Ai miei amici filosofi
di Guido Dalla Casa - 04/05/2024
Fonte: Guido Dalla Casa
Cari filosofi,
alcuni di voi hanno cominciato ad usare il prefisso “eco“. Meno male, mi fa piacere.
Però c’è qualcosa che mi sfugge, così, d’istinto. Dei vostri colleghi degli ultimi secoli, nominate spesso Hegel, Marx, Engels, qualche volta perfino Nietzsche, ma quasi mai Spinoza, Gandhi, Naess. Naturalmente ci sono eccezioni, anche forti, soprattutto in chi conosce l’Oriente e non pensa che la filosofia sia “nata in Grecia”.
A parte le eccezioni, sempre “d’istinto”, faccio fatica a giustificare quel prefisso eco.
Non sarà che per caso volete applicare il prefisso eco anche al politico-sociale? Di problemi sociali si parla da due secoli con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Forse non siete ancora convinti di trovarvi in un Complesso di cui noi autonominati Sapiens siamo solo come un tipo di cellule, e di solito trattiamo i problemi di un solo modello di una sola specie fra trenta milioni di specie viventi e tutte le relazioni organiche/inorganiche, anche mentali, che costituiscono il Complesso.
Poi forse non avete molta familiarità con i numeri. Su questo, vi capisco: la spaccatura fra le cosiddette “due culture” è più viva che mai, non è bastato quel libro “Fisica e Filosofia” e quanto ne è seguìto. Inoltre la matematica è vista dal sistema come qualcosa che “deve essere utile” a qualcos’altro, alla tecnica, all’economia, all’industria, ad alterare il mondo. Invece, come conoscenza, vi aiuterebbe non poco. Forse non siete troppo convinti del fatto che un Primate di 70 Kg non ci può stare nell’Ecosfera in 8 miliardi (e forse presto 10). Un miliardo, 10 miliardi? Cosa sarà mai uno zero in più. Così non se ne parla. Poi, cosa succede a una frazione se il denominatore va a zero? E pensare che qualche volta vi piace trattare con l’infinito! I tempi della Terra sono 10-100.000 volte quelli della civiltà industriale, ma cosa sono tutti questi numeri?
Inoltre, chissà, non mi sembrate convinti fino in fondo che la differenza fra una rana e una raganella è più grande di quella che c’è fra uno di noi e uno scimpanzé.
Mi sembrate anche poco convinti che in ogni processo bisogna ragionare in modo sistemico-olistico e non lineare. L’ unico studio serio eseguito in questo modo sistemico è stato quello de I limiti dello sviluppo, con i suoi 12 scenari: ha 50 anni, non se ne parla più, anche se le sue proiezioni si sono rivelate esatte.
Quasi dimenticavo: sotto sotto credete ancora che la destra e la sinistra non siano soltanto le vostre due mani, o le scarpe, o le vostre gambe. Nell’altro significato, le abbiamo sopportate per due secoli: si dovrebbero trovare nei libri di storia, insieme alle guerre puniche, a parte i tempi. La civiltà industriale sta distruggendo la Vita ed è incompatibile con il Sistema Terrestre, l’atmosfera si altera inesorabilmente, la sofferenza aumenta, i segni di disagio crescono a vista in tutti gli esseri senzienti, e volete pensare ancora ad amenità come la destra e la sinistra? Quei numeri citati prima sono di destra o di sinistra?
Il delirio di grandezza dell’Occidente, il considerare reale solo la materia e l’essersi autodichiarati “sopra e fuori” dal Grande Organismo (la Natura, la Terra) ha causato i guai di oggi: ma qualcuno pensa sempre solo “al capitale” e ai suoi complotti, quasi mai ai dualismi che l’hanno generato e al materialismo di fondo che ci angoscia, spesso in modo inconsapevole.
In qualche corso di filosofia si dovrebbe parlare anche di Capra, Heisenberg e Prigogine, delle conseguenze del fatto che la velocità della luce non è un infinito, e della costante di Planck, che non è zero ma un numero finito.
Ma ora devo lasciarvi: il bonobo Kanzi mi sta chiamando, per andare a giocare con le liane nella foresta, finché ne resta qualcuna.