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Analisi dell’Italia ai tempi del contagio. Atto II

di Ettore Rivabella - 13/07/2020

Analisi dell’Italia ai tempi del contagio. Atto II

Fonte: Italicum

Nel precedente numero di "Italicum", avevamo terminato il I Atto della nostra analisi ponendo l'accento sulle carenze del Cura Italia, evidenziando l'inconsistenza dei previsti aiuti da parte della Unione Europea, nella loro generalità troppo pochi, spesso difficilmente accessibili, a volte addirittura non convenienti, in alcuni casi a fronte di gravosi impegni e garanzie degli stati membri  Nonostante queste considerazioni il Presidente del Consiglio riponeva grandi aspettative  nel Recovery fund, enfatizzandone l'attesa. Dopo oltre due mesi, se la situazione sanitaria e i dati del contagio inducono ad un oggettivo ottimismo, la crisi economica si appalesa in tutta la sua gravità e dimensione. Il Recovery fund resta una possibilità, ma l'opposizione di alcuni stati viene ribadita e la condizionalità viene confermata dalle dichiarazioni del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e del Cancelliere tedesco Angela Merkel e del Commissario Europeo all'Economia Paolo Gentiloni. Si ricomincia ha parlare dell'esigenza di Riforme strutturali, dell'elevato costo del lavoro italiano, della nostra bassa produttività, del macigno del debito pubblico, tutto questo ci invita a pensare e a temere un futuro a tinte fosche e periodi di "lacrime e sangue" e poi c’è comunque il MES che continua ad aspettarci dietro l’angolo.

Nel contempo continuiamo ad assistere al pesante ritardo nell'erogazione della Cassa Integrazione, specie di quella in deroga, che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori e conferma le perplessità già espresse analizzando il Decreto Cura Italia, infatti "per i lavoratori appare ben difficile sopportare tempi di attesa di alcuni mesi ... a fronte di una assoluta mancanza di fonti di reddito alternative" e "per le categorie che non possono beneficiare di questo tipo di interventi, il contributo di 600 euro sembra insufficiente, per non dire irrisorio ed offensivo per una reale finalità di supporto al reddito, oltre a considerare l’alto numero di aventi diritto ancora in attesa della relativa erogazione". Tutto questo confermato dal crollo del PIL e dei consumi, da un pesante aumento della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà o che ad essa si sta avvicinando pericolosamente, nonché da un'impennata dei disoccupati, nonostante il formale blocco dei licenziamenti.  .

Tra scontri dialettici, diatribe tra partiti di governo, distinguo tra quelli di opposizione si attende il Recovery fund, che comunque verrà spalmato in sette anni a partire dal 2021, sempre che si trovi una quadra tra "formiche e cicale", mentre il Governo riesce a partorire un altro topolino a cui viene dato il nome ovviamente di Rilancio Italia.

Il Decreto vede la luce il 19 maggio e porta il n. 34 per la Smorfia "a capa" che, visti i risultati,  non sembra tenerne più di tanto, tuttavia può anche essere aggettivata in modo oltremodo scurrile "a capa e ..." e questo forse rende meglio l'idea della situazione che stiamo vivendo.

Tentiamone un'analisi per lo meno seria  .

Il Decreto è composto dai seguenti Titoli:

1)  Salute e Sicurezza,

2) Sostegno alle imprese ed economia,

3) Misure a favore dei lavoratori,

4) Disposizioni per la disabilità e la famiglia,

5) Enti territoriali e debiti commerciali degli Enti territoriali,

6) Misure fiscali,

7) Disposizioni per la tutela del risparmio nel settore creditizio,

8) Misure di settore.  

