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L’ipocrisia dell’Occidente e l’asse Mosca – Teheran – Damasco

di Valentino Quintana - 14/09/2015

Fonte: Opinione pubblica


Dopo aver sostenuto gli integralisti che hanno messo a ferro e fuoco la Siria, costringendo migliaia di famiglia a scappare dal paese, i governi occidentali stanno cercando di occultare collusioni e responsabilità con la retorica dell'accoglienza.


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L’ipocrisia dell’Occidente è sotto gli occhi di tutti. Lo Stato Islamico, o Isis, o Is, o Daesh che dir si voglia, esiste, sta avanzando spaventosamente, con il beneplacito di Ue e Stati Uniti. L’ipocrisia ha raggiunto livelli colossali almeno in due occasioni: la prima quando è morto in mare il piccolo Aylan Kurdi, il quale ha visto la sua raccapricciante foto in bella mostra in almeno una decina di testate. Poco importano le indagini successive, dalle quali stanno emergendo altre novità: il padre potrebbe essere stato ubriaco ed addirittura rappresenterebbe egli stesso lo scafista. In poche parole, il padre sarebbe stato il carnefice del figlio. Ancora più indietro, il Canada aveva negato il visto a questi due poveri disgraziati, quindi sarebbe una morte della radici profonde. In secondo luogo, quando si è accusata la Russia di essere “entrata in guerra” contro l’ISIS. Forse a molti siti di informazione, ANSA inclusa, è sfuggito che in Siria i soldati russi sono presenti da tempo, cosa tra l’altro normale, poiché lì vi è la base russa di Tartous, senza contare quella in costruzione a Latakia. Il fatto che abbiano inviato consiglieri militari e addetti dell’intelligence in supporto ai siriani è relativo agli accordi bilaterali stipulati tra le due nazioni anni fa. Perché tuttavia l’occidente risulta così ipocrita e non ha alcuna intenzione di combattere sino a fondo l’Isis? Capiamolo nel dettaglio.

L’ipocrisia dei 17 euro

La vicenda di Aylan ha scosso le coscienze dei governi europei ed occidentali. Lo abbiamo letto e riletto nei giornali. E, a scanso di equivoci, un bambino che muore in quella maniera atroce, è una cosa talmente terribile da non trovare parole. Tuttavia, prima di quest’episodio chiave, l’Europa, o meglio, l’Unione Europea, non voleva saperne di dividere le quote dei profughi siriani. Dopo Aylan, la Germania della Cancelliera Merkel ha aperto le porte sino a 500.00 persone l’anno, numero eccezionale, e, in apparenza, generoso al contempo. Ragioniamo. Dalla Siria, sta scappando quella classe media (o almeno, così i giornali ci raccontano) che dopo 5 anni di guerra civile massacrante, non vede più alcun futuro all’interno del paese. Sino ad ora, moltissimi erano scappati nella vicina Turchia, in Libano, e poi le altre due tratte: quella “italiana” del Mediterraneo, e quella “balcanica”, risalendo dalla Grecia all’Ungheria. Il piccolo Aylan, è morto partendo da Bodrum, città considerata la perla della Turchia, gioiello da quasi due milioni di visitatori l’anno. Da questo paradiso, (per loro, inferno), i migranti vedono come salvezza l’Austria, la Svezia o l Germania e si imbarcano per la Grecia, precisamente, per l’isola di Kos. I trafficanti, acquistano imbarcazioni di fortuna, sulle quali potrebbero montare solamente tre persone, per una spesa modica, inferiore ai cento euro. Fanno salire decine di persone, facendo percorrere, di notte, una tratta di una decina di miglia marine per un migliaio di dollari. Questo è il prezzo richiesto ai disperati, i quali, pur di racimolare la cifra richiesta, elemosinano tra le vie di Bodrum, mentre il mondo occidentale se la spassa in alberghi di lusso. E la beffa? La stessa tratta, che dura 25 minuti, attraversata per mezzo di motoscafi o traghetti, per un europeo, viene a costare 17 euro, una miseria! L’ipocrisia occidentale è alle stelle. Mentre un profugo paga l’impossibile per effettuare una tratta (fuorilegge in tutti sensi) intravedendo una salvezza che in molti casi si trasforma in tragedia, una persona provvista di passaporto occidentale può fare il bello e cattivo tempo muovendosi senza problemi.

