Agenda 2030, la menzogna oligarchica
di Roberto Pecchioli - 26/05/2024
Fonte: EreticaMente
Pochi documenti riassumono la menzogna al potere quanto l’Agenda 2030 dell’ONU. La prima bugia sta nel nome e nella struttura reale dell’ONU. Le nazioni non sono affatto unite, l’ONU non ha mai evitato o risolto un conflitto. Inoltre, gli Stati aderenti non sono in piede di parità. Non solo per il diritto di veto attribuito alle potenze vincitrici – ottant’anni fa! della Seconda guerra mondiale, oltreché alla Cina. L’ ONU è controllata dagli USA, il maggior finanziatore; le sue filiazioni, Unesco (cultura) FAO (fame nel mondo) e OMS (sanità) sono largamente finanziate da Organizzazioni Non Governative, fondazioni e gruppi di potere privato. Inoltre, la pressione dei governi occidentali costringe molti Stati ad accettare la volontà di una minoranza in cambio di finanziamenti (prestiti vincolati a politiche specifiche e a cessione di risorse e sovranità) concessi da strutture transnazionali globaliste quali Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. L’ONU è nei fatti un braccio del potere transazionale oligarchico privatizzato, garantito dall’influenza e dalle armi di alcuni paesi. Un’oligarchia miliardaria – veri e propri azionisti (stakeholders) dell’ONU e delle altre agenzie transnazionali – grazie all’Agenda 2030 impone la sua volontà alle nazioni “sovrane”.
L’Agenda 2030 è la summa della ricerca dello “sviluppo sostenibile”, un’espressione della neolingua bugiarda il cui significato è imposto dalle cupole di potere. Si tratta di diciassette obiettivi divisi in centosessantanove tappe da conseguire entro il fatidico 2030, tutti e insieme. L’Agenda è così: prendere (è un obbligo) o lasciare (impensabile!); il testo afferma cinque volte il suo carattere “integrato e indivisibile”. La confezione è accattivante, impossibile da contestare, l’anestetico di massa atto a celare i fini della gigantesca operazione di riconfigurazione antropologica che si propone, la sostituzione e la distruzione dei fondamenti della nostra civiltà e dell’ordine sociale. Chi si opporrebbe a fine della povertà, fame zero, salute e benessere, pace, giustizia e istituzioni solidali?
Sotto il profilo culturale, è un miscuglio velenoso, di post marxismo, materialismo, globalismo padronale, relativismo teso alla destrutturazione dei popoli. Il primo a rendersi conto della sostituzione della verità fu papa Benedetto XVI. “Una volta che le ideologie e le concezioni politicamente corrette basate sulla praxis sostituiscono la verità, l’università diviene una mera macchina per elaborare e promuovere tali ideologie”. Il transito dalla cultura ufficiale al potere è immediato. La stessa dizione “agenda” ha carattere di imposizione: “ciò che deve essere fatto”. In un’agenda è importante ciò che vi è incluso quanto ciò che resta fuori. Ad esempio, nel documento non sono menzionati l’invecchiamento della popolazione e la denatalità, che per Larry Fink, CEO di Black Rock, è alleata della sostituzione dell’uomo con le macchine.
Un’agenda politica è la forma con cui una comunità ordina i temi di interesse, dando priorità ad alcuni in un certo momento storico. Va al di là di un elenco di obiettivi; accettarla significa aderire a una determinata cornice mentale che ne è il fondamento ideologico. Altrettanto ideologico è l’utilizzo di espressioni tipo “salute sessuale e riproduttiva”, l’espediente neolinguistico inventato per la promozione della denatalità e dell’aborto. Tutti i salmi finiscono in gloria, un contrabbando ideologico, una colonizzazione in nome della quale si intende obbligare ogni Stato a definire l’aborto diritto universale, denaturalizzare il matrimonio, imporre l’ideologia del cambio climatico, condizioni per accedere ai finanziamenti delle organizzazioni internazionali controllate dai globalisti occidentali. Ne sono esempi l’Obiettivo 5, improntato dall’ideologia di genere che ordina di “garantire l’accesso universale ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, inclusi quelli di pianificazione familiare, informazione e istruzione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali” e l’Obiettivo 12, che eleva a dogma l’opinione/ sulla natura e le origini antropiche dei cambiamenti climatici, alibi per imporre politiche restrittive della libertà e dello sviluppo.
