Apocalisse zombie
di Andrea Zhok - 30/06/2022
Fonte: Andrea Zhok
Rubo questa descrizione, che mi pare molto convincente, e che descrive eventi simili che ho visto a mia volta:
<<Ho voluto seguire ieri sera, per un po’, la kermesse musicale organizzata da Fedez in piazza Duomo a Milano. Così mi sono fatto un’idea di cosa ascoltano i giovani, di cosa amano ascoltare visto che buona parte degli spettatori ripresi dalle telecamere cantavano i testi imparati a memoria. Lo so: i giovani sembrano sempre ‘strani’ giudicati dai ‘matusa’.
La mia prima critica però è tecnica: la maggior parte dei cantanti ama utilizzare strumenti tipo 'vocoder' per dare alla voce strane modulazioni robotiche; e poi tutti cantavano in play-back, cioè ‘non cantavano’. Il microfono in mano serviva per lanciare le solite stupide frasi: ‘siete caldi?’ ‘siete carichi?’ ‘siete bellissimi!’ Uno dei cantanti, di cui mi sfugge il nome, ha esclamato: ‘quanta cazzo di gente!’ Le parole delle canzoni si capivano raramente, sarà per una tendenza (o un errore) di missaggio. In ogni caso meglio così perché i messaggi erano devastanti: ad esempio uno ha cantato qualcosa come ‘scendo in cantina a fumare il krack’. Per capire cosa dicevano andavo su internet e cercavo il testo delle canzoni...Se avete più di 30 anni, non fatelo!
Ricordo che ai miei tempi i cantanti si chiamavano col loro nome e cognome: Francesco Guccini, Claudio Baglioni, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, eccetera. Iva Zanicchi, col suo nome e cognome, ha fatto successo come cantante e poi, con lo stesso nome e cognome, si è candidata al Parlamento Europeo. Ebbene: quasi nessuno dei cantanti che si sono esibiti ieri sera utilizza il suo vero nome; ecco l’elenco: Caneda, My Drama, Frada, Cara, Paulo, Beba, Rosa Chemical, Rose Villain, Miles, Nitro, Ariete, Myss Keta, Lazza, Rhove, Paky, Shiva, Ghali, Tananai, Tedua, Fedez e J-Ax. Mara Sattei, per scegliere il suo nome d’arte, con uno sforzo sovrumano di fantasia, ha invertito il suo nome vero Sara Mattei...! Per la maggior parte ho ascoltato ritmi ‘rap’, testi parlati velocemente, qualche raro e furbo refrain orecchiabile costruito a uso delle discoteche. La signora ‘ferragnez’ ripresa in continuazione portava una maglietta con doppio sponsor: il simbolo di Adidas con la scritta Gucci.
Non ce l’ho fatta a seguire tutto, per cui non mi stupirei se qualcuno di voi mi farà notare che c’era anche del buono, e si vede che è passato quando io ho smesso di guardare. Il fatto è che sono musicista, e di vera musica non ne ho ascoltata. Per non parlare dei testi. Uno stralcio dalla canzone di un certo Paky: “...dammi, si, un kilo, G me lo imbosco/passo davanti alla guardia/faccio un tiro, vedo confuso/di tutto non mi importa nada/pippati il filo del tuo discorso/giuro parlare mi annoia/ nella tua zona, zio sei un intruso/co’ na spia, no, no hablo neanche, yah/le dico chiudi il cesso in strada non duri nada/...”
Questo il livello dei testi, per chi ha voglia di approfondire potrebbe essere un buon argomento per un saggio di psicologia sullo sconforto giovanile.
Eppure Piazza Duomo era gremita, ad applaudire una sessualità liquida esasperata nell’abbigliamento, nel trucco, nelle movenze. Le ragazzine ‘sbavavano’ per questi ragazzotti trasformati in femminucce, tatuati, con borsetta a tracolla, e il vizio 'intercalare' di toccarsi lì. Se era a questo che si voleva arrivare, ebbene: ci siamo arrivati: la politica post ideologica e fluida e la sessualità indefinita e cangiante.>>
[Franco Caminiti]
----
Ecco, noi cerchiamo costantemente di consolarci rispetto a questi exploit dicendoci che, su, dopo tutto ogni generazione ha i suoi problemi di incomprensione e rigetto rispetto alla precedente, su, magari non capiamo, magari c'è del buono...
Ma la verità è che a parte questa sottile barriera di difesa in cui ci appelliamo ad un qualche relativismo generazionale, lo spettacolo della "musica giovane" odierna - e dell'ethos correlato - è un passo oltre la catastrofe.
Vedi questa spazzatura disperata e disperante e pensi semplicemente che culturalmente non abbiamo più niente da perdere.
Qualunque cosa la storia abbia prodotto in qualunque epoca, sotto qualunque regime, a qualunque latitudine, era due spanne sopra i punti alti di questa roba: esteticamente, eticamente, intellettualmente, spiritualmente.
Poi potete dire quel che volete, potete invitare ad analizzare le differenze, a sospendere il giudizio, ad apprezzare questa o quella non ovvietà, a valutare questo o quel "potenziale implicito di protesta", e bla e bla e bla.
Esistono infiniti modi di edulcorare qualunque deiezione e se uno si sforza, se si acceca e si concentra abbastanza trova il modo di vedere qualche aspetto ottimistico anche nell'apocalisse zombie. (Oggi per vedere i lati positivi dell'apocalisse zombie basta confrontarli con queste autorappresentazioni della società in cui viviamo.)