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Anima mundi

di Francesco Petrone - 11/09/2024

Anima mundi

Fonte: Francesco Petrone

Già nei all’inizio del secolo scorso, il fisico teorico tedesco, dell’università di Berlino, Max Planck scopri la base della meccanica quantistica che gli fece guadagnare il Premio Nobel nel 1918. Fu una porta che venne spalancata su un nuovo universo o meglio su una nuova visione dell’universo stesso. Molti altri scienziati successivamente dettero altri apporti a questa nuova teoria che superava la fisica meccanicistica. Fu in tal modo rovesciata ogni precedente visione della fisica. Con sconcerto fu scoperto che la materia, come era sempre stata immaginata, non esisteva. Per fare un esempio, essa sarebbe simile al famoso miraggio dovuto al fenomeno della fata Morgana. Si crede di vedere un oggetto in lontananza e invece sarebbe la visione di qualcosa di immateriale, sarebbe solo un riverbero, un’illusione, un’immagine proiettata. Dalla primitiva teoria dell’atomo indivisibile di Democrito che era giunta fino ai nostri giorni, era stato scoperto in epoca più recente che ogni singolo atomo era composto da particelle rotanti chiamate protone, elettrone e neutrone. Infine era stato scoperto che anche queste particelle infinitesimali della materia, non erano particelle ma energia con una diversa vibrazione. In pratica la materia è stata paragonata alla vibrazione di onde sonore come una sinfonia su uno spartito. Nell’universo non ci sarebbe né il pieno né il vuoto ma solo una ininterrotta serie di onde di energia vibranti con diverse frequenze e diversa intensità. Lo stesso uomo, come ogni altra cosa esistente, non sarebbe altro che un grumo di energia vibrante. Un'energia che può mutare frequenza, natura ma che è inestinguibile nella sua sostanza. Forse l’universo può essere un’unità organica, una sola forza, una sola intelligenza che si sviluppa al di là della dimensione temporale o spaziale.
Nonostante ciò, il mondo degli uomini e della “Ragione”, per pigrizia è andato avanti per forza di inerzia in una illusione ormai vanificata dalla nuova scoperta. Le ideologie materialiste trionfano anche in assenza acclarata della materia stessa. Si ragiona sempre con una logica meccanicistica. Soprattutto con la logica cartesiana del dualismo fra spirito e materia nonostante si sappia non ci sia più alcuna differenza fra corpo sottile e corpo fisico, in quanto il cosiddetto corpo fisico si identifica con il corpo sottile. La separazione fra anima e corpo è superata in quanto è stato scoperto che il corpo materiale è solo un’illusione. Un universo siffatto riporta al concetto tutto platonico di Anima Mundi, un unico organismo vivente, idea che riprese vigore a Firenze con le idee che dettero vita al Rinascimento, elaborate da Marsilio Ficino e dall’Accademia Neoplatonica che fu contagiata intellettualmente dalle idee del greco Gemisto Pletone. Dio, in tale visione, non era più unicamente trascendente ma anche immanente essendo l’universo non solo la sua creazione ma la sua stessa epifania, la sua manifestazione. Anche Arthur Schopenhauer, pur dando a questa una valenza negativa, vede l’universo permeato da una Forza eterna e metafisica capace di vivificare ciò che è inerte, una volontà viva e vitale di cui il cosmo sarebbe infuso. È nell’antico Iran che nascono teologie di tipo gnostico che contageranno anche l’Occidente. L’uomo di luce del sufismo iraniano trattato dal filosofo orientalista Henry Corbin, parla proprio di uomini che sarebbero costituiti da luce pura. In questo tipo di umanità ci sarebbe l’eterna ricerca di un Oriente mistico, spirituale, un Oriente sovrasensibile luogo di origine e di ritorno. Un Ulisse metafisico, un de reditu universale. Una guida di luce illustrerà il cammino verso la terra di origine, la terra di luce. Un altro testo con contenuti gnostici e il racconto da noi conosciuto come “Inno della Perla”. Si trova negli atti apocrifi dell'apostolo Tommaso ma sappiamo che la matrice è sempre iraniana. La storia ha delle strane assonanze con il racconto di Apuleio “Eros e Psiche” contenuto ne “Le metamorfosi”. Nell’inno della perla si tratta del lungo e difficile viaggio verso la propria essenza divina verso la vera dimora e verso il Padre. La storia ha un certo contatto, come accennato, col racconto di Apuleio, scrittore iniziato ai misteri, in cui la bellissima Psiche, rappresenta l’anima che cerca di ricongiungersi ad Eros, il concetto stesso dell’amore universale da cui era stata distaccata traumaticamente. Nel racconto persiano della Perla è interessante la descrizione degli abiti umili, non regali che occultano le autentiche vesti di re figlio di re, vesti luminose che sono la vera essenza di ogni uomo obliato delle sue origini luminose. Tornando alle scoperte scientifiche sulla materia che altro non sarebbe composta che da onde di energia con un determinato tipo di vibrazione, penso al mondo che continua a trascinarsi con il dualismo cartesiano sulla divisione tra materiale e immateriale. Anzi nella modernità viene data importanza unicamente e stancamente ad una materia illusoria. Simbolicamente Cartesio aveva eclissato il concetto di Anima Mundi rinascimentale. Forse sarebbe giunto il momento per una revisione filosofica