Il soft power dell'assoggettamento
di Andrea Zhok - 07/02/2025
Fonte: Andrea Zhok
Spesso discutendo del processo di asservimento e colonizzazione mentale dell'Europa da parte americana si incontrano voci inclini alla minimizzazione.
Si dice: "Vi saranno pure influenze culturali, come è naturale che sia in presenza di una grande potenza, ma pensare ad una regia di influenze sistematiche è complottismo."
In questo quadro alcuni dati emersi in questi giorni sono interessanti e forniscono, forse, qualche chiarimento.
Su Wikileaks e sul Columbia Journalism Review sono comparse in questi giorni alcune pagine dei rapporti interni dell'USAID, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, recentemente caduta in disgrazia con l'amministrazione Trump - il che ha consentito a molti attori critici del presente governo USA di diffondere informazioni precedentemente secretate.
Tra le informazioni emerse vi sono i dati 2023 sui finanziamenti forniti da USAID a 6.200 giornalisti in vari paesi del mondo (a sostegno della libertà di informazione, ça va sans dire), a 707 testate appartenenti a NGO (che, ricordo, sta per Non Governmental Organizations) e a 279 "organizzazioni della società civile operanti nel settore dei media".
Tra le testate che appaiono coinvolte - nonostante frenetici tentativi di dire che è tutto un fraintendimento - ci sono prestigiose riviste di politica internazionale come "Politico".
USAID appare inoltre direttamente coinvolta nel finanziamento delle attività "informative" di NGO e media che hanno fomentato rispettivamente: la "Rivoluzione delle rose" in Georgia (2003), la "Rivoluzione arancione" in Ucraina (2004), la "Rivoluzione dei tulipani" in Kyrghizistan (2005), la "Rivoluzione dei cedri" in Libano (2005).
Questi sono solo dati per cui sono disponibili pezze d'appoggio documentali. Molti altri fili sono stati esposti a voce da membri dell'attuale establishment trumpiano. La ragione per cui questi dati hanno potuto emergere è semplicemente che USAID era stato utilizzato dal governo precedente per ostacolare Trump durante la campagna elettorale, e questa è un'operazione di vendetta politica. Non è dunque certo per amore per la verità che queste notizie ora emergono, ma perché sono verità strumentalizzabili politicamente. Va da sé che questa è solo la punta dell'iceberg: innumerevoli altre verità, meno strumentalizzabili nella battaglia corrente, rimarranno in forma di file secretati.
Voglio aggiungere a questo quadro, a titolo di microillustrazione di come funziona il potere di colonizzazione mentale made in USA, una notizia dal dorato mondo dei blockbuster cinematografici. Nel nuovo film della Marvel, "Captain America. Brave New World", in uscita in questi giorni nelle sale, ricompare una supereroina nata negli anni '80, di nome Sabra. Si tratta di una supereroina israeliana, che era stata proposta originariamente come agente del Mossad, e che nella nuova versione appare solo come free lance che collabora col Mossad (un po' NGO anche lei, dai). Siamo certi che tutto ciò non abbia nulla a che vedere con le esigenze di ripulire l'immagine di qualcuno che si è appena macchiato di uno sterminio con pochi precedenti.
In verità queste forme pubblicitarie così dirette e smaccate sono le meno efficaci. Il segreto di ogni persuasione occulta ben riuscita sta nel dar l'impressione al fruitore di essere giunto ad un certo giudizio (politico, culturale, morale) da solo. Questo avviene nel modo migliore quando il messaggio non appare in primo piano, ma come elemento narrativo sullo sfondo (tipo, mentre si svolge una vicenda avventurosa, tra i cattivi di contorno in un periodo compare la mafia serba, in un altro la mafia russa, in un terzo un cartello messicano, in un quarto lo sciamannato terrorista arabo, ecc. , a seconda della bisogna). Così, nei fumettoni di fantascienza del passato come Flash Gordon il villain era il "malvagio imperatore Ming", stereotipo del perfido cinese, ecc. ecc.
Ciò con cui abbiamo a che fare non è una singola tesi che si vorrebbe far passare, una specifica dottrina, una particolare asserzione; ciò con cui abbiamo a che fare è un lavoro capillare, pluridecennale, strutturato, supportato da poderosi mezzi finanziari, e capace di lavorare sulle menti soprattutto nelle fasi in cui le difese critiche sono abbassate, come nella sfera dell'intrattenimento e del relax.
Chi pensa che questo sia complottismo farebbe bene a svegliarsi, perché da tempo e sempre di più la principale battaglia del mondo moderno si gioca e si giocherà sulla conquista delle menti; e chi vi lavora non sono dilettanti od opinionisti allo sbaraglio, ma gruppi altamente specializzati e dotati di risorse tecniche ed economiche pressoché illimitate.