Reddito di cittadinanza: da Pound a Grillo
di Umberto Ciucciarelli - 09/06/2015
Fonte: IlTalebano
Perlopiù differenze
Pochi sanno (o vogliono ricordare) che il reddito di cittadinanza, sbandierato ai quattro venti come mirabile intuizione di Beppe Grillo, fu argomento di proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati da Teodoro Buontempo il 18 maggio del 2006, denominata “Proposta di legge per la proprietà popolare della moneta e distribuzione di un reddito di cittadinanza”.
Essa non nasce dal M5S, come qualche giornalaio ha tentato di far credere, ma fa parte di un filone politico-economico che appartiene a proposte di fiscalità monetaria di gente del calibro di Ezra Pound e Giacinto Auriti, intese come critica al capitalismo finanziario ed al superamento delle sue distorsioni, comprese in più periodi nella proposta politica della destra sociale in Italia e fatte accuratamente impolverare in qualche cassetto di Montecitorio da mani interessate.
Il reddito (o conto) di cittadinanza, in detta tradizione culturale (cui mi onoro di appartenere, NdA), è configurabile come la ripartizione tra tutti i cittadini dell’interesse attivo generato dal prestito di moneta sovrana da parte dello Stato emittente. Più semplicemente, è il costante riversare nella collettività il frutto del denaro prestato dallo Stato alle imprese ed ai cittadini attraverso la banca centrale nazionale ed il sistema bancario. È facile pertanto evincere come esso sia realizzabile solo in regime di sovranità monetaria, e che lo strumento monetario che portiamo oggi in tasca sia il meno adatto per il recepimento di una tale nozione essendo gravato da un pesante signoraggio bancario e da un interesse passivo che lo Stato paga alla BCE.
Semplificando molto, possiamo affermare che il reddito di cittadinanza scaturisce da una stretta connessione tra la massa monetaria emessa ed il numero degli abitanti, così come riassunto nella formula economica rdc=em/ab. Ci sarebbe da citare un’intera letteratura al riguardo, ma per chi voglia approfondire rimando al libro del prof. Auriti “Il paese dell’utopia-la risposta alle cinque domande di Ezra Pound”, del quale si consiglia comunque la lettura.
In questa sede si vuole unicamente sottolineare come la proposta del M5S non abbia nulla a che fare con quanto sopra riportato, e che essa sarebbe molto più propriamente definibile sussidio di disoccupazione, da doversi finanziarsi per intero. Come egregiamentesottolineato nei giorni scorsi da Paolo Becchi ed Antonio Maria Rinaldi, in uno scenario come quello attuale è pura utopia pretendere che si reperiscano fondi aggiuntivi per circa 45mld senza un pari aumento della fiscalità o del taglio della spesa pubblica:
L’unico modo per poter rendere sostenibile il reddito di cittadinanza, e qualsiasi altra forma di spesa, è il ritorno alla piena sovranità monetaria, che consentirebbe di porre in essere politiche economiche coerenti con le effettive esigenze della nostra economia e delle scelte sociali con criteri di equità e sostenibilità
Invece, nello sbraitare grillino di Assisi, non v’è traccia, come evidenziano Becchi e Rinaldi, di un benché minimo richiamo al fatto che politicamente è quanto mai decisiva l’uscita dall’Euro, anche per poter realizzare concretamente il Reddito di Cittadinanza (quello vero). Ad ulteriore dimostrazione, ove ancora occorresse, di quanto il M5S sia solo l’altra faccia (quella accuratamente nascosta) di una medaglia che troppo bene abbiamo conosciuto in questi ultimi anni.