Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin ha esordito ricordando la fondazione dell’ONU e rievocando la Seconda Guerra Mondiale e le sue numerose vittime, per poi tracciare un parallelismo con la minaccia costituita dall’ISIS, la cui soluzione richiede una coalizione internazionale analoga a quella usata contro Hitler. Proprio nell’invito a formare una coalizione internazionale anti-ISIS, il presidente russo ha accennato, senza nominarla direttamente, all’egemonia americana nata dalla fine della Guerra Fredda, che li ha portati a essere così orgogliosi che “hanno deciso che non riconoscono l’autorità delle Nazioni Unite.”
La Russia, ha proseguito Putin, è pronta a lavorare con i suoi interlocutori sulla base del consenso, ma considera i tentativi di minare l’autorità delle Nazioni Unite “estremamente pericolosi”. Se riuscissero, si andrebbe verso un mondo dominato da un solo Paese, piuttosto che da un consesso di nazioni. Stati veramente sovrani sarebbero sostituiti da protettorati e marionette (qui è evidente una pesantissima allusione al sistema americano di «alleanze»). È necessario cooperare con i partner, e la Russia è pronta a farlo, ma è anche necessario rispettare le altre nazioni e la loro integrità, altrimenti si arriverà a un mondo governato dai diktat. Occorre che si possa scegliere liberamente il proprio futuro. Le questioni internazionali devono essere affrontate in modo pulito e chiaro. Non siamo spinti dall’ambizione, ma non possiamo più tollerare l’attuale ordine mondiale.
Le “rivoluzioni democratiche” (tra cui quelle colorate e le primavere arabe, N.d.t.), secondo Putin, avrebbero portato violenza, povertà, e disastri sociali, portate avanti nel nome dell’eccezionalismo e dell’impunità, con la scusa dei diritti umani. Lo Stato Islamico, continua, è nato dopo l’invasione (americana) dell’Iraq e adesso “la situazione è più che pericolosa”. È stato un grave errore non cooperare con il Governo Siriano contro lo stato islamico.
Solo Assad, ha detto Putin, sta combattendo sul serio contro di loro (altra frecciata indirizzata ad americani e francesi), perciò occorre coordinarsi secondo i principi dell’ONU. Se così sarà, non serviranno altri campi profughi. Quella attuale è una tragica migrazione e una dura lezione per tutti, inclusa l’Europa. La soluzione è ripristinare le autorità di quegli Stati (Libia e Siria) che si è voluta demolire per poterne cambiare il governo.
Il caos in Medioriente è stato alimentato per usarlo contro il governo siriano, e si continua ad alimentare perché si continua a parlare di opposizione moderata. Finanziare il terrorismo è una scelta cieca che alla fine porta ad aumentare l’insicurezza globale. Occorre fermarli, non cooperare con essi: bisogna impedire loro di continuare a espandersi. Putin ha poi detto che «i Paesi islamici avranno un ruolo chiave in questa coalizione, perché l’ISIS dissacra l’islam e i suoi valori, oltre a rappresentare una minaccia diretta per tali Paesi.»
Putin ha poi puntato il dito contro la Nato, il cui espansionismo verso est ha provocato la crisi in Ucraina: si è trattato di un colpo di Stato orchestrato dall’esterno, che ha portato alla guerra civile, seguita dalle sanzioni, che sono una mera dimostrazione di “crescente autoreferenzialità economica.” (riferendosi chiaramente agli USA e agli alleati atlantici). Putin ha anche detto che occorre rispettare le scelte dei popoli del Donbass.
Vladimir Putin ha, infine, accennato all’importanza di lottare contro le emissioni dei gas serra e, in generale, di puntare sullo sviluppo eco-sostenibile, e concluso il proprio intervento sostenendo che Mosca crede nell’ONU come strumento di risoluzione delle questioni internazionali allo scopo di rendere il mondo stabile e sicuro.