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Il Paese virtuale dei "bocconiani" e quello reale

di Paolo Borgognone - 05/03/2018

Il Paese virtuale dei "bocconiani" e quello reale

Fonte: Paolo Borgognone

Il Paese virtuale è quello dei "bocconiani", gli analisti simbolici del degrado nazionale, i conformisti che hanno sacrificato il proprio spirito critico e ogni parvenza di pensiero autonomo sull'altare della loro speranza, a volte pure velleitaria, di integrazione nella società di mercato. Nel Paese virtuale il PD è al 33%, la Bonino al 23%, FI all'11%, LeU al 7,7% e il M5S e la Lega si attestano attorno al 3%. Il Paese virtuale è il Paese dalla cui prospettiva il mainstream ha gestito e ci ha raccontato le dinamiche della campagna elettorale. Sono 4 gatti ma non importa, sono ricchi e cosmopoliti e, rispondendo ai desiderata delle classi dominanti internazionali, sono coloro i quali puntano a imporre la loro morale come destino ineluttabile per il resto degli italiani... I 4 gatti sfigati e spelacchiati di cui sopra sono in perfetta sintonia con il mainstream che, impunito come pochi e ignorante come gli è richiesto essere (oggi gli ignoranti votano perlopiù a "sinistra", sia ben chiaro), li definisce "la meglio gioventù". Il Paese reale, invece, è quello la cui fotografia elettorale è riportata qui sotto. Il Paese reale (cioè lo spazio pubblico di chi vive, lavora e lotta in un determinato territorio) è quello in cui chi sta al 3% nello spazio privato (comfort zone) dei figli di papà viziati e arroganti che si identificano nell'ideologia dei mercati e del profitto, si attesta al 32% e al 18%. Il Paese reale è quello in cui chi prende il 23% dei voti nella comfort zone dei fighetti, praticamente manco esiste... La separazione tra celebrities e popolo realmente esistente non è mai stata così profonda e marcata come in questi anni. In Italia e non solo. Il mainstream ideologico liberale (compresa la pletora di fighetti griffati e rincitrulliti che je sta appresso), ora, ha un'unica chance, se vuole riconquistare un minimo di dignità pubblica e privata: smettere di avvelenare i pozzi e porsi in sintonia con la Storia. Tuttavia, non credo che il mainstream farà un solo passo in questa direzione. Chi è stato cooptato ed è dominato dalla "logica dei mercati" non possiede gli strumenti culturali e la volontà politica idonei a costituirsi come soggetto sociale e storico provvisto di una dignità percepibile.