Annalisa al pride: destra, sinistra e autonomia
di Riccardo Paccosi - 17/06/2024
Fonte: Riccardo Paccosi
A coloro che riescono ad avere un approccio distaccatamente analitico a prescindere dal punto di vista politico professato, suggerisco di dare un'occhiata al flame-thread sotto questo post nella pagina di Annalisa.
Per alcuni aspetti, la polemica non offre niente di nuovo; per altri, qualcosa di diverso dal solito qua e là sembra trasparire.
Dal punto di vista dell'ideologia neoliberale dominante, tutto rientra nel già sentito, ovvero i commenti pro-Pride esprimono come sempre il rifiuto categorico di prendere anche solo in considerazione qualsivoglia opinione critica. Gli amministratori della pagina di Annalisa, difatti, bollano l'insieme delle critiche come espressione di "odio e ignoranza".
La parte interessante, invece, spunta proprio fra quelle voci di dissenso, che fra loro sono oltremodo eterogenee.
Ovviamente, essendo quella di Annalisa una pagina rivolta a un pubblico di massa trasversale, ci sono anche commenti destro-terminali e anti-gay a prescindere ma, da quel che ho potuto scorgere, mi pare trattarsi di una minoranza.
Moltissimi, invece, sono i commenti contestanti la forma carnevalesca della mobilitazione e altrettanti quelli che segnalano il ruolo sempre più decisivo di multinazionali e poteri sovranazionali nella promozione dell'agenda Lgbt.
Insomma: se dovesse persistere nel tempo l'imposizione di suddetta agenda da parte di politica, media e industria culturale e se, al contempo, persistesse la criminalizzazione di ogni forma di divergenza e critica, il rischio è che possa maturare una reazione popolare che non coinciderebbe con l'accusa di omofobia che oggi viene lanciata a chiunque critichi il movimento Lgbt, bensì finirebbe con l'abbracciare l'omofobia quella vera.
Forse, però, le cose potrebbero andare diversamente.
In questo insieme di commenti, coloro che afferiscono alla sinistra neoliberale leggono ovviamente una tendenza "di destra". Io invece, al di fuori degli inevitabili commenti di destra e di sinistra, leggo la potenzialità d'un punto di vista autonomo, cioè l'embrione di un'auspicabile Autonomia Popolare che rifiuta la polarizzazione e che, in virtù di questo, non è affatto neutrale ma, al contrario, non può che porsi in termini di avversione tanto per la destra quanto per la sinistra.
Riuscirà questa autonomia a maturare nella coscienza collettiva, oppure siamo destinati a essere risucchiati da una polarizzazione destra-sinistra che occulta le contraddizioni reali e inibisce il conflitto contro i vertici decisionali del sistema?
Sta a ciascuno di noi contribuire a organizzare questo rifiuto, contribuire a rendere egemonica quest'autonomia ancora latente.