabismo, non sono minacciate direttamente, nonostante il blitz sciita-iraniano di ansarullah nello Yemen. Israele è ancora aggressivo, in stato di guerra permanente contro gli arabi che lo circondano, e bombarda il Golan siriano.
In Ucraina gli euronazisti filo-atlantici, in barba a qualsiasi cessate il fuoco e forti dell’appoggio della triade del male usa-nato-ue, sono di nuovo all’attacco e massacrano i civili russi nel Donbass – si prova ancora una volta a tirare per i capelli, nel conflitto, una Russia prudente e responsabile. Lo stato islamico è sempre lì con il sostegno della Turchia e delle monarchie del Golfo, annidato a Raqqa e Mosul, bombardato dagli usa quel tanto che basta a nascondere le complicità senza danneggiarlo gravemente, mentre gli americani addestrano e armano altri cinquemila tagliagole islamo-sunniti da inviare in Sira. L’Africa è sconvolta dalle bande islamiche sunnite, dalla Libia alla Somalia, fino alla Nigeria e al Camerun. Da noi in Italia, infine, l’infame partito democratico continua la sua corsa “riformista”, cavalcato dal grande capitale finanziario occidentale, per piegare definitivamente il paese e svenderlo ai suoi padroni – deflazione, depressione e disoccupazione endemica sono gli inevitabili corollari delle politiche oligarchico-piddine, imposte alla nazione.
Tutti questi eventi, in massima parte negativi, non sono slegati l’uno dall’altro. Non c’è nulla di indipendente, di casule, di “spontaneo”, perché il piano è complessivo e ben congegnato. L’obiettivo è il dominio neocapitalistico sulla più vasta porzione possibile del mondo, in funzione anti-russa e per evitare un’eccessiva influenza sul pianeta delle potenze economiche “emergenti”, di cui si avverte il pericolo nella competizione globale. Le aristocrazie neocapitaliste occidentali (ivi compresi gli islamosauditi del Golfo e gli ebrei) giocano in modo spregiudicato le loro carte per il dominio, fregandosene del rischio di una guerra estesa, convenzionale o non-convenzionale. Mai come per loro in questo momento storico, il fine giustifica i mezzi. Si ha l’impressione che costoro stiano giocando una partita per la vita o per la morte, senza esclusione di colpi nei confronti dei popoli. Ai profughi e ai morti siriani, o a quelli del Donbass ucraino, corrispondono i nostri disoccupati alla frutta e coloro che sono indotti al suicidio “per ragioni economiche”, anche se è possibile che la guerra combattuta con le armi, fra non molto, arriverà fino a noi. Anzi, favorendo attentati come quello di Parigi, loro stessi ci fanno capire che siamo già in guerra.
Non ci servono più, arrivati a un passo dal punto di non ritorno, lunghe analisi della situazione, centrate sull’economia o sullo scontro di civiltà. Certe cose sono ormai evidenti anche all’uomo della strada, o dovrebbero esserlo. La conclusione che ho tratto fin dall’inizio è che lo stato islamico sunnita, l’euronazismo atlantista ucraino e lo stesso partito democratico in Italia non sono che pedine nelle mani di una classe dominate genocida e senza scrupoli, perfettamente inserita nelle dinamiche nuovo-capitalistiche che gestisce a danno di noi tutti, siriani, africani, ucraini e italiani.
Matteo Renzi e i suoi, con tutto il pd (nessuno escluso), sono alleati degli euronazi ucraini e dei tagliagole sunniti di Raqqa e Mosul, perché il manovratore è sempre lo stesso. Tutta questa feccia si muove sanguinosamente verso un unico obiettivo epocale: la dominazione delle élite neocapitaliste occidentali sul mondo, o almeno su una sua vasta porzione (che dovrebbe comprendere la Russia del dopo-Putin), con l’economia criminale e quella di guerra che acquistano sempre maggior rilevanza, supportando il libero mercato globale. Questa è l’unica conclusione possibile.