Relativamente al primo punto le misure impattano in maniera importante, ma non decisiva, considerando le enormi difficoltà che il Sistema Sanitario Nazionale ha incontrato ad assicurare l’assistenza alle persone contagiate dal Covid-19, nelle drammatiche settimane del picco epidemico. Inoltre la situazione estremamente precaria delle strutture sanitarie ha comportato in quasi tutte le regioni, la sospensione di tutte le altre attività assistenziali, come pure delle visite di controllo periodiche ai pazienti in terapia oncologica o a quanti hanno subito una operazione chirurgica. Il Decreto  evidenzia la totale assenza di una progettualità temporale più ampia. L’emergenza Covid-19 ha dimostrato la carenza strutturale del nostro Paese nell’affrontare situazioni che esulano la normale attività, purtroppo in diverse realtà territoriali, i livelli delle prestazioni sono già solitamente scadenti e carenti; conseguentemente, occorre avere la capacità di riprogettare la rete, valutando le diverse opzioni possibili e avendo ben presente che l’emergenza oggi connessa al Covid-19, domani potrebbe ripresentarsi in altre forme e patologie.

Sul fronte delle Imprese è invece previsto lo stop al versamento del saldo acconto IRAP.  La misura è destinata a dare un minimo di respiro alle aziende, molte delle quali, peraltro, si sarebbero trovate a pagare, senza aver prodotto, sulla base del meccanismo dell’acconto e del saldo.

La previsione di un contributo a fondo perduto è stata una delle richieste che l'UGL aveva fortemente auspicato,  soprattutto in relazione al fatto che le aziende sono state costrette a chiudere a fronte di un provvedimento adottato d’autorità. Quindi ben venga questa determinazione governativa, tuttavia, ciò che non convince assolutamente è la formulazione dell’articolo, in particolare per quanto attiene alle cause di esclusione. L’escludere a priori coloro che hanno percepito l’indennizzo di 600 euro è un controsenso, soprattutto perché si penalizza a posteriori una decisione presa nel momento in cui non erano previste altre forme di ristoro.

Altro intervento a favore della Imprese è il credito d'imposta sulle locazioni non abitative, in questo caso lascia perplesso lo strumento stesso del credito di imposta che potrebbe essere di difficile utilizzo, soprattutto per le piccole imprese, che si trovano a dover comunque avere la liquidità necessaria per pagare l’affitto. Inoltre viene prevista la creazione di un Fondo per la tutela occupazionale per le aziende in crisi. Si tratta di una disposizione assolutamente necessaria che potrebbe scongiurare il ricorso ai licenziamenti

Passiamo ad analizzare le misure a sostegno dei lavoratori. L'estensione degli ammortizzatori sociali con causale Covid 19 è atto necessario a tutela dell’occupazione, per ridurre l’impatto negativo del lockdown e delle successive misure di distanziamento su imprese e consumi. Positiva, quindi, l’estensione della Cassa integrazione da nove, fino ad un massimo di 18 settimane, come pure il prolungamento del periodo interessato, fino al 31 ottobre, e della platea, oggi riferibile anche al settore agricolo, ma quello che non convince è la modalità di fruizione, in quanto si rischia di avere completamente scoperti i mesi di luglio e di agosto. Positivo, invece, l’incremento delle risorse per il Fis, anche se sarà da valutarne la congruità, come pure il riconoscimento dell’assegno familiare, una mancanza inspiegabile nei precedenti decreti.

Sale a trenta giorni, da quindici, il congedo particolare previsto per i lavoratori dipendenti  ma rimangono gli stessi limiti di utilizzo (nessuno dei due genitori deve, ad esempio, fruire di integrazione al reddito) e l'accesso risulta precluso a quanti operano in "lavoro agile". La scadenza del 31 luglio è da leggersi in correlazione alla mancata riapertura delle scuole e con l’ipotesi che, comunque, nel mese di agosto molti dipendenti potrebbero essere in ferie. Resta da capire cosa potrà succedere a settembre con il previsto inizio dell'anno scolastico, infatti l'intera gestione del comparto è stata ed è tuttora carente, contraddittoria e lacunosa da parte del Governo e dei Ministeri preposti.

Sempre nell'ambito degli interventi a favore dei lavoratori, viene esteso fino al 17 agosto il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, tuttavia da febbraio il livello occupazionale e diminuito di oltre mezzo milione di unità .

