Aleppo è liberata ma a media e politici occidentali sembra che sia morto il gatto. Nostalgia dell’Isis?
di Mauro Bottarelli - 14/12/2016
Fonte: rischiocalcolato
Per i media di regime e per la gran parte dei politici, i jihadisti sono diventati come la Nutella: che mondo è senza di loro? Viene da chiederselo, perché nel tardo pomeriggio di ieri, quando da Mosca veniva annunciata la liberazione totale di Aleppo dal cancro dell’Isis, non si è assistito a scene di giubilo. Anzi. Sembrava quasi che russi, siriani e iraniani avessero liberato la città da una compagnia di teatro che per quattro anni aveva fatto divertire grandi e piccini: nella migliore delle ipotesi, silenzio e due righe di notizia, nella peggiore ma più diffusa, l’immediato coro di indignazione.
Già, perché pochi istanti dopo che l’ambasciatore di Mosca presso l’Onu, Vitaly Churkin, nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza, annunciava che “le operazioni anti-terrorismo sono concluse” e che “i ribelli e le loro famiglie stanno attualmente passando attraverso i corridoi umanitari nelle direzioni che hanno scelto volontariamente, inclusi quelli in direzione di Idlib”, ecco che parte la grancassa mediatica, alimentata dalla stessa Onu e dalle cancellerie europee. Le quali denunciano esecuzioni sommarie, bambini e donne bruciati vivi, civili in fuga costretti con la tortura ad arruolarsi nell’esercito lealista. Ma come, hanno creato corridoi umanitari per far loro abbandonare la città? Non ci vuole molto con i droni a capire chi dice balle ma, si sa, l’Occidente quando a scuola di politica internazionale spiegavano la raccolta e l’uso delle prove aveva il raffreddore. Tanto più che, stranamente, dopo aver chiesto di andarsene, ora i “ribelli moderati” stanno boicottando l’esodo, accampando scuse di ogni genere, spalleggiati dall’ineffabile Osservatorio per i diritti umani. E il cessate il fuoco traballa.
E’ un po’ la logica delle cavallette che avrebbero dovuto seguire la Brexit e la vittoria di Trump ma qui senza nemmeno la decenza di non speculare su persone che hanno patito un regime di terrore jihadista per quattro anni, finito solo grazie all’esercito siriano, a quello iraniano e all’aeronautica russa. Fosse stato per l’Occidente, lo stesso che si strappava le vesti a ogni filmato in 3D delle esecuzioni dell’Isis senza chiedersi come potessero avere tecnologia degna della Pixar, oggi la bandiera nera del Califfato sventolerebbe sul palazzo presidenziale di Damasco. Invece no, c’è ancora Assad, quello che Cameron, Obama, Renzi e Hollande volevano cacciare e invece sono stati loro cacciati a pedate nel culo dei rispettivi elettori e connazionali.
Del patetico quadretto rimane in auge Angela Merkel, la quale non ha colto al volo l’occasione di tacere e fare bella figura ma ha dovuto dire la sua, unendo le sinapsi residue proprio a quelle di Hollande (quindi mettendo in gioco solo le sue) in una dichiarazione nella quale si parlava di almeno “120mila ostaggi sotto le bombe… Non lasceremo nulla di intentato presso il regime siriano, ma anche Russia e Iran, perché la popolazione civile venga protetta e il sostegno umanitario possa essere assicurato”. Per Aleppo, hanno aggiunto, “il messaggio è chiaro ed è un messaggio molto semplice: si deve intraprendere tutto il possibile affinché la popolazione possa essere evacuata senza essere vittima di repressione”. Questo video
ci mostra la disperazione e la rabbia con cui i siriani hanno salutato la liberazione di Aleppo: dove gente come la Merkel trovi il coraggio di parlare appare davvero un mistero della fede.
Ma prepariamoci a un aumento esponenziale delle bufale, prepariamoci a roghi tipo Inquisizione, deportazioni, campi di prigionia, lapidazioni pubbliche (ah no, quelle le facevano gli amici della Clinton e della Merkel). Avendo terminato gli ospedali pediatrici colpiti dai russi (per l’inviata Lucia Goracci, la quale racconta la Siria stando in Turchia o in Libano, il buon Putin se la gioca con Erode in quanto a odio verso gli infanti), per il Tg3 ora ad Aleppo le truppe di Assad starebbero giustiziando civili inermi casa per casa. Solo ieri se ne sono contati circa 200. Dunque, l’esercito siriano ha cacciato l’Isis, rischiando la pelle dei suoi soldati, per poi sparare a donne, bambini e anziani senza un motivo? Collaborazionisti dei ribelli.