L’ipocrisia dell’accoglienza a tutti i costi

Dopo Aylan, la Germania ha aperto le sue porte, fino a 500.00 persone all’anno. Intende accogliere profughi siriani e altri scappanti da situazioni di conflitto. Per questo, le domande di diritto d’asilo provenienti ad esempio dai paesi balcanici, saranno ridotte a percentuali minime. Una decisione non concordata con gli altri partner europei, di forte impatto, ma con un preciso scopo. Se citiamo “Avvenire” (quotidiano di ispirazione cattolica, ndr) di giovedì 10 settembre 2015, si capisce perfettamente dove voglia arrivare la mossa tedesca: “in prospettiva (la mossa) va a colmare un gap di forza lavoro che un Paese in piena occupazione e in forte crisi demografica sarebbe andato a creare nei prossimi anni”. Quindi, la Germania, sebbene sia il Paese più popoloso dell’Unione, con più di 80 milioni di abitanti, sta “importando” 500.000 persone all’anno. Una nova forza lavoro, non necessariamente poco qualificata: possono essere infermieri, medici, operatori sociali e molte altre figure. Gli industriali tedeschi possono stare tranquilli: una nuova forza lavoro, a basso costo, sta arrivando dalla Siria. Un’operazione di facciata, sotto la bandiera dell’accoglienza, del buonismo e della bontà. Le Tv hanno parlato chiaro: il Governo ungherese di Vitkor Orban non è accogliente, ha bloccato migliaia di persone alla stazione di Budapest e deporta i profughi in campi sinistri. Il Governo tedesco invece, è buono. Ora però, la Germania deve mettere in campo tutta la sua bravura organizzativa: creare corsi ad hoc di lingua, per l’integrazione sul territorio. Deve assumere al più presto personale per identificare chi ha lo status di rifugiato e chi non può rimanere. L’ufficio federale dovrà assumere almeno duemila persone, atte a pratiche di accoglienza ed identificazione. Senza contare le tensioni sociali, il ruolo delle Caritas locali e il collocamento che dovrà garantire un futuro a queste persone. L’ipocrisia occidentale è proprio in questo: se fossero rimaste in Siria, avrebbero avuto la loro terra, il loro Paese, conservato le proprie tradizioni, parlato la lingua dei padri. Ora, per non combattere sul campo un nemico creato ad arte, l’Europa salverà diverse vite umane, e per questo va lodata. Al contempo, snaturerà se stessa.
Non merita nemmeno rilievo la proposta di “Repubblica” di far pervenire in Europa 260 milioni di migranti entro i prossimi anni per pagare le pensioni dei cittadini europei. Assurdità prive di senso. La pensione, se tutto continuerà in questi toni, non la vedranno né gli europei attuali, né i nuovi europei.

L’ipocrisia anti – russa

La canea mediatica che si è scatenata contro la Russia, è parte dell’ipocrisia occidentale. Politici, ministri, capi di Stato americani ed europei non hanno condiviso la scelta russa di inviare mezzi per appoggiare il legittimo governo di Assad. Molte nazioni hanno chiuso gli spazi aerei per il “ponte aereo russo – siriano”. C’era da aspettarselo, si potrà commentare. La domanda rimane legittima: come si può battere lo Stato islamico, se non sul campo? Maurizio Blondet ha dimostrato che l’occidente, a parte dei modesti raid, non sta facendo nulla per combattere l’Isis, che sta divenendo sempre più forte e potente (1). Lo si sta lasciando libero di fare transazioni bancarie (senza alcuna sanzione, valida invece per la Russia), e i suoi traffici petroliferi, cosa da cui dipende la sua potenza finanziaria, sono al massimo. Attori complici? Europa, Turchia e America. Solamente che il nemico numero uno è la Russia, e tale deve rimanere. Poco importa a che prezzo. Addirittura, Hilary Clinton ha dichiarato che “la Russia pagherà caro il suo sostegno ad Assad”. Bisogna ricordare ad Hilary che Bashar al Assad è il legittimo ed eletto presidente della Siria, e che la nazione che quest’ultimo guida è sotto attacco dall’Isis. Vladimir Putin ha dichiarato giustamente che i siriani non stanno scappando da Assad, ma da uno stato criminale ed assassino autoproclamatosi in territorio siro – iracheno. Logica vorrebbe che si combattano questi assassini, distruggitori di templi, uccisori di chi non la pensi come loro, portatori di una visione islamica estrema. A quanto pare, l’occidente invece, volta le spalle a Putin, per motivi imprecisati. O forse, è fin troppo chiaro: chi arma i delinquenti in Libia, o in Siria, o altrove, è la stessa mano. E le migrazioni, fanno parte del gioco. La Russia può contare su alleati quali l’Iran, per un asse Mosca – Teheran – Damasco. Un alleato regionale forte l’Iran, una garanzia contro il terrorismo. Contro un occidente ipocrita ed impreparato.

(1) http://www.maurizioblondet.it/modesta-proposta-per-vincere-lisis/