Non capiamo come possa essere perseguita l’uguaglianza tra uomini e donne, la lotta contro la povertà, il rispetto dell’ambiente (capisaldi dell’Agenda) senza agire sulla famiglia, principale agenzia educativa, luogo deputato all’amore e alla comunione di vita. La parola famiglia non figura nel documento; la società futura si costruisce alle spalle, senza e contro la famiglia. Neppure la parola “padre” appare nella Risoluzione, la madre è menzionata solo in riferimento alla “madre terra”. La salute sessuale e riproduttiva contiene due bugie, poiché la gravidanza non è una malattia, e abortire – comunque la si pensi – è un atto anti-riproduttivo. L’ Agenda punta alla diminuzione della presenza umana sulla Terra pur senza affermarlo chiaramente, un altro inganno.
La visione antropologica sottostante è l’idea che l’umanità sia plastica, malleabile, perfettibile, sotto l’azione di un grumo di potere “illuminato”, l’élite autoproclamata che conosce ciò che è bene per tutti, conducendo verso una perfezione scelta da essa stessa. Il “perfettismo” ha sempre condotto alle peggiori conseguenze, basato nella fattispecie unicamente su valori materiali, estranei al carattere spirituale insito nell’uomo. Una manipolazione che assoggetta l’umanità al bene superiore della “madre terra”, conosciuto dai Superiori in base a un sapere esoterico e indiscutibile. Di qui discende la negazione della centralità umana e della dimensione spirituale. La possibilità di Dio è negata di fatto, così come l’esistenza di una legge naturale e di un ordine morale. L’uomo è un essere autonomo, fabbro di sé stesso, non più creatura. Tutti concetti mai pienamente espressi, dati per scontati, indimostrati, senza riferimenti oggettivi.
L’esito è un’antropologia materialista che sfocia in scientismo. Scriveva Konrad Lorenz, premio Nobel 1973: “credere che faccia parte del patrimonio stabile dell’umanità soltanto ciò che è comprensibile per via razionale o addirittura ciò che è dimostrabile scientificamente è un errore che comporta conseguenze disastrose e che induce a gettare a mare l’ingente tesoro di conoscenze e di saggezza contenuto nelle tradizioni di tutte le antiche culture e nelle dottrine delle grandi religioni universali, e a vivere nella convinzione che la scienza sia in grado di dar vita dal nulla, unicamente per via razionale, a un’intera cultura, con tutto ciò che essa comporta. “
Altra conseguenza dell’Agenda è il relativismo: non è più la natura umana la guida per identificare il bene; ogni forma di vita deve essere accettata, promossa, protetta su un piano di uguaglianza con l’essere umano, insinuando anzi un gradino più basso per l’homo sapiens: la negazione di tutte le civiltà apparse nella storia. L’utopismo è un ulteriore sconcertante elemento del documento globalista, l’aspirazione a un mondo privo di difetti, senza povertà, malattia, carestia, addirittura morte, i quattro cavalieri dell’Apocalisse. Di qui l’individualismo “plastico”, progressivo, tendente a costruire un soggetto ripulito dei suoi difetti naturali, che diventa un essere asociale, solitario, sganciato da appartenenze, identità, vincoli. Paradossalmente, l’individualismo non sbocca nel libertarismo, ma in un interventismo pieno di sfiducia nella libertà. L’uomo viene indirizzato al suo destino dall’ oligarchia, indottrinato, guidato verso il modello di esistenza voluto dall’Agenda, privato di autonomia d’azione, libero arbitrio. Per gli Illuminati, l’uomo comune non sa scegliere la strada giusta, quindi va diretto dall’alto.
Ciò conduce al totalitarismo in una forma apparentemente soffice, suadente. Il dirigismo obbliga a percorrere un’unica via, tracciata dai padroni dell’Agenda: le sovranità nazionali – insieme con le differenze dei popoli – sono i maggiori impedimenti all’applicazione globale dei precetti dell’’Agenda. Devono quindi essere soppresse e intanto ingabbiate. La visione generale è transumana: l’uomo è materia che la scienza e la tecnica posso modificare, ibridare, modellare senza limiti indipendentemente dalla sua volontà. L’essere umano deve essere altresì assoggettato al bene superiore della “madre terra”, mediante l’imposizione dell’ideologia “green”, un’altra parola passepartout per giustificare ogni sacrificio prescritto dall’Agenda. Gli europei ne avvertono i segnali nelle direttive sulle abitazioni, con ingentissime spese di ristrutturazione che priveranno molti della proprietà della casa, con la menzogna del lavoro “smart”, solitario, da casa, con il neofeudalesimo della mobilità ridotta per aderire al tabù climatico.
