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Homo Sapiens Vs Homo Ludens

di Valerio Lo Monaco - 25/01/2016

Fonte: Il Ribelle



Introduzione

La Cultura costa cara. È sempre stato così. Riservata alle élite, poi raggiunta dalla borghesia e alla fine, con grossi sacrifici, appannaggio anche di alcuni tra le classi sociali meno abbienti, ha comunque comportato un grosso esborso economico da parte di chi ha anelato di volerla raggiungere. E anche un enorme dispendio di tempo (non la si acquisisce in un giorno, la cultura). Nel mondo attuale anche il tempo (vogliono convincerci) è denaro. Ma naturalmente non vogliamo soffermarci sui costi economici. Anche perché più che di denaro preferiamo parlare di valore. Della cultura. E del tempo. E di come lo si impiega.

Qui, se parliamo di valore, non c'è mastercard che tenga. E se parliamo di investimento siamo ancora più altrove: probabilmente è uno dei pochissimi beni che, una volta acquisiti, non ci possono essere sottratti. E che possono essere tramandati senza pagare tasse di successione. Insomma l'arricchimento culturale è affare personale, egoistico diremmo, valevole per sé e per chi si ha intorno. È, sopra ogni altra cosa, l'elemento attraverso il quale misurare l'uomo. Alla cultura come valore, nel tempo si è sostituito il possesso di oggetti, di denaro, come elemento di riferimento e identificazione. E dovremmo ormai avere una idea ben chiara di cosa ciò abbia comportato, di cosa abbia voluto dire considerare élite una classe dirigente abbiente ma incolta, senza i benché minimi requisiti morali, etici e culturali, tutti prepolitici, che una volta messa nelle condizioni di governare non ha potuto che portare avanti i principi unici che una civiltà del genere poteva promuovere. E anche qui, non vogliamo convincere nessuno: se non si hanno ancora occhi per accorgersi della situazione allora ci arrendiamo.

Ma insomma se si vuole tornare a respirare un po', se si vuole tornare a frequentare qualche oasi vivibile, se si vuole puntare a una salvezza imperfetta quanto si vuole eppure almeno possibile è lì che si deve tornare, all'uomo in grado di sapere e considerare, valutare e scegliere, ricordare e non perseverare. Alla civiltà degli schiavi inconsapevoli occorre opporre e proporre quella degli uomini liberi. E tentare di aprire una breccia nelle menti di chi è in catene, perché fino ad allora nulla a livello di massa potrà mai accadere. Dall'animale, schiavo in catene appunto, all'Homo Sapiens. Soprattutto oggi che fa la sua comparsa un nuovo essere vivente, l’Homo Ludens.

Costi nascosti

 Anche l'ignoranza ha un costo. Ignoranza nel senso letterale del termine, cioè di colui che ignora. Anche in questo caso, è sempre stato così. Ma lo è ancora di più adesso. E per una volta almeno anche e proprio dal punto di vista economico. In un mondo che va a denaro, ignorare alcune cose determinanti ha un costo vivo, tangibile: ad esempio quello di farlo perdere, il denaro. Anche se ci allontaniamo per un momento dall'aspetto prettamente culturale della cosa, spirituale, morale ed etico se vogliamo, e se torniamo alle acque basse della vil pecunia, ebbene ignorare alcuni elementi comporta essere facilmente in balia degli eventi. Di tutti gli eventi. Per alcuni di questi anche la cultura può poco, oggi e in questa situazione. Per il semplice motivo che pur accorgendoci delle rapine che si preparano sopra le nostre teste e dentro le nostre tasche, in tanti casi non possiamo fare altro che vederle compiersi. E subirle. Per ora. Mettere in opera dei cambiamenti epocali per fare in modo che tali rapine non siano più possibili equivale a ipotizzare una rivoluzione. Affare di massa, dunque. E quindi di tanta gente che abbia capito la situazione. Cosa che al momento non appare neanche lontanamente all'orizzonte vista la totale ignoranza in materia che ci circonda. Appunto. Ma per tanti altri aspetti, invece, ignorare alcune cose non permette neanche di prendere eventuali misure ove possibile.

In altre parole, al momento non è ancora possibile sottrarsi alla rapina economica della Banca Centrale Europea che impera sulla moneta, anche per chi abbia già ben capito la posta in gioco e abbia assimilato ormai in modo chiaro la situazione, cioè il furto sulla nostra sovranità monetaria, ma per altri aspetti invece si può tentare (e in molti casi anche riuscire) di evitare furti diventati ormai grossolani da prevedere con anticipo. E dai quali sottrarsi.

Conoscendo la situazione, non era difficile immaginare il furto che si sarebbe subito da alcune Banche. Non era difficile sapere che non era il caso di sottoscrivere delle obbligazioni subordinate, e stiamo facendo solo un esempio tra quelli eclatanti delle ultime settimane. Conoscendo la situazione non era difficile capire in che gorgo sarebbero finiti fatalmente eventuali investimenti immobiliari incentrati sulla bolla del mattone. Non era difficile capire in che direzione sarebbe andata la propria azienda, anche di caratura nazionale, quando strozzata da una parte dai fidi bancari, dall'altra dal dumping sul lavoro estero e da un'altra parte dalla globalizzazione, non aveva alcuna possibilità di farcela. Chi ha compreso la situazione per tempo, perché ne è arrivato a essere a conoscenza, ha smobilitato prima, ha evitato di fare alcuni investimenti, ha venduto tempestivamente perdendoci un po' ma evitando il tracollo finale. Non ha sottoscritto obbligazioni subordinate. E sta attualmente prendendo le contromisure al bail-in appena entrato in vigore...

Ribadiamo, l'aspetto economico non è l'oggetto di questo focus, ma il rapido passaggio ci è servito solo come esempio per capire che la conoscenza, la cultura, è l'unico elemento, a parte il caso e l'istinto, in grado di far prendere delle decisioni giuste (o almeno un po' più giuste) per tempo. Anche in merito al denaro.

Del resto, in estrema sintesi, se sai puoi almeno tentare di fare qualcosa. Se non sai puoi solo aspettare gli eventi. Fasti o, più spesso, oggi, nefasti.