Indipendenza dagli Stati Uniti?
di Daniele Dell'orco - 25/02/2025
Fonte: Daniele Dell'orco
Questa mappa che fotografa la situazione attuale della presenza diretta (senza considerare quella indiretta) degli Stati Uniti e del loro esercito nel continente europeo è, o sarà, tra i principali temi di discussione negli incontri tra Donald Trump e Vladimir Putin.
È anche una mappa che sta a suggerire come le intenzioni delle leadership politiche europee vogliose di smarcarsi dalla sudditanza di Washington siano allo stato attuale delle cose mera lettera morta.
Si notino alcune cosette:
1) L'Ungheria del cattivone "filoputiniano" Viktor Orban ospita tranquillamente basi americane. Senza che la sua appartenenza al fronte atlantista sia mai stata davvero messa in dubbio, l'Ungheria persegue il suo interesse stringendo rapporti commerciali di lungo corso con Cina, Russia e mondo turco. Allo stesso modo la Turchia, Paesi Nato e con basi americane, persegue un'agenda in politica estera che molte volte si è scontrata proprio con quella di Washington.
A riprova del fatto che le due cose siano assolutamente compatibili. C'è chi dirà: eh ma l'Ungheria è piccola e può farlo. No, perché la Francia, che come si vede è macchia grigia sulla mappa, da potenza "vincitrice" della Seconda guerra mondiale non è soggetta a dominio diretto statunitense.
Se ne è dipendente oggi, dopo 80 anni, la colpa è solo sua;
2) Quando si parla del complesso di accerchiamento della Russia (reale, ma ancorché giustificato da almemo due grandi campagne militari mosse da nazioni europee contro il proprio territorio) non si tiene conto del fatto che sebbene la Russia sia vastissima e i punti di contatto con i Paesi Nato chilometricamente insignificanti, è anche vero che le basi americane in Estonia sono a un'ora di macchina da San Pietroburgo. E questo potrebbe già bastare come concetto di "minaccia" perché sarebbe come se i russi avessero una base militare diciamo a Toronto;
3) Come scritto nel post di qualche giorno fa sulle infrastrutture civili e sugli investimenti nel tessuto sociale, in Bosnia e Kosovo ci sono basi americane pur non essendo questi Paesi Nato. Hanno in sostanza combattuto per la propria sovranità, e teoricamente quella lotta l'avrebbero anche vinta, ma si ritrovano dopo oltre due decenni poveri, senza possibilità di sviluppo a causa delle contingenze diplomatiche, con leadership corrotte che si alternano al potere e con potenze straniere boots on the ground. Bel capolavoro di sovranità e indipendenza;
4) Il cosiddetto fianco orientale della Nato è presidiato nel suo lato meridionale da Bulgaria e Romania dove (specie in quest'ultima) gli investimenti Nato/Usa si stanno moltiplicando sempre di più ma dove (curiosamente?) sta maggiormente crescendo un sentimento di insofferenza anti-americano anche politico (con la possibile vittoria di Georgescu a Bucarest e la continua crescita di Văzraždane a Sofia);
5) In Germania Friedrich Merz, col suo Paese che sta affrontando una crisi economica senza precedenti dal crollo del muro e in una posizione di forza contrattuale mai così bassa a livello internazionale, favoleggia di un distacco dagli Stati Uniti. Bene: sul suo territorio ha all'incirca 70 basi Usa - tra Air-Force, US-Navy e US-Army - e una presenza di all'incirca 60.000 soldati.
L'equivalente di 3/4 divisioni.
Ci sono stati nella storia Paesi che hanno subito occupazioni militari con meno effettivi.