Volandoci addosso
di Miguel Martinez - 02/11/2016
Fonte: Miguel Martinez
Ieri sono stato alla Prima giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo, organizzata dalla International Society of Doctors for Environment (ISDE).
Un titolo che fa sbadigliare, per raccontarci invece di un fenomeno di enorme importanza, anche perché ci troviamo in un luogo bellissimo della Piana, più o meno esattamente dove – secondo il progetto per il nuovo aeroporto di Firenze – un missile al minuto si staccherà da terra giorno e notte.
Mentre in questo basso mondo, ci preoccupiamo per la piccola gente che si muove precariamente su barchette di gomme, in un’altra dimensione avviene un movimento di proporzioni incredibilmente più grandi, e che cresce incessantemente.
Ciampino, piccola pista militare dentro una periferia densamente abitata, esplosa in pochi anni fino ad arrivare quasi sotto le finestre delle case, per accogliere oltre quattro milioni di passeggeri in un anno.
Ufficialmente sono 162 voli al giorno, ma ai fini del calcolo dell’impatto sulla salute, i voli notturni valgono dieci voli diurni; mentre il Centro Regionale Infrastrutture Sistemi Trasporto Aereo ha certificato che il massimo numero di voli compatibili con la salute dei residenti sia 60. Come quasi sempre, le denunce dei cittadini e anche del sindaco restano prive di effetto.
Ovunque in Italia, succedono fenomeni simili, dovuti soprattutto alla crescita dei voli low cost.
Solo grazie a un convegno come questo, scopri ad esempio che tali voli vengono sussidiati in maniera massiccia da chi ne subisce le conseguenze: Ryan Air, l’anno scorso, ha ricevuto 5 milioni di euro dai contribuenti di Treviso (con il trucco del comarketing) per tenere artificialmente bassi i prezzi. Poi dicono che nel Veneto non amano i migranti.
Mentre il Comune di Treviso vara virtuose ordinanze che impediscono l’accesso in città alle vetture Euro 0, Euro 1 ed Euro 2,
“Gli aerei che decollano dal Canova inquinano in un anno come 37 milioni di auto Euro 0 che coprono una distanza di 10 chilometri. Il conto è stato fatto dal comitato di cittadini che si batte contro l’ampliamento dello scalo. “Ogni decollo di un aereo di linea equivale a circa 5mila auto Euro 0 che percorrono dieci chilometri – si legge in un comunicato – e nel 2013 a Treviso ci sono stati quasi 7.400 decolli”.
Statistiche difficili da valutare, visto che gli aeroporti sono reticenti nel fornire informazioni, e lo stesso ente preposto a valutare i rischi è quello che incassa i soldi dalle linee aeree.
Comunque la Ryanair stessa ammette di regalare al pianeta quasi 8 milioni di tonnellate di CO2 l’anno; ed è certo che le emissioni aeree sono esentate da tutte le restrizioni che gli accordi di Kyoto e Parigi hanno imposto – negli Stati Uniti va ancora di moda poi il piombo nel carburante degli aerei.
Le emissioni comprendono tonnellate di particelle ultrasottili, misurabili in milionesimi di micron: interessante la relazione di un medico, che spiega come tali particelle riescano a penetrare tranquillamente attraverso la placenta e da lì nei cervelli dei feti, dove poi condizionano epigeneticamente lo sviluppo dell’embrione, causando tutta una serie di simpatici fenomeni che sembra siano ovunque in aumento, e che ci colpiscono esattamente mentre il sistema sanitario entra in crisi.
Al convegno, un lavoratore dell’aeroporto della Malpensa ci spiega come lo obblighino a guidare il bussino che porta i passeggeri direttamente addosso alle turbine mentre scaricano, perché tale disposizione fa risparmiare spazio e soldi e rende più veloce il ricambio degli aerei: finora tutte le loro proteste sono rimaste senza risposta.
Gli apologeti correranno a dire che ci sono anche tante altre fonti di inquinamento, ripetendo così la stessa scusa avanzata proprio da tutte le altre…
Al piccolo aeroporto di Montichiari in rapida espansione, arrivano i posti di lavoro che in questi casi vengono sempre promessi – per qualche motivo, i voli sono soprattutto notturni, e vengono scaricati per 400 euro al mese da extracomunitari che a Montichiari, immaginiamo, siano arrivati per vie meno veloci, ma più costose.
Ma alla fine, il grande movimento è unico.