Tutto è imposto in forma ricattatoria, vincolando al rispetto dell’Agenda ogni aiuto e partenariato. La mano che dà è sempre superiore alla mano che riceve, sbottò Napoleone Bonaparte, costretto a dipendere dai prestiti della finanza. Gran parte del Terzo e Quarto Mondo e degli Stati di piccole e medie dimensioni vengono così costretti a politiche contrarie agli interessi e alle convinzioni dei loro popoli. La menzogna della libertà e dell’inesistente “comunità internazionale”.
L’obiettivo 5 è sintomatico dell’ideologia mondialista dell’Agenda. Il titolo è equivoco: “raggiungere l’uguaglianza di genere e dare potere a tutte le donne e alle bambine” (e i maschietti?) significa asserire che non esiste un’unica natura umana, sino a mettere da parte il sesso biologico nella determinazione dell’identità sessuale. Donne e uomini sono entità reciprocamente ostili e l’uomo è sempre un pericolo per la donna. La guerra dei sessi sostituisce gli antagonismi sociali e di classe, mentre rafforzare il potere femminile nega la complementarità collaborativa con il maschio, condizione naturale del rapporto uomo-donna. L’ Agenda obbliga a politiche anticoncezionali, tra le quali la sterilizzazione – il contrario della pretesa “salute riproduttiva”! – e a pratiche contrarie alla protezione della vita. Significativo è l’uso strumentale delle parole, con termini specificamente disegnati per dissimulare la realtà e significare il contrario di ciò che affermano, un tratto squisitamente totalitario, l’istituzionalizzazione del falso. Ovvio lo scopo finale: promuovere la denatalità, celata dietro termini come pianificazione familiare, ponendo i poteri pubblici al servizio di pratiche contrarie alla cura, protezione, accoglienza della vita.
L’obiettivo 12 “produzione e consumo responsabili” eleva a dogma l’ideologia climatica green, alimenta l’infondata ecoansia dei più giovani e rinchiude nella povertà molti paesi. Una decrescita infelice figlia di un’arrogante rappresentazione dell’azione umana, una faccia in più del delirio di onnipotenza che ha colto le classi dominanti.
Se il destino è la denatalità, problema gigantesco spacciato per felice opportunità di fare a meno degli uomini, la visione generale è migrazionista. Dove c’è carenza di popolazione, la soluzione è la sostituzione, come se civiltà, culture, idee, razze, esperienze fossero indifferenti e come se spostare ingenti masse non producesse drammi umani e sociali tanto per chi arriva quanto per chi riceve. Qui si cancellano modi di vivere, di essere, organizzare la vita secolari e millenari, mentre le aree di emigrazione vengono private di energie e competenze. Sradicamento brutale delle culture di accoglienza e di chi è costretto alla migrazione. Menzogna assoluta è che la sostituzione etnica risolva i problemi economici: tutt’al più rinvia alcuni effetti. Nell’Agenda non si fa alcuna menzione delle immense fratture sociali delle società multiculturali e multietniche, né si propone la soluzione di problemi esistenziali quali l’indifferenza, la solitudine prodotta dalla destrutturazione familiare, l’incomunicabilità delle società individualistiche, rinserrate in ghetti divisi per origine, lingua, etnia, costumi, abitudini sessuali. I fatti contraddicono clamorosamente le proclamazioni; il potere lo sa ma persevera nella menzogna.
Su tutto, domina un fenomeno tenacemente rimosso: la proliferazione di minoranze, ciascuna delle quali rivendica diritti speciali. L’Agenda 2030 tace clamorosamente sui temi dell’economia e della finanza, sulla vergognosa distribuzione di reddito e opportunità, non si pronuncia sulle libertà politiche e sui diritti sociali. Annuncia l’Eldorado mentre diffonde falsità. Finge di sostenere le vittime mentre aumenta la ricchezza e il potere di chi ce l’ha già, omologa i popoli mentre esalta la “diversità”. L’ agenda degli oligarchi è la gabbia dei popoli.