Prove di questo, in un mondo dove ci sono droni in grado di beccarti se accendi una sigaretta al cesso? Nessuna. A quel punto, non bastava bombardare senza tanti scrupoli per gli scudi umani i quartieri detenuti dai ribelli, sicuramente un po’ di collaborazionisti ci saranno stati e si evitava di dar fiato alla retorica di chi l’Isis l’ha coccolato per mesi e mesi. Certo, dopo quattro anni di regime del Califfato, non mi sento affatto di escludere qualche rappresaglia ad assedio terminato ma non è la stessa cosa che fecero i partigiani dopo la fine della Guerra? Quelli vanno bene, si meritano medaglie e onore eterno, mentre se sfugge di mano la situazione a un militare siriano nei confronti di chi ha venduto il suo Paese ai tagliagole finanziati da Ryad e del Qatar, allora è scandalo assoluto e totale?
Ma attenzione, i massacri sui civili li conferma l’Onu. Ovvero, l’ente sovranazionale che opera come tour operator dello stesso Isis, quando i tagliagole hanno bisogno di un cessate il fuoco per riorganizzarsi e farsi mandare le armi. Tipo a Palmira, guarda caso tornata in mano miracolosamente ai ribelli, i quali hanno goduto di mezzi e uomini per colpire mentre il nemico era occupato a stanare Al-Nusra da Aleppo. Chissà, magari adesso chi scappa dalla seconda città del Paese andrà proprio a Palmira, oltre che a Idlib: pronti per un bel reportage sulla fioritura di ospedali pediatrici anche lì, ovviamente bersaglio dei russi?
L’Onu, la Merkel, Hollande (uno che si fa beccare mentre va dall’amante in scooter e che è sostenuto da 1 francese su 10, praticamente Angelino Alfano è Roosvelt) e temo, viste le posizioni espresse in passato, anche il nostro neo-premier, Paolo Gentiloni, temono per i civili. Tranquilli, questo video
ci mostra come ad Aleppo gli aiuti siano arrivati, in grande quantità e distribuiti presso la popolazione dai soldati russi. Eh già, perché sono finiti i tempi dei convogli farlocchi dell’Onu, scortati dagli “elmetti bianchi”, che casualmente esplodevano e la colpa finiva sull’aeronautica russa e sui missili siriani: dopo che i satelliti di Mosca hanno dimostrato come sono andate davvero le cose, quei convogli non sono più graditi.

E attenzione, perché venerdì scorso, fiutando la malaparata e non volendo concedere la vittoria a Vladimir Putin, ecco che l’ineffabile Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri dell’Ue, Federica Mogherini, ha voluto alzare di parecchio l’asticella della mancanza di vergogna. “L’Unione europea ha intenzione di introdurre nuove sanzioni contro soggetti ed entità siriane in merito all’offensiva su Aleppo, da dove le forze del governo aiutate da Russia e Iran stanno cercando di cacciare i ribelli. L’Unione europea reagirà rapidamente… Con l’obiettivo di imporre ulteriori misure restrittive contro individui ed entità siriane che supportino il regime fino a che continua la repressione”, ha squittito. Quindi, sono talmente preoccupati per i civili che piazzano nuove sanzioni per affamarli ancora un po’: forse morire così è più umano? Giochiamo all’eutanasia di un popolo per cacciare un presidente legittimo sgradito? Complimenti. E poi, la repressione? Certo che c’è stata ma contro l’Isis, cazzo, non contro un corteo di metalmeccanici o di studenti. Cosa dovevano fare, giocarsi Aleppo in uno sfida a calcio sulla spiaggia come in “Tre uomini e una gamba”? A dadi? Ok, trattasi della stessa risma di gente che era disposta a pagare Assad, lo stesso che vuole deporre, purché lasciasse una porzione di Paese ai terroristi ma un limite bisognerebbe darselo.
Capisco che chi fa riferimento all’Onu – l’ente che ha affidato il Comitato per i diritti umani all’Arabia Saudita, più o meno come affidare un calcio di rigore a Niang – come faro di verità, abbia capacità intellettive limitate e soffra di dissonanza cognitiva ma muovessero il loro ben pagato culo dai morbidi velluti della sedie europee e facessero un giro ad Aleppo, parlassero con la gente, vedessero davvero chi ha fatto cosa. La guerra è sempre sporca e non ci sono innocenti totali da nessuna parte ma non capire – o negare per convenienza – che ad Aleppo il bene stesse sotto la bandiera russo-siriana-iraniana e il male sotto quella dell’Isis, fa davvero venire i brividi.
A meno che quei governi che latrano di violazioni dei diritti umani, impalamenti degni del conte Vlad e altre barbarie che il Dipartimento di Stato sta spacciando a piene mani, finché il Deep State è in controllo di Washington, non siano preoccupati per altro. Ovvero che loro addestratori, schierati da mesi prima con l’Isis e poi con i ribelli e Al-Nusra, finiscano in mano siriana o peggio russa durante la fuga da Aleppo, portando a uno dei più colossali sputtanamenti della storia moderna. Comunque sia, due sono le cose. Il Tg3 si è comunque guadagnato egregiamente il premio Goebbels per la disinformazione, attendiamo il conferimento da parte di Bank Ki-moon in persona a Saxa Rubra. Secondo, viva Aleppo liberata.