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A questo punto meglio l’Intelligenza Artificiale

di Marcello Veneziani - 16/06/2024

A questo punto meglio l’Intelligenza Artificiale

Fonte: Marcello Veneziani

Non l’avrei mai detto prima ma il g7 ha compiuto un miracolo: non so voi ma io mi sono convinto che per guidare le sorti dell’umanità è meglio affidarsi all’Intelligenza Artificiale. Meglio lei che questi qua. I pochi che mi seguono forse ricorderanno che ero uno strenuo difensore dell’umanità e dell’intelligenza naturale rispetto alla sostituzione tecnologica e al dominio dell’artificiale. L’uomo è imperfetto, è fallibile, è irascibile, dicevo, ma meglio l’uomo che la macchina, il calcolo, la pura combinazione di dati e la programmazione tecnologica. Però ora, a ragion veduta, mi dico che a questo punto meglio puntare sull’Intelligenza Artificiale, capisce di più e sa calcolare con più realismo vantaggi e svantaggi, rischi e opportunità; sa conteggiare, cioè sa sommare e sottrarre punti e stabilire priorità. Per una volta che potevo finalmente concordare col Papa e dire che sia l’uomo a decidere e non l’I.A., mi vedo invece costretto a smentire Francesco e a passare dalla parte dell’Intelligenza Artificiale; visto che non si riesce a cavare un ragno dal buco dal summit e uno spiraglio serio di trattativa per l’Ucraina, la Palestina, le Armi, i Migranti e via dicendo, meglio lei, essa, codesta, non so con che pronome chiamarla.
Era l’ultima cosa che avrei mai pensato di dire ma dopo aver visto il vertice degli uomini più potenti del mondo, salvo qualche assente russo o cinese; dopo aver sentito cosa (non) pensano di fare e come (non) pensano di procedere, mi sono convinto che l’ultima carta da giocare è delegare tutto all’Intelligenza Artificiale. Faccia Lei, Signora mia, questi non sono in grado. Non sarà umana, non sarà creativa né originale ma forse riuscirebbe a prospettare soluzioni più decenti di quelle che (non) sono uscite dal vertice dei Sette Grandi.
I pasticci con la Russia, l’esproprio dei fondi russi privati, come non fanno più nemmeno i regimi comunisti, l’inutile pantomima sulla Palestina, le manfrine sull’aborto e sull’lgbt… E questi sarebbero, secondo i Grandi, i problemi grandi, le priorità e il modo di affrontarle? Meglio rivolgersi a chatGPT piuttosto che a dichiarazioni ricamate a mano dai sette nanogiganti più Biancaneve von Der Leyen.
Li avete visti tutti insieme i magnifici sette più Ursula? È raro mettere insieme così tante nullità ai vertici delle superpotenze d’Occidente. Una concentrazione mondiale senza precedenti. Penso che gli Usa non abbiano mai avuto un presidente più scarso e meno lucido di Biden, la Francia uno peggiore di Macron, la Germania un cancelliere da cancellare come Scholz, e si potrebbe proseguire. Ma il fatto senza precedenti è che non è mai capitato che tutte le potenze occidentali, contemporaneamente, siano guidate dal peggiore personale dirigente che si sia mai avuto dalla seconda guerra mondiale a oggi, il più impopolare, il meno affidabile. E in una situazione di rischio planetario, di guerra mondiale. Questa combinazione di statisti così scadenti coincide infatti e non a caso col momento più basso di consenso popolare, di partecipazione dei cittadini alle sorti dei loro paesi e di prestigio mondiale delle potenze occidentali. I migliori, nel bene e nel male, erano i capi di stato ospiti: Modi, Erdogan…
Non so se le faccio un complimento in questa situazione a dire che la Meloni ci sembrava giganteggiare nel suo pur dichiarato e vistoso nanismo. Lei, la parvenu, l’ultima arrivata, la camerata della Garbatella, ha un piglio, una padronanza affabile e perfino un abbozzo di strategia e buon senso che gli altri non hanno. Una donna fortunata come nessuno mai: non è mai capitato a un presidente italiano di avere partner internazionali così malvisti e scalcagnati come quelli che si sono trovati a Borgo Egnazia, dopo aver avuto a livello interno avversari politici ma anche alleati e concorrenti così modesti. È lei la numero uno in campo, per squalifica di tutti gli altri concorrenti. Sarà modesto pure il suo governo, modesto il suo partito, ma guardatevi intorno prima di giudicare; la politica è sempre un paragone, vale la pubblicità comparativa. Lei ha trionfato, la compagnia di giro ha toppato. Le cose migliori che si sono viste e sentite nel summit pugliesi sono stati il pescato del giorno, il pane e pomodoro e la frutta e verdura pugliese. Il senso della realtà e della civiltà era espresso più dagli ulivi secolari, dai muri a secco, dai Trulli, dal cielo e dal sole di Puglia, quella lunga balconata sul mare, il luogo più orientale d’occidente e il luogo più occidentale d’Orientale.
A questo punto meglio l’Algoritmo, meglio il Robot, meglio il Caso travestito da Tecnologia, diciamo meglio il tiro a sorteggio che questi decisori umani. Sarà artificiale ma quantomeno un po’ più intelligente sarà, nel senso che riuscirebbe a mettere in fila i problemi e ad affrontarli tenendo presenti i precedenti e le cose più praticabili. Se alla seduta dei Grandi che si domanda sull’intelligenza artificiale seguirà la risposta dell’Intelligenza Artificiale che si domanda sui Grandi, saranno bocciature clamorose. Anzi, per essere più precisi, dal vertice pugliese ho ricavato l’idea che non sarà il fattore umano a salvarci ma l’incrocio tra Intelligenza Artificiale e Bellezza Naturale, tra il microchip e l’ulivo. All’uomo solo il compito della manutenzione di ambedue.
Il discorso, nato per gioco, sul filo del paradosso, ha un seme di verità. Il declino delle leadership politiche e statali è in realtà lo specchio del declino dell’umano, una forte decadenza del pensiero e delle facoltà umane. Sarò apocalittico ma ho la netta impressione che stiamo precipitando senza rendercene conto, con un’accelerazione senza precedenti, verso la disumanizzazione integrale, in ogni campo significativo, a ogni livello. A questo punto  non si tratta di sperare nell’Intelligenza Artificiale, ma disperando nell’Intelligenza naturale degli uomini non resta che affidarsi ai dadi della sorte: e se diciamo sportivamente, vinca il migliore, temiamo che il migliore non sia l’umano, ormai ridotto a un asterisco, ma l’IA.
Insomma, avete capito il senso della proposta, non prendetela alla lettera, si fa la caricatura per dire la verità. Eia Eia trullalà.