L’odio del buono e l’amore del laido
di Martino Mora - 13/01/2025
Fonte: Martino Mora
Oliviero Toscani ha sguazzato, per un vita intera, nel fango.
Perfetta espressione del sistema orgiastico-mercantile, per tutta la vita ha odiato cioè che è alto, vero, nobile, bello, puro, pulito, ordinato. Come testimoniano le sue dichiarazioni e soprattutto la sua produzione fotografica, ha invece amato ciò che è basso, falso, spregevole, brutto, impuro, sudicio, disordinato.
Sovversivo, nichilista, empio, pornofilo, immigrazionista, globalista, vaccinista, meticcista, Toscani fu la perfetta incarnazione di potere di quel neocapitalismo blasfemo (da solo o insieme al suo degno sodale Luciano Benetton) dell'omologazione consumista che Pierpaolo Pasolini stigmatizzò sin dalla nota pubblicità dei jeans Jesus (1973). Proprio dai jeans Jesus alle vagine al vento; dagli United Colors ai calendari con i peni; dalle umane nudità con le teste di animale all’umanitarismo meticcio; Toscani si è sempre diviso, da buon radicaloide pannelliano ricco sfondato, tra oscenità e sentimentalismo globalista, dolciastro e rancido. I media di regime, falsi quanto lui, oggi lo esaltano.
Toscani ovvero: l’odio del buono e l’amore del laido.