Viene istituito il Reddito di Emergenza. Il Rem rappresenta una risposta straordinaria che dovrebbe servire a coprire chi non lavora in regola o non ha diritto ai bonus del Cura Italia, né fruisce di Naspi. La norma appare per molti versi allineata a quella del Reddito di Cittadinanza .

Il Decreto prevede, inoltre, che l'obbligo della sorveglianza sanitaria Covid 19 venga assunta in capo al datore di lavoro. Si tratta di una misura complessa e per molti versi necessaria a tutela della salute dei lavoratori dipendenti, ma ha un costo che potrebbe anche essere significativo per le piccole imprese. Un costo, peraltro, difficile da quantificare al momento, in quanto non è prevedibile quando si potrà affermare che l’emergenza epidemiologica finisca. Infatti, una cosa è lo stato di emergenza, un’altra, ad esempio, le regole sul distanziamento che potrebbero protrarsi per un tempo maggiore.

Il Decreto modifica la disciplina nella erogazione della indennità di 600 euro, già presente nel Cura Italia, ove aveva evidenziato ritardi, criticità ed incongruenze, con la differenziazione dell'ammontare a seconda della tipologia di lavoro e in ragione della perdita di reddito.  Viene poi introdotta una indennità specifica per il lavoro domestico, sanando una lacuna del precedente Decreto. Rilancio Italia prevede anche la costituzione di un Fondo nuove competenze,  è un meccanismo complesso da far funzionare, farraginoso. Potrebbe capitare il caso – peraltro molto frequente – che la normativa non potrà essere applicata perché nella data unità produttiva non è presente una rappresentanza relativa ad una delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Non si fa neanche riferimento alla rappresentanza sindacale unitaria. Vengono inoltre rinnovati gli interventi in favore dei lavoratori dello sport. Tuttavia nonostante regole più stringenti 4 lavoratori del settore  su 10 non hanno percepito l'indennità.

L'Articolo 103, relativo all'emersione di rapporti di lavoro, è stato al centro di un pressante dibattito interno alla maggioranza e tra maggioranza ed opposizione, riguarda essenzialmente la cosiddetta sanatoria relativa a 600.000 immigrati economici irregolari, che si suppone vengano occupati in agricoltura, lavoro domestico ed assistenza alla persona. Pubblicizzata come un'azione di lotta al caporalato, nasconde numerose insidie ed ambiguità. Innanzitutto non si affronta correttamente il problema del lavoro agricolo tout court. anzi si conferma pervicacemente la volontà strategica di marginalizzarlo, sottopagarlo ed emarginarlo, nonostante i chiari segnali, in un particolare momento di emergenza nazionale, di interesse da parte di fasce sempre più consistenti di lavoratori che vedono nella occupazione in agricoltura una opportunità da considerare Infatti ha destato ingiustificata sorpresa, l'altissimo numero di domande presentate da cittadini italiani nei vari siti specializzati nel reperimento di manodopera del settore. Emblematiche le parole del Segretario Generale dell'UGL Paolo Capone "In  piena crisi sociale e con i campi senza manodopera per colpa del  lockdown, Conte e Teresa Bellanova hanno escogitato la maxi sanatoria per gli immigrati.  «Abbiamo visto il ministro piangere, come fece la Fornero, non perché aveva risolto il problema degli  agricoltori, ma perché era riuscita a  regolarizzare 600.000 clandestini. Simbolo di una politica scellerata".  L’articolo infatti avvia una operazione di emersione che guarda ai cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno, con permesso di soggiorno scaduto o lavoratori irregolari, opzione quest’ultima che interessa anche gli italiani. La norma si muove quindi su un crinale non semplice, dove si annidano spesso sfruttamento, connivenze, retribuzioni non adeguate, fino ad arrivare a reati ancora più gravi, se possibile. Al netto delle considerazioni politiche, la norma presenta delle lacune molto significative. Parte dall’assunto che datore di lavoro e lavoratore siano concordi nel voler regolarizzare la posizione, una possibilità che, purtroppo, rischia in realtà di verificarsi ben poche volte, più spesso per l’atteggiamento del datore di lavoro, ma anche per espressa volontà dei lavoratori, parte dei quali potrebbe voler restare in nero per non perdere eventuali benefici. Del resto, non oggi, ma nei mesi scorsi, le cronache dei giornali si sono riempite di denunce emesse nei confronti di percettori del reddito di cittadinanza.

