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La sovranità appartiene al popolo!

di Marco Mori - 19/05/2015

Fonte: controinformazione

La sovranità, ai sensi dell’art. 1 Cost., appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione stessa. La “forma” ovviamente è il diritto di voto per mezzo del quale il popolo elegge i suoi rappresentanti (anche se sarebbe meglio dire eleggeva, date le leggi elettorali liberticide approvate da dieci anni a questa parte).
In merito ai limiti alla sovranità invece occorre leggere l’art. 11 Cost. che dispone: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

 

Le limitazioni della sovranità sono pertanto lecite a tre precise condizioni:
-che si tratti appunto di limitazioni e non di cessioni;
-che avvengano in condizioni di reciprocità con le altre nazioni;
-che siano finalizzate alla creazione di un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra i popoli.
Se non si rispecchia il primo di tali requisiti si comprime il potere d’imperio dello Stato ledendo la sua personalità giuridica. Tuttavia menomare la personalità giuridica è una condotta punita ai sensi del codice penale che prevede appunto un’apposita tipologia di reati.

La cessione di sovranità dunque è sic et simpliciter un atto eversivo.
Esaminiamo brevemente tutti e tre requisiti di cui sopra. Limitare la sovranità significa pacificamente contenere il proprio potere d’imperio, ma ovviamente ciò non può comportare la cessione a terzi di detto potere. Le cessioni di sovranità monetaria ed economica compiute con i Trattati UE esulano da tale limite e rientrano, pacificamente e senza tema di smentita, in condotte da sanzionare penalmente poiché, in definitiva, negano al popolo la sua sovranità. L’Italia così ha perso anche la sua indipendenza sottoponendosi ad un “vincolo esterno” permanente da parte di organismi stranieri.

Anche le mere limitazioni, per essere lecite, debbono avvenire in condizioni di reciprocità tra nazioni ed al fine unico di promuovere la pace. Ovviamente la violazione di tali ulteriori requisiti non ha alcuna conseguenza penale. La mera limitazione della sovranità, anche se compiuta senza rispettare gli altri due requisiti, non lede infatti la personalità giuridica dello Stato, lasciando la sovranità nella totale disponibilità del popolo conformemente all’art. 1 Cost. Si rimane dunque nell’esclusiva violazione del solo art. 11 Cost.
Reciprocità nella limitazione sta a significare pari condizioni per gli Stati. Circostanza che, sia detto per inciso, non si verifica affatto nell’Unione Europea e che addirittura non si verifica in sede ONU dove cinque paesi conservano il diritto di veto eliminando ogni forma di reciprocità nelle limitazioni di sovranità.

Il fine di aderire ad un ordinamento che tuteli la pace e la giustizia tra i popoli rappresenta poi un chiaro vincolo di scopo che legittima le limitazioni solo laddove volte ad evitare nuove guerre. La norma era pensata unicamente per l’ONU, organo che aveva ed ha nel suo statuto tale obiettivo.

Un Trattato di “libero scambio” invece non legittima neppure mere limitazioni di sovranità posto che il commercio non ha nulla a che vedere con la pace. Anzi, a ben vedere un Trattato che si basa sulla forte competitività tra nazioni, anziché mettere al centro gli inderogabili doveri di solidarietà (economica, politica e sociale), stimola il conflitto.

Contrariamente a quanto possa sembrare a prima vista il tema esposto è tremendamente concreto ed attuale visto che sono proprio le cessioni di sovranità a causare la crisi economica che colpisce l’Italia. Infatti il paese non si può più “finanziare” sovranamente ma può solo chiedere moneta in prestito ai mercati e peraltro può farlo solo in quantità predeterminate dai Trattati stessi, quantità che ha imposto all’Italia di tassare più di quanto spende (al netto del costo degli interessi) da oltre vent’anni, così distruggendo la nostra economia.
Oggi sentite parlare di mancanza di denaro e rischio default dello Stato solo perché lo Stato stesso (e dunque il popolo) non ha una propria moneta che ovviamente potrebbe emettere senza limiti quantitativi. Uno Stato sovrano, con debito sovranamente denominato nella propria moneta, potrà anche fare una cattiva politica monetaria ed economica ma non potrà mai fallire. Sarà uno Stato che soprattutto conserverà la propria indipendenza senza poter subire ricatti da parte dei mercati.

L’UE oggi persegue un evidente disegno criminoso che solo pochi disinformati (oltre ad alcuni soggetti in malafede che andrebbero processati a norma di legge) non hanno colto. La crisi infatti è, come dichiarato da Monti, un reo confesso ancora a piede libero unicamente grazie alla disinformazione, lo strumento per costringere i popoli a cedere sovranità vincendo il loro senso di appartenenza nazionale.

Ovvero una falsa emergenza che cooptando le genti (dunque siamo innanzi ad una forma di violenza) le obbliga ad andare verso lo smantellamento dello Stato. Fermo restando che la sola cessione di sovranità costituisce reato e ciò a prescindere dallo scopo ulteriore per cui viene fatta (la violazione degli altri due requisiti dell’art. 11 Cost. non è punita penalmente). Elemento psicologico del reato invece è solo la volontà di cedere la stessa sovranità che non è un bene nella disponibilità dell’attuale classe politica, non gli appartiene! Con buona pace di Renzi, Padoan, Draghi, Boldrini, Napolitano e tanti altri che più volte hanno invocato illecite cessioni di sovranità.

Nella campagna elettorale che mi vede impegnato in Toscana l’unico tema da me affrontato è questo visto che anche questa splendida regione, come il resto del Paese, non sopravviverà senza sovranità. Ovviamente lo scopo principale di questa attività è informare ed invito, tutti coloro che hanno compreso a diffondere, oltre all’articolo suesposto, anche questo video:   Youtube.com/watch