Relativamente all'assistenza e ai servizi per le persone con disabilità vengono messi a disposizione maggiori stanziamenti. Oggettivamente si tratta di una fascia di persone fra le più esposte nell’emergenza epidemiologica, sia per la possibilità di ammalarsi che per la rinuncia forzata a servizi fondamentali per l’integrazione e l’assistenza della persona. Tuttavia ben oltre le risorse, è fondamentale sapere cosa si intende fare con le stesse.

Tra i punti trattati nel titolo ottavo, ci sono i provvedimenti a favore del turismo, come il "Tax credit vacanze". Si tratta di una norma sicuramente condivisibile nelle finalità, su questo argomento l'UGL aveva fatto una richiesta specifica a sostegno del turismo che rappresenta oltre il 10% del nostro PIL e un bacino occupazionale di decisiva importanza per il nostro Paese. Tuttavia  il Bonus vacanze presenta dei limiti evidenti che andrebbero superati. Il primo è sicuramente la questione della platea delle imprese beneficiarie, che la norma limita alle imprese turistico ricettive, compresi gli agriturismi e i bed & breakfast. Resterebbero esclusi, quindi, gli stabilimenti balneari, i ristoranti, i parchi acquatici e tematici, tutte imprese che operano nel turismo e che occupano centinaia di migliaia di dipendenti. Anche l’esclusione dei portali andrebbe meglio calibrata. Molte aziende di promozione del turismo locali, da tempo, forniscono piattaforme centralizzate di prenotazione online, senza scopo di lucro, come invece accade con portali che operano su base internazionale. Le piattaforme locali, verosimilmente, avranno un ruolo crescente alla luce delle nuove regole sul distanziamento sociale che impongono la prenotazione obbligatoria. Il sistema del credito di imposta, inoltre, favorisce i soggetti più grandi a scapito di quelli più piccoli. Nel complesso, la norma sembra destinata a favorire principalmente le vacanze di lunga durata al mare o in montagna, piuttosto che quelle nelle città d’arte, di minore durata. Vengono poi istituiti una serie di Fondi, ma il cui importo complessivo, vista la potenziale platea di riferimento, non sembra avere le caratteristiche di capienza coerenti con le esigenze e le necessità del settore. Le stesse criticità sono ravvisabili negli interventi riguardanti il settore cultura, a cui si aggiunge l'alta discrezionalità del Ministero relativamente alla loro assegnazione.

Nel Rilancio Italia ci sono poi interventi a favore dell'editoria, del trasporto pubblico locale ferroviario, marittimo, aereo,  delle attività portuali. Si tratta nel complesso di misure generiche, che necessitano di decreti attuativi, per quanto riguarda il settore aereo le somme stanziate a favore di Alitalia sono meno di un terzo rispetto alle omologhe per Lufthansa, l'indennizzo per i portuali è per lo meno aleatorio e il settore del trasporto pubblico soffre una crisi ormai cronica che il decreto certamente non risolve.

Vengono affrontati alcuni temi correlati alla situazione scolastica, che tuttavia rimangono in buona parte ancora in divenire e con grosse fibrillazioni all'interno dello stesso governo e nei rapporti tra governo e maggioranza. Viene previsto un incremento dei posti  banditi a concorso, ma distribuiti in un arco temporale anche superiore ai due prossimi anni scolastici. 

Successivamente al Rilancio Italia, è stato necessario un ulteriore decreto, che potesse, almeno in parte, apportare alcuni correttivi alle criticità determinate dai precedenti interventi legislativi.

Il D.L. 52 del 16 Giugno  si è reso necessario per assicurare l’utilizzo senza soluzione di continuità delle ulteriori quattro settimane di ammortizzatori sociali (cassa, assegno ordinario, cassa in deroga, sempre con motivazione Covid-19). È un provvedimento atteso e necessario, però non risolutivo, in quanto rischia di lasciare le imprese e i loro dipendenti privi di integrazione al reddito, peraltro pericolosamente vicino al termine del 17 agosto, quando verrà meno il divieto di licenziamento individuale o collettivo per giustificato motivo oggettivo, vale a dire per motivi economici. Il Decreto poi, non risolve la questione del ritardo nei pagamenti diretti da parte dell’Inps, in quanto la complessità della gestione, dalla pesantezza burocratica al doppio passaggio regione-Inps, andava valutata precedentemente. Ha indubbiamente pesato anche la mancata concessione della garanzia dello Stato sulle anticipazioni bancarie previste dalla convenzione firmata da Abi e Parti sociali.

L'articolo 2 prevede la modifica dei termini per la presentazione della domanda di Rem, si tratta della proroga di un mese della richiesta  del reddito di emergenza; la nuova scadenza è infatti fissata al 31 luglio dal 30 giugno precedente. Rimane il problema della farraginosità burocratica, in quanto la procedura è sul modello del Reddito di cittadinanza con circa due mesi intercorrenti fra la presentazione della domanda e l’erogazione del beneficio. 

Viene fissata una nuova scadenza anche per  la presentazione delle domande di emersione di lavoratori irregolari nei settori dell’agricoltura, della pesca, del lavoro domestico e dell’assistenza non qualificata alla persona e per il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo: la nuova scadenza è fissata al 15 agosto (dal 15 luglio). I primi dati forniti dal Ministero dell’Interno appaiono inferiori alle previsioni: poche decine di migliaia rispetto ad una platea stimata in oltre 200mila unità. Lo scarso successo dell’operazione non sembra però essere imputabile ai tempi stretti per la presentazione delle istanze.

Complessivamente possiamo affermare che il Governo dimostra di avere poche idee, confuse e con finalità per lo meno ambigue.

Che fare? Riprendendo le parole di Paolo Capone, recentemente intervistato da Antonio Rapisarda su Il Primato Nazionale: "Una Terza Repubblica fondata sulla Partecipazione, la ricetta per ricostruire l'Italia dopo il COVID 19 non può essere che questa. Applicare l'articolo 46 della Costituzione, lo diciamo dai tempi della CISNaL". Senza dimenticare di chi è la colpa dell'attuale situazione "La colpa è di chi ha svenduto il nostro patrimonio, favorendo un futuro fatto di perdita degli asset strategici ... La colpa è di chi ha dato la possibilità a grandi imprese nazionali di essere assistite dalla Cassa integrazione e poi aprire la propria sede legale nel Regno Unito e quella fiscale nei Paesi Bassi" nonché, aggiungiamo, accedere a linee di credito garantite dallo Stato per 6.3 miliardi di euro "La colpa è di quel mondo, se volessimo rappresentarlo con un'immagine, che si è incontrato sul Britannia, qualche decennio fa e ha deciso le sorti dell'Italia".

 

 

Documenti

UGL . Analisi del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 cosiddetto decreto Rilancio Italia, contenente misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 -

UGL. Rilancio Italia. I punti di forza e i punti di debolezza del decreto legge 34/2020 , contenente misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 .

UGL. Analisi del decreto-legge 16 giugno 2020, n. 52, contenente ulteriori misure urgenti in materia di trattamento di integrazione salariale nonché proroga di termini in materia di reddito di emergenza e di emersione di rapporti di lavoro

Antonio Rapisarda. Intervista a Paolo Capone. Segretario Generale UGL.La Politica Italiana è ancora figlia del Panfilo Britannia. Il Primato Nazionale. n. 33 Giugno2020.